Corriere della Sera, 31 maggio 2018
Il Fondo di coesione e le nuove regole
La Ue sta preparando il budget per il periodo 2021-2027. Si tratta di stabilire entrate e uscite per ognuno dei 27 membri, oltre che di fissare le priorità generali di spesa. Uno degli elementi più controversi riguarda i fondi di coesione, cioè il denaro destinato da Bruxelles alle zone più povere e più sofferenti con l’obiettivo di farle convergere verso gli standard medi dell’Europa. Ci sarà scontro. La proposta appena avanzata dalla Commissione di Bruxelles prevede di riformare il Fondo di Coesione – che è di 330 miliardi in sette anni – secondo nuovi criteri. Hanno l’effetto di ridurre del 23% il denaro che andrà alla Polonia rispetto al settennio precedente, a 64,4 miliardi, e del 24% quelli a Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia e Lituania, del 22% alla Slovacchia (e del 21% alla Germania). Ne uscirebbero avvantaggiati i Paesi del Sud, soprattutto Bulgaria, Grecia e Romania (più 8%), ma anche l’Italia, più 6,4% a 38,6 miliardi. Il «sacrificio» dovrebbe dunque essere sopportato dai Paesi dell’Est europeo, che negli anni precedenti dal Fondo avevano invece avuto i maggiori benefici (e quindi avevano migliorato i criteri di valutazione sulla base dei quali i denari sono allocati). Varsavia e gli altri ex Paesi del socialismo, però, sospettano che si tratti di misure volute da Bruxelles per punire le loro posizioni spesso non allineate a quelle della maggioranza Ue. Sta di fatto che le differenze di Prodotto lordo pro capite all’interno dell’Unione sono ancora enormi. Fatta cento la media Ue (nel 2016), si va da un massimo di 611% nella Inner London-West, la regione più ricca, a un minimo di 29% nel Severozapaden bulgaro, quella più povera. In termini di ricchezza, dietro al West-End londinese vengono il Lussemburgo (257%), l’Irlanda del Sud e dell’Est (217%), Bruxelles (200%), Amburgo (200%). Tra i più poveri (sotto al 50%), cinque aree della Bulgaria e della Polonia, quattro dell’Ungheria, tre della Romania e della Grecia, una della Francia (il dipartimento di Mayotte, nell’Oceano Indiano, 33%). In Italia, la regione più ricca (sempre in termini di Pil pro capite) è la provincia autonoma di Bolzano: 42.600 euro rispetto alla media Ue di 29.200. Seguita dalla Lombardia (36.600 euro) e dalla provincia di Trento (35 mila). La più povera è la Calabria (16.800 euro).