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 2018  marzo 14 Mercoledì calendario

La strana moria di russi a Londra

Lunedì sera alle 22.46, Nikolai Glushkov, russo, 68 anni, è stato trovato morto nella sua casa a New Malden, a sud di Londra. Potrebbe essere una nuova vittima nella guerra delle spie che sta avvelenando i rapporti tra Russia e Gran Bretagna. Glushkov era in Inghilterra dal 2004 con asilo politico, dopo aver scontato 5 anni in una prigione russa per riciclaggio di denaro e frode. Negli anni ’90, Glushkov aveva lavorato per la compagnia automobilistica LogoVAZ dell’oligarca russo Boris Berezovsky. Quest’ultimo venne trovato morto impiccato nel 2013 nel suo bagno, ad Ascot; all’epoca, il fatto fu classificato come suicidio. Berezovsky, oppositore politico di Vladimir Putin, era fuggito dalla Russia nel 1999 e aveva trovato rifugio in Gran Bretagna. Nel 2013, Glushkov aveva dichiarato di avere molti dubbi sul suicidio di Berezovsky e che un gran numero di esuli russi, tra cui l’oligarca e il suo amico intimo Alexander Litvinenko (la spia uccisa con un tè al polonio nel 2006), erano morti in circostanze misteriose. «Boris è stato strangolato», aveva dichiato Glushkov. 
Lo stretto collegamento di Glushkov con Berezosvky, ha allarmato l’intelligence britannica tanto che il ministro degli interni Amber Rudd ha ordinato un’inchiesta per esaminare il presunto coinvolgimento della Russia in altre 14 morti sospette, molte delle quali frettolosamente giudicate suicidi. Tra queste quella dell’informatore Alexander Perepilichnyy (morto mentre faceva jogging nel 2012, trovarono nel suo stomaco tracce di agenti chimici); della «spia della borsa» Gareth Williams; quella di uno scienziato britannico coinvolto nel caso Litvinenko; Scot Young, socio di Berezovsky, nel 2014 trovato trafitto sulle ringhiere dopo essere caduto da un appartamento del quarto piano nel centro di Londra. 
Intanto, le indagini sull’avvelenamento di Sergei Skripal e della figlia Yulia proseguono: l’agente nervino usato, il Novichok, è una delle armi chimiche più letali mai sviluppate, creato negli anni ’80 dall’Unione Sovietica. Le possibilità sono due: o è stata la Russia o qualcuno ha rubato la formula. È incurabile e ne basterebbero 2 grammi per far fuori 500 persone. 
Sergei Lavrov, il ministro degli esteri russo, ieri mattina ha dichiarato: «La Russia non è colpevole, è pronta a cooperare e lo faremo quando Londra ci comunicherà i risultati delle indagini sull’agente nervino». Mentre si attende la riunione del Comitato di sicurezza nazionale prevista per oggi, Boris Johnson ha ringraziato Francia e Germania per il loro sostegno.