La Stampa, 30 maggio 2018
La natura risolve problemi meglio degli uomini
Che cos’è l’intelligenza? «La capacità di risolvere problemi». Non ci pensa un secondo a rispondere Stefano Mancuso, neurobiologo, scienziato di fama internazionale, docente all’Università di Firenze e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, un network che coinvolge studiosi dal Giappone alla Russia: quindi come si riconosce la stupidità? «Si manifesta dove c’è una soluzione sbagliata, o una fuga dalla possibilità di risolvere».
Quadro perfetto nella sfera umana, da cui subito, però, Mancuso prende le distanze, perchè sul pianeta c’è chi non può scappare mai: le piante. Ed è all’intelligenza vegetale che il neurobiologo dedica la vita: «Le piante sono i veri esseri intelligenti – continua – Noi e gli animali possiamo muoverci e dunque se non riusciamo a trovare una soluzione, semplicemente ci spostiamo. Le piante sono obbligate a trovarla sempre. Ad esempio, se sono attaccate da un insetto, producono sostanze chimiche, spine o emettono molecole capaci di richiamare gli insetti nemici di quello che attacca il vegetale. Non solo, valutano il costo della loro difesa rispetto al rischio».
Strategie
Una strategia che sa di umano è la messa in atto delle alleanze dell’ecosistema. Sarà uno dei temi che Mancuso potrà allargare alla platea di CinemAmbiente, il festival che si inaugura domani sul fil rouge delle «intelligenze» e che lo ha invitato come giurato del concorso internazionale documentari e relatore del film «The Ancient Woods» (il 4 giugno alle 16 all’Accademia delle Scienze), il racconto del biologo Mindaugas Survila sulla sua esplorazione della foresta lituana fino alle caverne dei lupi e al nido delle cicogne nere.
«Un film importante -prosegue Mancuso – che ci racconta di una foresta ancora quasi non intaccata dall’uomo. È probabilmente l’unico esempio in Europa e l’ecosistema del bosco è la metafora del pianeta: fa capire le abilità delle piante».
Alleanze
Ma qual è l’origine della mancanza di coscienza del valore del mondo vegetale?«C’è una volontà di annientamento dell’umanità nella distruzione della foresta amazzonica con un tratto ogni anno pari all’Inghilterra – continua Stefano Mancuso, cercando di tirare i fili più semplici della storia moderna -. Per tempi lunghissimi l’uomo ha vissuto nel verde. Il nostro cervello ha una bassa capacità di calcolo e per questo ha iniziato a raccogliere informazioni sugli animali, più pericolosi per la sua esistenza, e a dimenticarsi delle piante. Che comunque hanno trovato il modo di manipolare l’uomo, perchè è solo grazie a lui se girano il mondo. Senza che noi lo crediamo, hanno stretto un’alleanza».
Artificiale e naturale
Una forma di coscienza che cammina accanto all’intelligenza, il binomio affrontato nel mondo sia naturale, sia artificiale dalla ventunesima edizione del festival: «L’intelligenza artificiale è ancora potenzialmente un pericolo – sostiene lo scienziato -. Noi costruiamo macchine super intelligenti, ma non ne sappiamo nulla, perchè ci muove un’intelligenza emotiva. Possiamo capire cos’è la coscienza, in quanto fenomeno biologico, e per questo -conclude – più si discute di questi argomenti,come fa CinemAbiente, più il nostro lavoro di ricercatori, che nel mondo, rispetto al pianeta vegetale, è pari al 2% degli scienziati, sarà lentamente compreso».