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 2018  maggio 30 Mercoledì calendario

Dalle buche di Roma alla politica, i doppi sensi di un’agenzia funebre romana

L’unica buca di cui non ti potrai lamentare” a Roma te la offre l’impresa di pompe funebri Taffo, che mette a confronto fotografico la sua paradisiaca fossa con quelle infernali che la città “si scava da sola” e che il Giro d’Italia ha mostrato in diretta a tutto il mondo. Le voragini dell’asfalto romano sono infatti caverne preistoriche e mentali rispetto alle quali le bare della Taffo sono “rifugi di vita”, materia da black humour appunto, come il necrologio per quel malato suicida che “si buttò dalla finestra per sfuggire alla morte”. E ovviamente l’azienda funeraria vanta un autorevole e taroccato “Curriculum Mortae” dove il latinorum è d’obbligo visto che i perfezionamenti del dottor Taffo Becchin, “Ordinario di Sepoltura Privata”, sono stati conseguiti alla Dracula University nel New Haven e all’International Tomb Institut di Vienna. E dunque, con i più appropriati titoli in Scienza della Fatalità, alla fine del tentativo politico del già dimenticato premier tarocco prof Conte, la Taffo ha pubblicato tante piccole foto di vasi cinerari annunciando agli italiani “vi aspettiamo alle urne” e promettendo che, “nel solo giorno in cui finalmente tutti vi ameranno”, il meritato trattamento da caro estinto non sarà caro.
Specializzata già da qualche anno nel marketing dell’umorismo macabro, la pubblicità della Taffo, che è la maggiore azienda per fatturato di servizi funebri di Roma, non era mai stata così allegramente apprezzata e così gioiosamente citata. E si sa che la città più scettica e più sgamata del mondo tanto più ha bisogno di ricorrere all’ eterno sberleffo “facce ride’” quanto più sta male e si sente sventrata e umiliata nella famosissima bellezza che potrebbe non essere eterna.
Infatti la Taffo, che sta molto attenta a non offendere Roma, pubblica pure una malinconica, struggente foto dei suoi tetti e delle sue cupole, di un bel paesaggio che restituisce alla decadenza il bel tramonto che le spetta, quello che ispirò Mafai, Donghi e Trombadori. Sopra c’è scritto: “Sei vecchia eh, ma non mori mai”. E sotto: “Taffo, Funeral Service”. L’agenzia pubblicitaria si chiama KiRweb ed è di Riccardo Pirroni, un romano di 34 anni che sta realizzando con Alessandro Taffo, 35 anni, un sodalizio, mi dicono entrambi, “sul modello Toscani-Benetton”, con la stessa graziosa insolenza da cospiratori: «Prendiamo con leggerezza le cose serie e con serietà le cose leggere». E Oliviero Toscani dice: «Sono bravissimi. Perché prendono in giro la morte e perché lo fanno a Roma che ha l’eternità della morte». Il modello letterario è Achille Campanile di “Visita di condoglianze” e soprattutto del “Povero Piero”, quello che appunto diceva «finché c’è morte c’è speranza», e quello delle lapidi: “Qui giace L.M., pilota aviatore che, precipitando a terra, saliva al cielo”.
«L’uomo ride per tenere lontana la morte» diceva Umberto Eco che voleva per sé un funerale che fosse un gioco di piazza scanzonato perché «ridere della morte non salva l’uomo dalla morte ma lo aiuta». Ecco: la Taffo sta nello Spirito di Roma, quello che, secondo Petrolini, bolle di “cose dette e ancor da dire / frasi fatte, frasi sfatte / desiderio di morire / salamini e caffellatte”. In questo senso il successo della Taffo è un esorcismo, una cura, un sollievo nella Roma dove la decadenza prevale su tutto e dove tutte le amministrazioni, da Alemanno in poi, una dopo l’altra, si ostinano ad allargarne la palude.
Ovviamente tra i tanti pensieri spettinati di questo marketing, il doppio senso della buca è il più indovinato, più ancora dell’appello raccomandazione ai no vax, “non vaccinatevi”, illustrato con una grande folla di bare e dunque di buoni affari. La verità della Roma di oggi, forse il suo destino, sbuca e si imbuca nella buca di strada “dove i ciclisti non vogliono morire”, che Repubblica racconta e documenta sin dai tempi appunto di Alemanno. È ormai più identitaria del solco perimetrale della fondazione di Romolo e Remo, è la nuova fossa sacrificale, lo spazio bucato che in fama e forse in numero ha battuto la buca delle lettere e quelle del biliardo e del golf, la buca dell’orchestra e quella del suggeritore, e ora si misura con la buca per la sepoltura, dove “una volta che ci entri, ti calmi” e dove “si sta senza pensieri”. E se la buca fosse scomoda? “Non vi preoccupate, vi aiuteremo a farlo a pezzi”.