Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  marzo 13 Martedì calendario

Sciacalli al cimitero, rubavano ai morti i denti d’oro

Nei prossimi giorni le operazioni di esumazione e i servizi funebri nel cimitero Parco di Torino potrebbero subire ritardi o essere del tutto cancellati. Infatti quindici dipendenti di Afc, società titolare del servizio per la gestione del camposanto e di cui il Comune di Torino è socio unico, sono finiti in galera. Altri undici sono stati indagati e ora l’azienda si trova a corto di personale. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falsificazione di atti, peculato, distruzione e soppressione e sottrazione di cadavere, ricettazione, concussione. Tra le carte della copiosa ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Luisa Ferracarne ed eseguita ieri mattina, ci sono anche circostanze a dir poco raccapriccianti. 
Durante le esumazioni, alcuni degli indagati rubavano denti d’oro, anelli o altri preziosi che erano stati sepolti con il de cuius. In un caso i carabinieri hanno accertato che, vista la difficoltà di strappare i denti, due addetti si sarebbero portati via il teschio del defunto, «così facciamo il lavoro con calma», aveva spiegato uno dei due al telefono, ignorando di essere intercettato, ad un terzo complice. I preziosi trafugati dalle tombe venivano consegnati ad un “compro oro” compiacente che pagava denaro contate, poi diviso tra i componenti della banda. «Gli diamo tutto quell’oro si lamenta telefonicamente uno degli indagati con un collega e lui (il “compro oro”) protesta perché i denti sono sporchi». 
VERBALI FALSI 
Per ovviare all’inconveniente la gang aveva deciso di pulire le capsule e di «schiacciarle, così non si capisce cosa sono». Nel corso delle indagini che si sono protratte per quasi due anni, i carabinieri hanno individuato 265 cadaveri che sarebbero stati depredati dal gruppo di sciacalli. Oltre al furto e al vilipendio, i dipendenti infedeli di Afc avrebbero fatto a gara per assicurarsi le esumazioni. «Ogni cadavere, se non scarnificato, hanno spiegato gli inquirenti valeva una ventina di euro, pagati dalla famiglia, per l’addetto dell’azienda cimiteriale che doveva provvedere poi, come da regolamento, alla cremazione». Per mettersi in tasca il denaro, i becchini falsificavano i verbali di esumazione. Ogni corpo dissepolto, anche se restava solo lo scheletro, veniva descritto come «non completamente decomposto». Dunque per un cadavere non ridotto all’osso c’era sempre qualcosa da mettersi in tasca. 
Il resto era solo questione di relazioni: «Perché non mi ha fatto parlare con la prima famiglia, eh? Facevo uscire un centone al posto dei cinque a testa», dice un altro operatore intercettato. 
LE INTERCETTAZIONI 
Il modo per svoltare e vivere di rendita era l’obiettivo dei capi: «Te lo giuro! Questo si portava a casa 4/5mila euro al mese», è il testo di un’intercettazione riferita a Riccardo Errico, quello che i magistrati indicano come «L’ideatore del sistema criminale adottato da tutti». L’inchiesta non si può considerare conclusa, infatti il pubblico ministero Ganfranco Colace intende accertare quanti soldi i trentun dipendenti di Afc si siano messi in tasca. Certamente cifre considerevoli (almeno per loro) se, come si evince dalle intercettazioni, dopo il lavoro svolto, i denti venduti al “compro oro” e i verbali falsificati, gli indagati dicevano tra loro: «Copritemi che esco senza bollare e vado a fare la spesa. Così festeggiamo e ci facciamo la grigliata come l’altra volta». L’Afc risulta estranea ai fatti, anzi: «Abbiamo cominciato a indagare ha spiegato il colonnello Emanuele De Santis, comandante provinciale del carabinieri proprio a partire da un esposto presentato dalla direzione della società». L’assessore ai Servizi cimiteriali del Comune, Marco Giusta, ha disposto la sospensione dei dipendenti Afc coinvolti e ha rassicurato l’utenza: «Abbiamo messo in campo ha detto misure correttive, alcune già operative altre pronte ad essere avviate, grazie anche alla collaborazione con l’assessorato regionale alla Sanità per la presenza di un medico legale durante le esumazioni».