ItaliaOggi, 29 maggio 2018
Diritto & Rovescio
Urbano Cairo, gran patron di Rcs (e quindi anche della Gazzetta dello sport), sovvertendo ogni regola tradizionale, così come aveva fatto cominciare il Giro d’Italia da Israele, lo ha voluto far concludere a Roma, trasportando, con una singolare prodezza logistica, tutta la carovana, dall’ultima tappa alpina alle vie della capitale. È stata, la sua, una straordinaria trovata di marketing, esaltata dalla eccezionalità delle riprese (a terra e dall’alto) organizzate da una Rai in gran spolvero che le ha rese poi disponibili al circuito internazionale, confezionando così uno spottone straordinario per l’Italia e la sua capitale e diffondendo in ogni parte del globo le straordinarie sembianze delle città più bella del mondo a beneficio del nostro turismo. Purtroppo, i benemeriti di questa iniziativa, non tenevano in conto che l’amministrazione Raggi non sarebbe stata nemmeno in grado di rappezzare la strade del Giro. Per cui la classifica generale è stata sterilizzata al terzo giro anziché al nono perché, per giudizio unanime dei corridori, il circuito era, per loro, troppo pericoloso. Povera Roma.