La Stampa, 29 maggio 2018
«Sarri è un brindisi al sole e lo aspetto in Premier». Intervista a Guardiola
Una fuga in Italia, nel ricordo di Cruijff e soprattutto senza perdere il vizio di vincere. Pep Guardiola si diverte sul green alessandrino di Villa Carolina («Ho ritrovato vecchi amici») e alla fine conquista anche la 15ª edizione della «Vialli e Mauro Golf Cup», la competizione benefica che ieri ha raccolto 160 mila euro per la ricerca contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica. «Ero venuto 13 anni fa – sorride il tecnico vincitore della Premier con il Manchester City -, ma tra Vialli, Mauro e Platini qui è sempre pieno di juventini».
Guardiola, stupito dal ciclo della Juve?«Vincere è molto difficile, riuscirci per 7 anni di fila dimostra tutta la forza che hanno come società, come allenatore e come squadra».Quale può essere il segreto dei bianconeri?«A volte la gente dice che vincere è facile, ma vi assicuro che invece è molto complicato e se ci sono riusciti per sette anni di seguito è perché hanno fatto le cose molto bene. In più questo campionato l’hanno vinto contro una delle squadre migliori del mondo, come il Napoli, e ciò aggiunge ancora più valore ai loro risultati».Cosa manca alla Juve per vincere la Champions?«Questo lo sanno loro molto meglio di me».Da collega, qual è la dote migliore di Allegri?«Non sono mai stato in panchina con lui, quindi non lo so... Però se ha vinto quattro scudetti e quattro coppe di fila immagino sia la consistenza: per vincere così tanto vuol dire che sei sul pezzo ogni giorno. A livello internazionale poi può capitare una brutta giornata e sei fuori, ma quando vinci così tanto è perché sei bravo».Lei non ha mai nascosto la stima per Sarri. Che cosa è mancato al Napoli per vincere lo scudetto?«Niente. Se l’Inter avesse battuto la Juve per 2-1, i bianconeri non avrebbero vinto lo scudetto. A volte tutto dipende da piccoli dettagli, ma la Juve è uno spettacolo di sicurezza come gioco e come società. Ecco perché non è facile vincere in Italia».Sarri potrebbe sfidarla con il Chelsea in Premier. Le piacerebbe averlo come rivale?«Non ho dubbi: per me è uno dei più forti in assoluto. Spesso si giudica dalle vittorie, ma bisogna guardare anche come giocano le squadre. Sarri ha fatto molto bene con l’Empoli e poi il Napoli: è stato uno spettacolo. La forma del suo calcio è un brindisi al sole. Mi auguro che continui a farlo bene se rimane in Italia, ma se viene in Inghilterra sarà un piacere».Chi porterebbe via dalla A?«In ogni torneo ci sono giocatori forti: finché stanno bene restano, poi si muovono quando non sono felici».Magari Bonucci?«Credo che sia al Milan, no? Ma mi avevano detto che non c’erano domande sul mercato... (sorride, ndr)».Allora una sul Real... Come si può fermare?«Bisogna fare tanti complimenti per l’incredibile traguardo che hanno raggiunto. La Champions è molto complicata: già vincerla un anno è difficile, figurarsi tre di fila... Mi auguro che ora tutti riusciremo a creare loro più difficoltà e magari che vinca qualcun altro».Zidane così forte in panchina se lo aspettava?«Ha dimostrato quello che vale, ma per vincerne tre di fila tutti devono avere qualcosa in più».Che ne pensa delle parole di addio di Cristiano Ronaldo?«Non le ho lette».Le favorite per il Mondiale?«Brasile, Argentina e Germania. Spero l’Inghilterra e la Spagna, ma mi auguro che sia un bel Mondiale, con la speranza di godere di un grande calcio».Non ci sarà l’Italia in Russia, ma l’ultima Serie A è stato il torneo più incerto d’Europa. In futuro potrebbe arrivare anche Guardiola?«Forse, non si sa mai».