la Repubblica, 30 maggio 2018
Sulla Libia Parigi colma il vuoto di Roma
Al vertice di Parigi i quattro leader libici presenti non hanno voluto firmare impegni scritti perché hanno posizioni diverse ma hanno voluto offrire un omaggio politico al padrone di casa, il presidente Macron, che così è riuscito a far riconoscere alla Francia il ruolo di potenza europea più attiva nel Nord Africa. In questa fase della crisi post Gheddafi, Parigi è la capitale che con maggiore intensità agisce per triangolare sul piano politico, economico e militare la gestione di un processo che incrocia il futuro del Maghreb, la lotta al terrorismo nel Sahara e gli equilibri nel mediterraneo. Per conquistarsi questo ruolo Macron ha messo in piedi una conferenza che è stata vissuta dall’Italia come un colpo alle spalle. Ai tempi in cui Paolo Gentiloni era ministro degli Esteri e John Kerry segretario di Stato Usa era Roma la città in cui si tenevano le riunioni più importanti sulla Libia. Per mesi l’Italia ha continuato a tenere in mano i fili del negoziato impossibile fra i leader libici e i paesi arabi della regione. Un ruolo che però l’Italia ha perso negli ultimi mesi per il declino del governo Gentiloni e al crescere del caos interno. Siccome in politica nessuno spazio rimane vuoto a lungo, quello spazio adesso semplicemente è stato occupato dalla Francia. Non è un’ingiustizia, semplicemente è un fatto.