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 2018  maggio 27 Domenica calendario

Valentina Greggio, andare sugli sci a 240 all’ora

È Lady Jet, la più veloce del mondo sugli sci. Una che batte pure gli uomini. Una che non ha paura a scendere a 240 orari sui pendii innevati di quella disciplina che era il chilometro lanciato e che oggi si chiama «speed ski», giura di essere una donna normale. «Sono una ragazza che tiene alla sua femminilità», dice Valentina Greggio. Via la tuta iperaderente, via gli spoiler applicati ai polpacci per aumentare la stabilità, via il casco aerodinamico da aliena, ed ecco apparire la ragazza spigliata e spiritosa che colpisce anche per gli occhi di ghiaccio. «Mi piace valorizzare il volto e il fisico, lo sport non deve stravolgere l’identità di una donna».
Perché parliamo di lei? Perché se Alessia Zecchini ha appena raggiunto i 105 metri sott’acqua in apnea, Valentina ad aprile ha conquistato la quarta Coppa del mondo consecutiva nello «speed ski». Una Super-Goggia, forse, pensando alla campionessa olimpica della discesa? «No, la mia specialità è diversa da quelle di Sofia: vado giù dritta, alla massima velocità e in presa diretta con la neve; lei deve curvare e saltare». Due percorsi differenti, due donne eccezionali nell’anno delle azzurre vincenti. E la strada di «Vale» da Verbania, 27 anni, mette i brividi: ha raggiunto i 247,083 km/h, velocità da MotoGp e F1. «Da lassù il mondo è una vertigine bianca. Come direbbero i buddhisti, devo decidere nell’arco di un respiro».
Ma Vale è pure arrabbiata: il meteo sfavorevole le ha prima impedito a Vars di ritoccare quel record stabilito nel 2016 e poi ad Andorra ha fatto sì che bloccasse a quota 26 la sequenza di successi ininterrotti. «Forse non spiaceva che la francese (Celia Martinez, ndr) vincesse la gara. Ho dovuto ripetere la prova, hanno sostenuto che ero passata sotto le fotocellule…». La quarta coppa, comunque, consola. E le sconfitte a volte aiutano. «Ho capito che devo migliorare. Mi sono un po’ addormentata, ora avrò nuovi stimoli. Prima dicevano che le altre erano scarse: ho dimostrato che non era vero, dal momento che nella comparazione con i maschi ne supero parecchi... Ma ora, con Martinez e le altre vicine, devo svegliarmi».
Resta, peraltro, l’eredità di 4 anni senza una sconfitta. Nel curriculum di Lady Jet, 31 dei 35 podi sono primi posti. Come si vive il concetto di imbattibilità? «Uso la battuta dei colleghi uomini – ridacchia —: dicono che… ho gli attributi». Già, i maschi. Valentina, laurea in scienze motorie in arrivo, «tuttologa» dello sport («Ne pratico parecchi»), alpinista tosta che colleziona i 4.000, ha provato quello che Lindsey Vonn insegue da sempre: confrontarsi con l’altro sesso. «Ho già realizzato il suo sogno. Ma per lei sarebbe più difficile. Con tutto il rispetto per la sua carriera – sono una donna e tifo per lei – gli uomini hanno un fisico differente. Però nello speed ski io li osservo per crescere».
Il rapporto con lo sci normale è vissuto senza gelosie e senza sudditanze. «I corpi militari non ci arruolano, ma grazie ai risultati abbiamo più visibilità di chi nello sci “maggiore” arriva quindicesimo». Traduzione: qualche soldo arriva e arriverà. E in attesa di un lavoro stabile, Valentina si arrangerà con i soliti lavoretti: maestra di sci in inverno, quello che capita d’estate. «Ho fatto la cameriera, ma sono pure bagnina e preparatrice atletica». Poi riprenderà a pensare ai pendii da brivido. «Paura? È basilare: lo facciamo per mestiere, non per follia. Fin qui sono riuscita a battere i timori, anche se a Vars con una corda ti cali fino alla partenza e sai di essere al 98% di pendenza». In 6 secondi arrivi a 200 orari, vedendo poco o nulla davanti, scoprendo che 20 secondi sono brevi ma anche eterni. C’è tempo per ragionare? «Altro che. Io a volte canto».