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 2018  giugno 01 Venerdì calendario

C’è troppo shale oil: a picco le quotazioni del petrolio Usa

Lontano dal mercato dei titoli di Stato, c’è un altro spread che sta volando a livelli record: è quello tra petrolio Brent e petrolio Wti. Il differenziale di prezzo tra i due benchmark è raddoppiato in meno di un mese, arrivando a superare 11 dollari al barile, il massimo da tre anni, e potrebbe salire ancora con ripercussioni ancora non del tutto prevedibili.
A far correre il Brent, utilizzato come riferimento internazionale, contribuiscono fenomeni speculativi, legati alla geopolitica e in particolare alla previsione di un calo dell’offerta iraniana dopo la reintroduzione delle sanzioni Usa. Ma il fenomeno centrale è in realtà la debolezza del Wti. Quest’ultimo è calato di prezzo anche ieri, ripiegando sotto 68 dollari al barile, mentre il Brent saliva sopra 78 dollari: un mercato a due direzioni, che sta rispecchiando le condizioni sempre più critiche dell’industria petrolifera negli Stati Uniti, dove la crescita senza freni delle estrazioni di shale oil è arrivata a testare i limiti del sistema di trasporto, stoccaggio e raffinazione. 
In poche parole: negli Usa –?e soprattutto nel bacino di shale di Permian – c’è troppo greggio, rispetto a quanto gli americani riescano a utilizzare in patria o esportare. E non sarà facile risolvere il problema, almeno nei prossimi 12-18 mesi, fino a che non entreranno in funzione alcuni nuovi oleodotti e alcune opere di ampliamento dei porti. 
Le statistiche diffuse ieri dall’Energy Information Administration (Eia) indicano che la produzione continua a crescere: la settimana scorsa ha bruciato un nuovo record, raggiungendo 10,8 milioni di barili al giorno, appena 200mila bg meno della Russia, che detiene il primato mondiale. Gli ultimi dati mensili, più accurati di quelli settimanali, certificano che gli Usa hanno estratto in media 10,5 mbg a marzo. 
Anche l’export di greggio, che Washington ha liberalizzato solo a fine 2015, si è spinto a livelli record, con una punta di 2,6 mbg a metà maggio, più di quanto riescano a esportare la maggior parte dei Paesi dell’Opec. Andare oltre tuttavia non sarà facile, anche se i produttori Usa stanno facendo di tutto per forzare il sistema delle infrastrutture, soprattutto nelle Midlands dove un barile di greggio oggi vale addirittura 20-25 dollari meno del Brent. 
Per accelerare il flusso negli oledodotti vengono usate quantità crescenti di additivi che minimizzano l’attrito, i cosiddetti Dra o Drag-reducing agents, che secondo Reuters costano fino a 25 $ al gallone, più di 8 volte il prezzo della benzina. Alcune condutture, che un tempo trasportavano altri liquidi, sono state riconvertite. E più di recente si è scatenata una corsa all’impiego di camion e vagoni ferroviari: mezzi costosi –?oltre che pericolosi – di cui c’è comunque scarsità, perché molti sono impegnati a trasportare le enormi quantità di sabbia e liquidi necessari al fracking.
Anche per le raffinerie americane assorbire più greggio è quasi impossibile. A parte il fatto che lo shale oil, leggerissimo e poco solforoso, non è adatto a qualsiasi impianto o a qualsiasi lavorazione, negli Usa le raffinerie funzionano già a pieno ritmo: la settimana scorsa è stato utilizzato il 93,9% della capacità e nonostante i consumi elevati degli automobilisti c’è stato un accumulo di scorte di carburanti (+0,5 mb di benzine e +0,6 mb di distillati, a fronte di un calo di 3,6 mb per il greggio ). 
Lo sconto di prezzo del Wti rispetto al Brent sta provocando ripercussioni anche sugli scambi fisici di greggio: i barili americani, oggi molto competitivi, stanno spiazzando altre forniture in molte aree del mondo, compresa l’Europa. La concorrenza ha iniziato a pesare anche sui greggi che formano il paniere del Brent, fenomeno che alla lunga potrebbe provocare una correzione anche sul mercato dei futures. Platts riferisce che ci sono diversi carichi invenduti a bordo di petroliere nel Mare del Nord e che il Forties e l’Ekofisk, che fino alla settimana scorsa trattavano a premio sul Dated Brent, ora vengono offerti a sconto (-38,5 cents e -11,5 cents rispettivamente).