il Giornale, 31 maggio 2018
Zodiac e il Mostro di Firenze, ora si muovono i giudici Usa
Disse che non lo avrebbero mai preso se non lo avesse deciso lui. E aveva ragione: Zodiac, il serial killer più ricercato d’America, irrise la polizia, la sfidò con lettere in cui rivendicava i delitti, fu nel mirino di centinaia di esperti. Ma nessuno riuscì mai a identificarlo. Né a decifrare i messaggi in codice che dovevano contenerne la firma.
Oggi che un sedicente Zodiac è venuto allo scoperto con il racconto al giornalista Francesco Amicone pubblicato dal Giornale i pezzi del puzzle della più incredibile delle verità cominciano a incastrarsi. La «confessione» è in mano ai giudici italiani ma è dall’America che arriva il segnale che la notizia che apparentemente sembra una clamorosa bufala assume lentamente i crismi dello scoop del secolo.
L’inchiesta del Giornale infatti è diventata virale, specie su Reddit – tra i più importanti siti di informazione americana – e sui principali social Usa, dove Zodiac è il mito nero cui continuare a dare la caccia. E potenza della rete, il nome è emerso presto finendo direttamente su Wikipedia e affollando i forum sul mostro di Firenze. Sono uscite anche sue foto di quando stava nella polizia criminale. Segno che della vicenda di Zodiac si stanno già interessando i giudici americani.
La storia: Zodiac colpì tra il Nevada e la California alla fine degli anni Sessanta. Agli investigatori scrisse che da lì in avanti avrebbe mutilato le donne uccise. Poi sparì per sempre. Il sedicente Zodiac dice di aver continuato a uccidere in Italia e si attribuisce anche la paternità degli omicidi compiuti dal Mostro di Firenze. Secondo l’inchiesta di Amicone pubblicata dal Giornale l’uomo si sarebbe infatti trasferito in Italia. E sarebbe l’uomo che Mario Vanni, il postino dei compagni di merende, identificò in tale Ulisse, in una conversazione intercettata del 2003 con l’amico Lorenzo Nesi: «È stato nero, Ulisse, l’americano. È stato lui che li ha ammazzati tutti e 16, quella belva feroce». In effetti la Beretta del Mostro colpì una prima volta nel 1968. E le altre sette dal 1974 al 1985. Il profilo risponderebbe al nome di Joe (o Giuseppe) Bevilacqua, 82 anni, nativo del New Jersey e – particolare agghiacciante – unico testimone oculare che disse di aver visto Pietro Pacciani aggirarsi dalle parti degli Scopeti, il luogo in cui nel 1985 erano stati uccisi Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili, le ultime due vittime del mostro. Al processo del 1994 Bevilacqua si presentò come funzionario del governo americano e rifiutò le riprese tv. Ricordò di aver visto la coppia due-tre giorni prima della mattanza. E aggiunse: «Sì, la notizia dell’omicidio dei due francesi l’ho sentita al giornale radio la mattina dopo alle sei e trenta, perché io normalmente metto la radio a quell’ora per sentire il notiziario, perché è quella l’ora in cui io andavo a lavorare». Ma non poteva essere andata così. Perché i corpi vennero ritrovati diverse ore più tardi. Disse anche che nel 1968 si trovava in Italia. Dal 1974 poi divenne responsabile del Florence American Cemetery and Memorial, il cimitero americano militare dei Falciani a Firenze.
Ma la cosa più importante è che proprio Bevilacqua avrebbe svelato i codici cifrati di Zodiac sostenendo che contenessero la sua firma. I vari riferimenti all’acqua presenti in quasi tutti i suoi messaggi inviati alla polizia americana altro non sarebbero che macabri giochi sul proprio cognome.