Il Sole 24 Ore, 1 giugno 2018
Trump e i dazi: se l’America rinnega il sistema multilaterale
E guerra commerciale sarà. L’amministrazione Trump non ha fatto un passo indietro all’ultimo minuto. Da stamane si applicano i dazi sull’acciaio (25%) e sull’alluminio (10%) anche alle esportazioni dall’Europa e dai paesi Nafta, inizialmente esentati. Alcuni giorni fa (27 maggio ) ho scritto su queste colonne che la resilienza dei commerci e degli affari avrebbe forse attutito gli istinti politici verso le guerre commerciali. La decisione americana non va certo nella direzione sperata.
Una scelta grave per gli equilibri economici e politici mondiali. Una scelta scellerata per tutti, compresi gli Stati Uniti. Vediamo le ragioni.
Primo, inevitabilmente verranno introdotte contromisure da parte di tutti i paesi colpiti. Sarà difficile per gli Europei a questo punto non varare misure di ritorsione. Sono infatti già pronte sanzioni su una serie di prodotti tipici americani. Un processo di azione e reazione si sa dove comincia ma non dove finisce. Già gli Stati Uniti parlano di alzare i dazi sulle importazioni di automobili dall’Europa. Il rischio è un rafforzamento davvero significativo delle barriere tra Paesi.
Secondo, i dazi danneggiano anche chi li impone, gli Stati Uniti. Potranno forse far bene a qualche produttore locale e creare qualche posto di lavoro. Ma aumenteranno i costi per le aziende che usano acciaio e alluminio importato come componente. E ovviamente le contromisure prese dai paesi colpiti avranno un impatto sulle esportazioni americane, con probabilmente un effetto netto negativo per la disastrata bilancia commerciale degli Stati Uniti.
Terzo, un’azione così aggressiva, soprattutto nei confronti dei principali alleati, rende molto difficile un negoziato ampio di liberalizzazione a armonizzazione delle regole sugli scambi. Nel profondo la controversia commerciale tra Usa ed Europa non riguarda tanto i dazi, quanto barriere non tariffarie, come le regole fitosanitarie o gli standard tecnici dei prodotti scambiati: il mais Ogm, la tracciabilità dei prodotti alimentari e così via. Gli Stati Uniti e l’Europa insieme dovrebbero guidare un processo di armonizzazione di queste regole, fissando standard che siano comuni e di riferimento per tutti gli altri Paesi. La pistola puntata americana, non aiuterà a trovare davvero la strada per un’armonizzazione profonda delle regole, come si era tentato con il negoziato TTIP.
Quarto, l’America prende seriamente a picconate il sistema multilaterale di regolazione degli scambi. Per quanto migliorabile, la World Trade Organization (Wto) è forse il risultato più avanzato del lavoro di oltre settant’anni: creare beni pubblici globali, che nessun Paese potrebbe creare individualmente o con accordi bilaterali. I mercati aperti, come l’ambiente non inquinato, come mercati finanziari stabili, sono tutti beni pubblici globali che possono essere creati e tutelati solo con accordi e regole globali. Sarà impossibile rafforzare e migliorare queste regole
se il principale attore, l’America, smette di tutelarle
e anzi le piccona.
Quinto, Trump aggira le regole della Wto invocando in modo del tutto strumentale e addirittura scellerato un motivo di sicurezza nazionale per l’introduzione dei dazi. Opzione questa prevista, ma mai applicata finora. Utilizzare argomentazioni di sicurezza nazionale invano e inutilmente rischia di alzare la tensione e soprattutto di creare un gran confusione su cosa significhi davvero difendere la propria sicurezza nazionale. Un principio che non dovrebbe mai essere sollevato con inutile leggerezza.
Infine, la decisione americane toglie ogni illusione, se ce ne fossero ancora, sulla capacità di auto-moderazione dei governi sovranisti, populisti, nazionalisti comunque si vogliano chiamare. Ossia l’idea che piattaforme politiche di questo tipo abbiano una funzione strumentale in campagna elettorale ma poi non vengano applicate, per i meccanismi di check and balance internazionali, per i vincoli imposti dalle regole globale, per rispetto degli alleati e infine per buon senso. Lezione da imparare in fretta anche a casa nostra.