La Stampa, 30 maggio 2018
A 109 anni chiede il saldo di un “Bot” datato 1956
Il suo numero è 109. Sono gli anni di Franca, ma anche le prime tre cifre (di sei) della somma chiesta allo Stato come interessi per una «Cartella di debito pubblico» datata 1956. Tutto merito della badante, che faceva le pulizie e ha trovato il titolo bancario dietro a una specchiera. Un ottimo nascondiglio. Tanto che nemmeno la signora Franca ricordava ci fosse qualcosa.
E così, assieme al nipote ha incaricato lo «Studio Stefano Rossi» di trattare la questione. Il ragioniere ha calcolato il valore del certificato, che prometteva una «rendita annua di mille lire». Accatastando interessi su interessi, rivalutazioni e capitalizzazione, il contabile ha raggiunto quota 109 mila e 360 euro. E poi, di corsa dal giudice di pace per far valere i diritti maturati negli ultimi 62 anni.
L’anziana è nata a Rimini,ha vissuto a Vercelli e poi si è trasferita a Torino. La causa è stata avviata quando era ancora residente nella città del riso e così diventa quello il Foro competente per la causa.
Sfidare ministero delle Finanze e Banca d’Italia è un’impresa non da poco, considerata la tendenza a stringere sempre di più i cordoni della borsa. Ma la signora Franca è una risparmiatrice da record. Pagare la maxi cedola sarebbe un incentivo per tutti. E un omaggio a quel 109.