Corriere della Sera, 30 maggio 2018
L’imprenditore e i ricatti dell’amante. «Sono bella ma anche diabolica»
CITTADELLA (Padova) Seduttrice senza scrupoli, amante spregiudicata, diabolica. Da quando è scoppiato lo scandalo della novella Circe, nel profondo Veneto di Cittadella si sprecano gli epiteti per l’avvenente Sara Andretta. Al tribunale di Padova il nome è invece uno solo: ricattatrice. E con questa accusa, cioè estorsione, mercoledì scorso la quarantunenne trevigina è stata pure arrestata.
Si era appena fatta consegnare 20 dei 150 mila euro che chiedeva al suo ex amante ed ex titolare in cambio del silenzio. «Mi sta perseguitando con messaggi minacciosi e continue richieste di denaro. Sto vivendo un perenne stato di ansia e timore...», aveva spiegato lui nella denuncia presentata il 20 maggio ai carabinieri di Cittadella, mostrando con qualche difficoltà decine di messaggi, mail e registrazioni anche piccanti.
«Ma quale estorsione, dopo essere rimasta senza lavoro mi aveva detto che mi avrebbe aiutata e non l’ha fatto», ha replicato lei davanti al giudice di Padova che le ha revocato i «domiciliari» imponendole però il divieto di avvicinamento a Paolo P., il facoltoso imprenditore cinquantacinquenne che l’aveva assunta come impiegata nell’aprile del 2017 con un contratto di lavoro a tempo determinato.
È una storia di amanti, di carriere facili e di minacce, miseramente finita in un’aula di giustizia. Tutto è precipitato negli ultimi due mesi. «Da quando è scaduto il contratto, il 30 marzo – ha scritto l’imprenditore —. È terminato per volontà della signora Andretta. Lei si era impegnata a non pretendere altro dalla mia società...».
Il loro rapporto non era stato però solo professionale. «A partire da ottobre era nata una relazione al di fuori dell’ambito lavorativo, ma già in dicembre le cose sono degenerate perché lei diceva che non voleva essere seconda a nessuno, alludendo chiaramente al fatto che avrei dovuto lasciare mia moglie».
Il solito copione. La relazione aveva preso la piega del tira e molla e si era spenta in breve tempo. Sorprende la furiosa reazione di Sara dopo la chiusura del contratto: lettere anonime alla moglie di Paolo, messaggi intimidatori, email di fuoco. «Sarà sempre peggio per te PP! Sesso per tutti questi mesi a soli 1.500 mensili? Ti ho fatto anche una richiesta lavorativa specifica e te ne sei altamente fottuto. Ride bene chi ride ultimo».
Messo alle strette, lui ha confessato il tradimento alla moglie. La quale, nei confronti di Sara, ha scelto la via del silenzio. «Può darsi che non ti voglia perdere, che decida di perdonarti – si era innervosita l’amante in una email a lui —. Vedremo, non ho la sfera di cristallo. Sono solo molto intelligente, oltre che bella, almeno così dicono. Io invece preferisco definirmi diabolica... Ho sempre avuto ben chiaro il mio obiettivo».
Paolo P. ha l’animo del giocatore di scacchi e le ha chiesto un incontro, registrando la conversazione che darà agli inquirenti. «Quel giorno mi ha detto che percepisce soldi dai suoi uomini per viaggi... e mi ha mostrato un block notes dove aveva già scritto l’importo di “150 mila euro entro il 5/6 giugno e 320...”. Mai mi aveva detto che voleva essere pagata per il nostro rapporto».
Alla banca dati della Camera di commercio di Padova, Sara Andretta risulta essere socia della ditta Aisa: servizi di investigazione privata. «Ha recentemente acquistato una Mercedes da 35 mila euro – scrivono i carabinieri dopo una perquisizione —. Numerosissimi vestiti e scarpe di marca che mal si conciliano con i redditi dichiarati... Non si esclude che possano emergere altre vittime».
Al momento c’è soltanto l’imprenditore di Cittadella. Il pm Sergio Dini chiederà a breve il giudizio immediato, lei sembra orientata al patteggiamento. Si chiude così la guerra dell’amante diabolica.