La Stampa, 30 maggio 2018
Conto alla rovescia per la prima agenzia che si occuperà di sicurezza nello spazio
La raccomandazione arriva da un veterano, oggi 87enne, delle imprese Gemini e Apollo: il generale Thomas Stafford ha guidato un team di esperti che ha redatto un rapporto per raccomandare alla Space X, vivace società privata di Elon Musk, di prestare attenzione alla sicurezza dei suoi razzi quando invieranno nello spazio le capsule commerciali Dragon con i primi astronauti civili.
«La ragione è dovuta a una diversa procedura di caricamento del combustibile nei serbatoi del vettore Falcon 9 – ci spiega uno dei massimi esperti di sicurezza spaziale, l’ingegnere Tommaso Sgobba, un passato all’Esa in Olanda e ora direttore dell’Iaass, associazione internazionale che si occupa di “space safety” -: per aumentare il quantitativo di propellente nei serbatoi, e quindi la prestazione del Falcon, Space X ha iniziato dal 2016 a caricare ossigeno liquido a bassissime temperature poco prima del lancio. Per i futuri voli umani, quindi, gli astronauti dovranno già trovarsi a bordo del veicolo in cima al razzo durante il rifornimento. Ma esistono serie preoccupazioni a causa di due lanci realizzati con questa tecnica (ma senza equipaggi), in cui i serbatoi hanno ceduto, esplodendo».Ma quanto sono sicuri, oggi, i voli spaziali? Finora ci sono state 21 vittime: quattro russi con due missioni Sojuz nel 1967 e 1971, tre americani dell’Apollo 1 sulla rampa di lancio e 14 di due missioni shuttle, nel 1986 e 2003. «Ora le ditte private devono rivedere l’approccio alla sicurezza – spiega Sgobba -: ci sono dei passi avanti da fare rispetto alla Nasa, anche se i progetti sono innovativi e competitivi. Solo maggiori garanzie potranno spingere gli sviluppi commerciali del volo umano».Al momento manca un’agenzia equivalente a quella per i voli aerei. Ecco perché – aggiunge – «stiamo per fondare, in collaborazione con Sae International, uno dei maggiori enti di standardizzazione, il primo ente di sicurezza spaziale: si chiama Space Safety Institute e avrà sede a Washington». Coinvolgerà tutte le nazioni impegnate in campo spaziale, mentre il regolamento si basa sull’esperienza acquisita in più di 50 anni dalla Nasa, oltre che su nuove metodiche di analisi messe a punto dal Mit.Al centro ci sarà anche la delicata questione dei detriti spaziali, che dalle orbite basse possono cadere verso la Terra. «A ottobre – precisa Sgobba – terremo un summit in Virginia: lì lanceremo l’idea di trasferire la gestione degli standard di sicurezza della Nasa proprio allo Space Safety Institute, con gruppi misti di cui faranno parte anche le società commerciali».