la Repubblica, 31 maggio 2018
Come l’agente Garbo “vittima” della malaria
Non è stata la prima e non sarà l’ultima. La beffa organizzata dai servizi ucraini entra di diritto nella storia millenaria di spie e spionaggio, di agenti segreti e delle loro finzioni, di travestimenti e omicidi, veri o presunti. Vicende che si snodano tra realtà e leggenda, che hanno alimentato la fantasia di scrittori e registi e che qualcuno interpreta (male) con le “teorie del complotto” di oggi.Tutto ha avuto inizio (forse) con Sinone, la “spia” greca che si fece catturare dai troiani e li convinse a portare il famigerato cavallo dentro le mura di Troia. Oppure con i Templari, quei monaci-guerrieri che sette secoli fa misero le basi dei servizi segreti moderni con la manipolazione dell’opinione pubblica, la propaganda come arma di guerra, con un’intelligence (anche se allora non si chiamava così), efficiente e fidata. Tradimenti e complotti, morti e scomparsi, guerre occulte per denaro e guerre occulte per il potere hanno costellato ogni secolo dell’umanità, ma è nel Novecento che diventano vera cultura popolare.Ci sono episodi celebri, che fanno parte della Storia (con la maiuscola). Come quello di Girolamo Grimani, spia doppia (e tripla) che si muoveva nelle corti del Seicento tra Venezia e Napoli; c’è la doppia vita, tra amori e spionaggio, di Giacomo Casanova; c’è, in tempi più recenti, la “picconata” che mise fine alla vita di Lev Trockij, protagonista della rivoluzione bolscevica e nemico giurato di Stalin. Ramón Mercader, l’assassino al soldo del dittatore sovietico, si finse un suo seguace e riuscì ad ammazzarlo.C’è la Guerra fredda con gli scontri nell’ombra tra Cia e Kgb, ci sono protagonisti come Walter Koehler (la spia nazista che ingannò J.Edgar Hoover e l’Fbi), ci sono i “cinque di Cambridge”, intellettuali britannici al servizio dell’Urss, c’è Markus Wolf, il tedesco dell’est a capo della più raffinata squadra della Stasi (molte le donne), c’è Günther Guillaume, che fu la rovina di Willy Brandt, c’è Aldrich Ames, il primo “doppiogiochista” (a favore di Mosca) dopo la caduta del Muro. Negli ultimi decenni la parte del leone l’ha fatta il Mossad. I servizi israeliani hanno portato a termine un gran numero di operazioni clamorose (spunto per decine di spy- story e film), come quella che ebbe protagonista Ehud Barak.Era l’aprile del 1973, quando il futuro premier si travestì da donna (mora) e assieme al suo vice Muki Betser (travestito da donna bionda) diedero vita a una delle “vendette” contro i terroristi che avevano assassinato gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco. Uccidendo a Beirut diversi militanti palestinesi, tra cui un vice di Yasser Arafat. Anni prima il Mossad aveva assoldato nientemeno che il genero del leader egiziano Gamal Abdel Nasser, nome in codice “l’angelo”.Una parte rilevante la hanno anche le donne. Dalla mitica Mata Hari, la cui leggenda esce un po’ ridimensionata dagli archivi francesi che sono stati aperti recentemente, a Noor Inayat Kahn, la principessa indiana che spiava per Sua Maestà britannica, da Krystyna Skarbek, la bella polacca che ispirò le Bond girl di Ian Fleming ad Anna Chapman, la “rossa” scoperta nel 2010 in quella nuova generazione di spie di Putin che hanno ispirato la serie tv The Americans.Ci sono casi simili a quello ucraino. Il famoso agente Garbo (lo spagnolo Juan Pujol) che ebbe un ruolo chiave nel D-Day (lo sbarco in Normandia) e temendo la vendetta nazista nel 1949 si finse morto di malaria (in realtà è scomparso nel 1988). Oppure quello di John Stonehouse, deputato laburista che aveva problemi finanziari e che simulò la propria morte in una spiaggia di Miami. Da oggi anche Arkadij Babchenko entra nella galleria.