29 maggio 2018
APPUNTI PE GAZZETTA - COTTARELLI NON CE LA FAREPUBBLICA.ITROMA - Nulla di fatto. Almeno per oggi. Il premier incaricato Carlo Cottarelli ha lasciato il Palazzo del Quirinale senza aver chiuso la lista dei ministri
APPUNTI PE GAZZETTA - COTTARELLI NON CE LA FA
REPUBBLICA.ITROMA - Nulla di fatto. Almeno per oggi. Il premier incaricato Carlo Cottarelli ha lasciato il Palazzo del Quirinale senza aver chiuso la lista dei ministri. "Serve un approfondimento, ma non ci vorrà molto", dice il premier incaricato: poche ore per completare la squadra di governo. Cottarelli e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si incontreranno nuovamente domani mattina.
Il voto a luglio. Ma nelle ultime ore l’ipotesi di andare al voto addirittura prima della pausa estiva si è fatta sempre più consistente. E in questro caso non avrebbe senso formare un nuovo governo: a traghettare il Paese verso le elezioni potrebbe essere il governo Gentiloni. A parlare apertamente del "voto estivo" è il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci: "Se c’è l’accordo si può fare". Per Luigi Di Maio, capo politico dei 5 Stelle, "era più responsabile far partire il governo, ma siamo pronti ad andare al voto a luglio". E nella riunione di oggi con i fedelissimi, Berlusconi avrebbe parlato di una "consistente ipotesi di voto a luglio". "Siamo pronti a votare subito e vi manderemo ancora una volta a casa", dice il capogruppo della Lega al Senato Gian Marco Centinaio.
Il lavoro di Cottarelli e il totoministri. All’ex commissario alla spending review è stata messa a disposizione per lavorare una stanza a Montecitorio, dove è arrivato a piedi ed è entrato da un ingresso laterale. L’obiettivo di Cottarelli è presentare entro venerdì il nuovo esecutivo al Parlamento per la fiducia.
L’elenco dei ministri comprende nomi di prestigio al servizio delle istituzioni, come l’economista Guido Tabellini, che occuperebbe la casella del Tesoro, il giurista Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato, Paola Severino, rettore della Luiss e già ministro della Giustizia nel governo Monti, Francesco Paolo Tronca, già commissario straordinario del Comune di Roma dopo il crollo della giunta Marino, Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina e Anna Maria Tarantola, ex presidente Rai, Enrico Giovannini, già ministro del Lavoro per il governo Letta. In proposito Giovannini, intercettato dai cronisti nei pressi del Campidoglio, ha affermato: "Io nel totoministri del governo Cottarelli? Devo appunto scappare da un’altra parte, sono di fretta".
REPUBBLICA.ITatteo Salvini scavalla anche la soglia del 25% e ora è a solo due punti dal M5s che al contrario delle Lega continua a perdere consensi. A sinistra e anche a destra. Per la Swg se si votasse oggi la Lega avrebbe il 27,5% dei voti, quasi dieci punti sopra il 17,4% del 4 marzo. Il M5s invece scenderebbe al 29,5%, dal 32,7. La Lega è in grande spolvero per tutti i sondaggisti che per altro non credono alleanza Lega-M5s in chiave elettorale. Convinti che alla fine Matteo Salvini si presenterà alle prossime elezioni con il centrodestra, dato oltre il 40%. Quindi in grado di formare un governo con Matteo Salvini premier e erede politico di Silvio Berlusconi. Un trend che conferma anche Natascia Turato di Index che ogni giovedì dà a Corrado Formigli per Piazza Pulita il termometro politico del Paese.
"Da settimane registriamo una battuta d’arresto dei pentastellati ma è chiaro che gli ultimi avvenimenti, con la fine della grande aspettativa sul governo del cambiamento, sta penalizzando i grillini che perdono voti sia tra l’elettorato di sinistra che a destra in favore della Lega, sia pure in misura minore", spiega.
Si può parlare di un travaso di voti dal partito di Di Maio a quello di Salvini?
"No. I pentastellati perdono consensi soprattutto nell’elettorato di sinistra che li ha votati per la prima volta. Negli oltre ottanta giorni passati dalle elezioni c’è stato un costate calo dei pentastellai e non a caso è cresciuto il partito del voto. E’ lì che per ora sta finendo parte dell’elettorato di sinistra che il 4 marzo li ha votati. Il movimento di Di Maio non riesce a invertire la rotta e anche in queste ore, dopo la rottura con il Quirinale, non è Di Maio a incassare consensi".
La fine della stagione del candidato premier in doppio petto istituzionale, in favore del leader incendiario che mette sotto accusa il presidente della Repubblica non sta facendo recuperare voti al capo politico del Movimento?
"No. Come dicevo per ora è il Carroccio a convincere gli elettori. Piaccia o meno Salvini che non è mai uscito dalla modalità campagna elettorale, convince anche chi mai avrebbe pensato di votare la Lega in passato. E ovviamente questo è anche a scapito dei pentastellati che sono stati molti ondivaghi, più confusi, disorientando il loro elettorato".
Lo scontro frontale con il Quirinale farà recuperare punti a Di Maio?
"Per ora sta spaccando il Paese a metà. L’Italia è divisa come mai".
OETTINGERROMA - È una giornata difficilissima per l’Italia, tra spread e andamento della Borsa. Mentre in Europa esplode un caso provocato dalle parole attribuite al commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger: "I mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta". Queste le prime parole riportate in un tweet dal giornalista Bernd Thomas Riegert che ha intervistato il Commissario Ue a Strasburgo per l’emittente Dwnews. Ma il tweet in questione è stato prima cancellato dall’autore, poi riproposto in una versione un po’ meno netta, precisando che i mercati insegneranno a non votare per i populisti.
The markets and a "darkened" outlook will teach #Italy’s voters not to vote for populist parties in the next elections, told me #EU commissioner #Oettinger in my exclusive interview for @dwnews in Strasbourg. "I can only hope that this will play a role in the election campaign." pic.twitter.com/lSYczLYa2U
— Bernd Thomas Riegert (@RiegertBernd) May 29, 2018 Successivamente, in un altro tweet, contestualizza le parole di Oettinger in una forma ancora più sfumata.#Oettinger‘s quote: „ My concern and expectation is that the coming weeks will show that developments in #Italy’s markets, bonds and economy will become so far-reaching that it might become a signal to voters after all to not vote for populists on the right and left.” More... pic.twitter.com/tzp3GT5juY
— Bernd Thomas Riegert (@RiegertBernd) May 29, 2018Poi è stato twittato il link all’intervista in cui il commissario dice che i mercati e lo spread saranno un segnale che indurrà gli italiani a non votare più per i populisti.
https://t.co/pY4oiqP16A Oettinger "Wir haben Vertrauen in die neue italienische Regierung"
— Bernd Thomas Riegert (@RiegertBernd) May 29, 2018 Quindi scompare la parola "insegnare" ma resta la sensazione di una bacchettata all’elettorato. Alla fine il giornalista si è scusato pubblicamente spiegando l’errore di interpretazione del pensiero del Commissario Ue: "Ho citato Oettinger in modo errato - spiega Riegert - nel mio primo tweet sull’intervista esclusiva a Oettinger ho citato il commissario in maniera errata. Ecco perché l’ho cancellato. Avrebbe dovuto essere una sintesi estrema dell’intervista. Mi scuso per la confusione e per l’errore". In sosatnza, Riegert ha aggiunto la parola "insegnare". Il resto è stato detto.Ma scuse e spiegazioni sono arrivate troppo tardi, quando ormai il polverone è stto sollevato. L’intervista ha scatenato una bufera politica con Lega e M5s all’attacco per chiedere "le dimissioni immediate di Oettinger". E ha suscitato severi commenti da parte dei vertici europei. Dal presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker: "Commento sconsiderato - ha fatto sapere il suo portavoce - la posizione ufficiale della Commissione è la seguente: compete agli italiani e soltanto a loro decidere sul futuro del loro Paese, a nessun altro". Al presidente Ue Donald Tusk che lancia un appello a tutte le istituzioni europee: "per favore rispettate gli elettori: siamo qui per servirli, non per far loro lezioni". Al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: "l’Italia non è una democrazia a sovranità limitata. Non sono i mercati a decidere il destino della Repubblica, ma i cittadini con il loro libero voto e le Istituzioni che li rappresentano". Al commissario agli affari economici Pierre Moscovici secondo cui "gli italiani hanno bisogno di avanzare con le loro regole democratiche verso il destino che si sceglieranno e allo stesso tempo di restare nell’ambito delle regole comuni e nell’euro, che è positivo per tutti noi".
?? PAZZESCO, a Bruxelles sono senza vergogna.
Il Commissario Europeo al Bilancio, il tedesco #Oettinger, dichiara “i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta”.
Se non è una minaccia questa...
Io non ho paura, #primagliitaliani! pic.twitter.com/r5mFYh79Ou
Anche il segretario del Pd, Maurizio Martina, attacca: "Oettinger rispetti gli italiani. Nessuno può dire all’Italia come votare, meno che mai i mercati". E i Cinquestelle, con il capo delegazione al Parlamento europeo Laura Agea: "Chiediamo al presidente della commissione europea Juncker di smentire immediatamente il commissario Oettinger. Le sue parole sono di una gravità inaudita e sono la prova delle evidenti manipolazioni che la democrazia italiana ha subito negli ultimi giorni".
?? PAZZESCO, a Bruxelles sono senza vergogna.
Il Commissario Europeo al Bilancio, il tedesco #Oettinger, dichiara “i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta”.
Se non è una minaccia questa...
Io non ho paura, #primagliitaliani! pic.twitter.com/r5mFYh79Ou
MERCATIMILANO - Giornata da dimenticare per i titoli di Stato italiani, con lo spread Btp/Bund che ha toccato 320 punti, registrando un balzo di oltre 80 punti rispetto alla chiusura di ieri, tornando ai livelli di primavera 2013, salvo poi ripiegare avvicinandosi alla chiusura intorno a quota 290. Il rendimento del decennale italiano raggiunge il 3,4%, per poi ridiscendere al 3,14%. Tra alti e bassi non si allenta quindi la tensione sul mercato, mentre il presidente incaricato Carlo Cottarelli è stato ricevuto al Quirinale da Mattarella chiedendo un supplemento di tempo per presentare la propria lista di ministri. Un governo che comunque, stando alle dichiarazioni delle forze politiche molto difficilmente potrebbe ottenere una fiducia. Un segnale di allerta è arrivato anche dall’agenzia di rating Moody’s, che ha avvertito che taglierà il rating italiano, oggi a Baa2, se il prossimo governo porterà avanti politiche di bilancio "insufficienti a posizionare nei prossimi anni il debito su una traiettoria di discesa". Secondo l’agenzia altrettanto negativo sarebbe "un fallimento nell’articolare e presentare un’agenda di riforme strutturali credibili". Moody’s reputa "molto improbabile" un rialzo del rating, spiegando che una conferma potrebbe invece arrivare se il programma di riforme si rivelasse ambizioso e se il governo delineasse un effettivo percorso di rientro del debito.
L’andamento dello spread negli ultimi 5 anni
Accanto al tradizionale spread sui titoli decennali si è registrato anche un ulteriore, preoccupante, segnale di allarme. Il differenziale sui titoli di Stato a due anni, che già ieri era schizzato a 153 punti, 50 punti in più rispetto a venerdì, in mattinata si è impennato fino a 300 punti. Un altro termometro di preoccupazione che riflette il timore degli investitori anche rispetto alle prospettive a medio termine del Paese. Lo stesso che si evince dall’asta di Bot semestrali, con il rendimento che è schizzato all’1,21%, tornando positivo per la prima volta dall’ottobre 2015 e ai livelli più alti dal 2012. Numeri inimmaginabili soltanto qualche mese fa, se si pensa che all’asta di aprile il rendimento lordo è stato di -0,41%. A conti fatti, tra le due aste c’è un aggravio di spesa per interessi per lo Stato di una quarantina di milioni.
TUTTI GLI SPREAD DEI PRINCIPALI PAESI
Le preoccupazioni si riflettono anche su Piazza Affari, con l’indice principale che è arrivato a perdere il 3%, spinto al ribasso da tutto il comparto bancario, chiudendo infine a - 2,65%. Milano ha fatto peggio di tutti gli altri listini europei: Londra ha ceduto l’1,26%, Parigi l’1,29%, mentre Francoforte ha lasciato sul terreno l’1,53%. Male Madrid che è arretrata del 2,48%, anch’essa preda delle incertezze politiche. Wall Street non sfugge alle vendite: alla chiusura delle contrattazioni in Europa il Dow Jones perde l’1,29%, lo S&P500 lo 0,8% e il Nasdaq lo 0,42%. L’incertezza italiana ha ripercussioni anche sul fronte valutario, con l’euro che ha chiuso a 1,155 dollari (dagli 1,1625 di ieri), ai minimi da dieci mesi. Anche Tokyo ha pagato la flessione dell’euro e il rafforzamento dello yen, con l’indice della Borsa nipponica che stamattina ha archiviato la seduta in calo dello 0,55%. Tra i dati macroeconomici di giornata, si segnala il calo della fiducia dei consumatori e imprese in Italia. Negli Stati Uniti l’indice americano dei prezzi delle case di case/shiller, che sale del 6,8% a marzo nelle maggiori venti città.
Ancora in calo il petrolio, che al Nymex scivola dell’1,22% a 67,03 dollari al barile. L’oro cresce leggermente etocca quota 1303 dollari l’oncia.