Avvenire, 30 maggio 2018
Se i titoli di Stato a 2 anni pagano come quelli a 10 anni
Ieri ci siamo andati vicino, oggi forse succederà: l’Italia rischia l’inversione dei tassi, cioè gli interessi che il mercato chiede sui Btp a due anni superano quelli sui Btp a dieci anni. In una situazione normale gli investitori pretendono interessi più alti sui titoli con una scadenza più lunga. Ma quando vedono un pericolo imminente, i titoli a breve scadenza diventano più rischiosi di quelli con scadenze lunghe. Se tra lunedì e ieri il tasso dei Btp decennali è schizzato dal 2,3 al 3,2%, quello dei Btp a due anni è proprio andato fuori controllo, volando dallo 0,2 al 2,8%. È cioè aumentato di quattrodici volte, il balzo più forte dal 1992. Se questa tendenza si confermerà oggi è probabile che il Btp a due anni superi quello decennale, rendendo ancora più evidente quanto gli investitori temano per le prospettive a brevissimo termine delle nostre obbligazioni governative. A livello di ’spread’ rispetto agli omologhi titoli tedeschi, l’inversione è già avvenuta: dal momento che i Bund biennali tedeschi hanno un interesse negativo (-0,85%) mentre quelli decennali sono in postivo (lo 0,25%) lo spread dei Btp biennali è già a 365 punti, molto più in là dei 295 dei decennali.