Corriere della Sera, 27 maggio 2018
Domenico Caparrotti vuole attraversare l’Atlantico in solitario
Diciott’anni e un sogno: conquistare la Mini Transat 2019, la regata biennale in solitario, quattromila miglia da La Rochelle a Le Marin, in Martinica, su una barca di sei metri e mezzo. «A livello internazionale non sono il più giovane, ha partecipato anche un diciassettenne francese. Ma lo sono tra gli italiani. L’età media è intorno ai 23-24 anni».
Domenico Caparrotti, nato per un soffio a Maddaloni, nel Casertano, alla vigilia del Terzo Millennio, ha trascorso la sua vita ad Alghero. «Già dopo un mese avevo la residenza in Sardegna, dove i miei genitori insegnano matematica e inglese: erano tornati in Campania dai parenti per Natale, e lì sono arrivato io, il 27 dicembre 1999», ci racconta per telefono prima di partire per la Cinquecento, la regata d’altura che affronterà oggi, nella stessa Caorle dove tre settimane fa ha conquistato il primato nella Duecento classe Mini con il co-skipper Manuel Polo. Tra poco dovrà fare i conti anche con gli esami di maturità al Nautico di Porto Torres, sezione «capitani». «Le materie in cui vado meglio sono navigazione e inglese, ho 8 e 9. Sul dopo, non escludo l’Accademia navale, ma prima devo investire nella Mini Transat, ho un anno per prepararla. Mi piacerebbe diventare un atleta della barca a vela».
Tra i velisti professionisti ha un rapporto privilegiato con Gaetano Mura, il velista oceanico al quale deve il consiglio più importante. «È una persona molto preparata, sia sotto il profilo umano che marinaresco. Mi ha dato delle dritte sulla vela oceanica. Soprattutto mi ha detto che quando capita qualcosa di grave non bisogna reagire d’istinto, ma pensarci bene, essere sicuri delle proprie azioni».
La sicurezza a lui non pare mancare. Non a caso alla domanda se teme qualcosa della Mini Transat, che significa affrontare da soli l’Atlantico per 4 settimane (con una sola tappa alle Azzorre), senza contatti con la terra ferma esclusa la radio a onde corte, risponde come nemmeno Yoda di Guerre Stellari: «Navigare in solitario è già di per sé un punto interrogativo. Credo che pian piano scoprirò quali sono le mie vere paure e in quel momento saprò come affrontarle».
Intanto, Domenico non ha nessuna paura di rinunciare alla pizza o a un piatto di pasta, di cui è goloso. «Mi dovrò accontentare di cibi disidratati e frutta secca». Gli interessa di più investire sui tre nodi determinanti di tutta l’esperienza: «Il feeling con la barca, un buon ritmo di sonno veglia e l’alimentazione corretta». Sta preparando la Playlist: «Per adesso ci sono Fabrizio De Andrè e i Måneskin. Ma prima di partire la pubblicherò, per far aggiungere a chi vuole le canzoni per attraversare l’Oceano».
E qui si arriva al punto. Per partire serve uno sponsor. Anzi, tanti. «Per la barca e per organizzare tutta la traversata ci vogliono 120 mila euro. Con il mio team dello Yacht Club Riviera del Corallo ci stiamo rivolgendo a sponsor locali, ma appena avrò dato gli esami del diploma potrò dedicarmi a cercare qualcuno fuori dalla Sardegna». Buon vento.