La Stampa, 29 maggio 2018
Gli schizzi di Miles Davis e i trittici di Bob Dylan
Quando gli fu proposto di realizzare un quadro da esporre in una mostra, allo scrittore venne un colpo. Non aveva mai dipinto in vita sua, e a quel punto gli pareva un po’ tardi per cominciare. Siccome però a chiedergli il favore era il suo migliore amico, il giornalista musicale Massimo Cotto, Giorgio Faletti non osò rispondere di no. Comprò pennelli, colori e trenta tele e si chiuse per due mesi nel suo studio, scomparendo dal mondo. Quando ne uscì, reggeva sotto il braccio non uno, ma dieci quadri.
Collezione unica
«Sua moglie mi ha odiato per questo», ci ride su oggi Cotto. «Mi ha detto “Massimo, sei un amico, ma la prossima volta che ti viene un’altra bella idea come questa dimmelo, così cambiamo casa prima”».
Oggi quelle fatiche di Faletti sono esposte insieme ad altri 150 pezzi nella mostra «Voci su tela – In my secret life», di fatto la più grande collezione al mondo di opere d’arte realizzate da musicisti e personalità dello spettacolo. A commissionarle il vulcanico dj astigiano, enciclopedia vivente del rock (e non solo), che taglierà il nastro domani alle 18 a Palazzo Cavour, in via Cavour 8 a Torino.
«Fin dagli anni Ottanta ho iniziato a chiedere uno schizzo a tutti coloro che intervistavo», spiega Mister Cotto. «Non ho mai pensato di lucrarci, era un gioco, un modo per portarmi a casa un piccolo ricordo di quelle esperienze. Poi è nata la passione. Ho deciso di raccogliere quei disegni, cercandone altri e commissionandone di nuovi».
L’esposizione srotola davanti agli occhi dei visitatori opere realizzate dal gotha della musica contemporanea, da Renato Zero a Roberto Vecchioni, da Paolo Conte a Francesco Renga, da Tiziano Ferro a Laura Pausini. E poi Luca Carboni, Enrico Ruggeri, Caparezza, Alberto Fortis e moltissimi altri. In mostra anche un’opera del premio Nobel Dario Fo.
Un gioco riconoscerli
«È stato sorprendente scoprire come molti cantanti siano a loro agio anche con i pennelli», osserva Cotto. «Ogni pezzo ha una sua storia, dei suoi aneddoti gustosi. E nel caso di molti lavori è facile riconoscere la personalità del musicista che l’ha realizzata».
In esposizione non ci saranno solo opere di artisti italiani. I visitatori potranno soffermarsi sui trittici di Bob Dylan e di Ronnie Wood degli Stones, su una prova d’autore di Johnny Cash, un dipinto originale di Grace Slick dei Jefferson Airplane, un bellissimo self portrait di Elvis Costello, due schizzi di Miles Davis. E poi disegni e litografie realizzati da altri mostri sacri come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Paul McCartney, Moby e molti altri.
«L’intervista più luminosa e intensa della mia vita è stata quella a Leonard Cohen. Sono stato ospite per una settimana nella sua casa di Los Angeles. Al termine di ogni chiacchierata ci spostavamo nello studio accanto, dove lui realizzava autoritratti o nudi di donna al computer, con un pennello digitale. Poi li stampava e me li regalava. In mostra ce ne sono quattro, di cui uno su carta di riso. Sono i ricordi più belli, i pezzi a cui resto più legato».