La Stampa, 29 maggio 2018
Bridgewater, Aqr e gli altri: i grandi fondiguadagnano con il crollo di Piazza Affari
Bridgewater, uno dei più grandi fondi speculativi del mondo, ha vinto la sua scommessa. Nel febbraio scorso aveva fatto rumore il suo «big short» contro l’Italia: tre miliardi di euro sulla discesa di una serie di titoli a grande capitalizzazione di Piazza Affari. Adesso la scommessa sta dando i suoi frutti. E nelle ultime due settimane, con l’acuirsi della crisi politica, dietro a Bridgewater sono arrivanti in tanti. Tutti i più grandi, da Aqr a Citadel, fino ai più piccoli. Con una netta predilezione per i titoli bancari e finanziari, più esposti alla tempesta sui titoli di Stato e sullo spread italiano per via dei Btp detenuti in portafoglio. Non casualmente, si fa notare da una sala operativa, le scommesse contro i titoli italiani si sono moltiplicate dopo il 16 maggio scorso, quando è stata resa nota una bozza – poi dichiarata superata – del «contratto di governo» tra Lega e Cinquestelle che conteneva la richiesta alla Bce di cancellare 250 di debito italiano e che ha messo in allarme i mercati. Da allora Piazza Affari ha azzerato i guadagni da inizio anno che ne avevano fatto una delle migliori Borse mondiali. E le banche da sole hanno perso 23 miliardi di capitalizzazione.L’ultimo arrivatoÈ il fondo Marshall Wace. Basato a Londra, ha circa 30 miliardi di fondi in gestione ed è partecipato a Kkr, a sua volta emorme fondo d’investimento americano. Marshall Wace veva conquistato una certa fama nel 2014 scommettendo sul collasso del portoghese Banco Espirito Santo e riportando alcune decine di milioni di euro di guadagni. La settimana scorsa, secondo i dati raccolti da Consob, ha aperto una serie di posizioni per circa 500/600 milioni scommettendo al ribasso su un paniere di titoli italiani con una netta prevalenza di bancari e finanziari. Scommesse contro le bancheSecondo i dati raccolti da Consob, è «corto» (sinonimo di scommessa sul ribasso) sull’1% di Mediolanum, l’1,86% di Azimut, il 2,45% di Banco Bpm, il 3,01% di Ubi Banca, le ultime due valgono ciascuna oltre 120 milioni di euro e nelle ultime dieci sedute hanno perso rispettivamente il 25,8% e il 22%. Ma non ci sono solo le banche. C’è anche lo 0,69% di Telecom Italia, che da sola vale oltre 100 milioni di euro. C’è lo 0,81% di Mediaset che vale circa 40 milioni, accanto a Juventus e Salini Impregilo. Tra le scommesse più recenti c’è anche Aqr Capital Management. Gestisce asset per circa 225 miliardi di dollari e ha scommesso sul ribasso di Azimut, Banco Bpm, Bper Banca, Leonardo, Ferrari, Saipem, Tenaris, Ubi Banca e Unipol.Ma mentre sui titoli industriali sono spesso posizioni che risalgono ad aprile (come il 2,9% di Leonardo, che ieri valeva 150 milioni e un mese fa circa 165 milioni), le posizioni sui titoli bancari sono state aperte dopo il 16 maggio scorso.Bridgewater – che gestisce 160 miliardi di dollari complessivamente – ovviamente è ancora lì e pur avendo ridotto l’entità della scommessa adesso ne raccoglie i frutti. Gli ultimi aggiornamenti indicano il fondo al ribasso sullo 0,59% di Generali, lo 0,59% di Azimut, lo 0,69% di Banco Bpm, lo 0,69% di Intesa, altrettanto di Ubi Banca e Unicredit. Ma anche, con percentuali analoghe, su Eni, Enel e Prysmian.Tra i fondi più grandi non poteva mancare Citadel, che complessivamente gestisce quasi 200 miliardi di dollari. Venerdì scorso ha dichiarato di scommesso al ribasso su Banco Bpm e Azimut.Contro il Banco Bpm (1,2%) ha scommesso anche Discovery. Anche in questo caso si tratta di posizioni rilevate lo scorso 18 maggio e oltre all’istituto di piazza Meda c’è anche Bper (1,7%) e Ubi Banca (1,03%, ma in questo caso la scommessa risale al marzo scorso). Banche accomunate dall’elevato rapporto tra Cet1 (il capitale di migliore qualità) e i Btp in portafoglio. Le rilevazioni di Consob tengono conto però solo delle posizioni superiori allo 0,5%. Sui titoli a più alta capitalizzazione le scommesse al ribasso sono più piccole, si spiega dalle sale operative. «Ma la festa è appena iniziata», dice un operatore.