13 marzo 2018
APPUNTI PER GAZZETTA - TRUMP LICENZIA TILLERSONMaria Giovanna Maglie per Dagospia Per chi non lo avesse chiaro, Gina Haspel, nuovo “Director of the Cia”, direttore della Cia, (l’ inglese li salva dagli orrori della declinazione femminile politically correct, però potete sempre provare a dire la capa della CIA), è una donna, anche se non del genere che piace dalle parti di Arcore, dove di Donald Trump vengono apprezzate la moglie e la figlia
APPUNTI PER GAZZETTA - TRUMP LICENZIA TILLERSON
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Per chi non lo avesse chiaro, Gina Haspel, nuovo “Director of the Cia”, direttore della Cia, (l’ inglese li salva dagli orrori della declinazione femminile politically correct, però potete sempre provare a dire la capa della CIA), è una donna, anche se non del genere che piace dalle parti di Arcore, dove di Donald Trump vengono apprezzate la moglie e la figlia.
trump tillerson
È la prima volta che una donna viene nominata a un incarico tanto maschile nella tradizione, nella storia e nella pratica, ma siccome l’ha nominata Donald Trump, la notizia dell’Innovazione passa sotto silenzio e si preferisce parlare del fatto che, guarda un po’, la signora non è una mammoletta, e subito dopo l’11 Settembre ha assistito a pratiche di interrogatorio di terroristi definite come tortura, ma altrimenti avrebbe scelto un altro mestiere.
Per chi non lo avesse chiaro, l’uscita di scena di Rex Tillerson, sostituito bruscamente col capo della CIA, Mike Pompeo, non è il fulmine a ciel sereno, la notizia inattesa, la bomba inaspettata, che avete sentito dai titoli dei TG e sulle pagine web dei quotidiani.
Rex Tillerson è un uomo forte importante sulla scena mondiale, ex capo della Exxon Mobil, esperto di tavoli di negoziato internazionale a livello economico, tanto esperto da aver deciso dall’inizio di fare di testa sua. Ma il capo dell’esecutivo e’ un altro, non è lui, quindi prendendone le distanze per 14 mesi, si è cacciato da solo.
gina haspel
Ieri Tillerson ha dato il pretesto che il presidente aspettava al presidente, contraddicendo platealmente una scelta della Casa Bianca di tacere per il momento sulla vicenda orribile e oscura della ex spia russa e di sua figlia avvelenati a Londra, e dichiarando che
"we are outraged that Russia appears to have again engaged in such behavior. From Ukraine to Syria – and now the U.K. – Russia continues to be an irresponsible force of instability in the world, acting with open disregard for the sovereignty of other states and the life of their citizens”.
Una dichiarazione estremamente dura, che tradotta suona così: siamo oltraggiati che la Russia a quanto pare sia di nuovo coinvolta in certi comportamenti. La Russia continua a essere una forza irresponsabile di instabilità nel mondo, ad agire con aperta noncuranza per la sovranità di altri Stati e la vita dei loro cittadini”.
Gli replica Trump, mentre fa l’annuncio delle nuove nomine: parlerò con Teresa May, aspetto di sapere con esattezza come sono andate le cose, e se le nostre conclusioni saranno uguali a quelle del Regno Unito, allora condanneremo la Russia.
Poi, nel dare appuntamento in California ai giornalisti - ”ci vediamo al muro”, altro viaggio che susciterà polemiche pesanti - spiega che fin dall’inizio ci sono stati disaccordi con Rex Tillerson, che, per esempio, Tillerson ritiene l’accordo con l’Iran un buon accordo, il presidente lo ritiene pericoloso e stolto, e che ha preso la decisione di sostituirlo personalmente, che è sicuro che con Mike Pompeo ci sarà un ottimo rapporto e molte meno occasioni di disaccordo.
mike pompeo donald trump
La verità però è che a parte il pretesto della crisi tra Russia e Inghilterra, il rapporto con Tillerson si è definitivamente logorato sulla Corea del Nord, e Trump non intende andare al delicatissimo incontro con Kim Jong un, e prepararlo, con uno che gli sembra che remi contro.
Nelle prossime settimane infatti sì lavorerà In un clima che assomiglia molto a quello dei Summit della Guerra Fredda e si prenderanno decisioni tutte legate alla sicurezza nazionale. Dove si terrà il summit? Chi farà parte della delegazione presidenziale? Come rispondere a eventuali richieste a sorpresa della Corea del Nord prima del summit, richieste che se negate lo metterebbero in crisi, se accolte segnalerebbero debolezza? Quali documenti di pre impegno sulla strada della denuclearizzazione può e deve chiedere Washington prima dell’incontro?
Naturalmente nel frattempo resteranno in piedi le questioni della rinegoziazione del Nafta con Canada e Messico e della guerra commerciale incombente con l’Unione europea e la Cina, sarà presa la decisione definitiva sull’accordo farlocco con l’Iran, incombe la Siria, la Russia è un interlocutore riottoso rispetto al quale, fino a che non finiscono le inchieste del procuratore speciale, l’amministrazione Trump gioca con le mani legate dietro la schiena.
mike pompeo nello studio ovale con mitch mcconnell
Non è una fase che si possa gestire con un segretario di Stato che pensa in proprio, spesso dichiara in proprio, addirittura una volta di fronte a testimoni ha chiamato “Moron” imbecille, il suo presidente. Non solo Tillerson, probabilmente anche altri prenderanno la strada di casa probabilmente, per primo a quanto si sa il consigliere per la sicurezza nazionale H.R. Master.
Calza invece a perfezione alla bisogna il ritratto e il personaggio di Mike Pompeo, il nuovo segretario di Stato. Intanto è simbolicamente forte la nomina a capo della diplomazia di uno che faceva il capo delle spie. Trump combatte contro il deep state di Washington, questa scelta, ma anche di piu’ quella di Gina Haspel, personaggio sempre dietro le quinte, pancia a terra, ma estremamente apprezzata nell’ambiente, sono tanto utili all’Amministrazione quanto modi di tendere la mano ai nemici. Non cambieranno idea quei dirigenti dell’Fbi o dei servizi che intendono candidarsi alle elezioni di midterm nelle file del partito Democratico, ma per i moderati il segnale è vistoso.
Pompeo viene da West Point e dall’esercito americano della Cortina di ferro prima della caduta del Muro di Berlino. Poi una carriera di manager nell’industria pesante, fino alla scelta della politica nel partito repubblicano con l’elezione a deputato del Kansas dal 2011 al 2017, quando è stato nominato direttore della Cia con il buon margine di 66 a 32. Da deputato è stato protagonista di polemiche furibonde tanto sull’ accordo di Obama con l’Iran, quanto sull’ assassinio dell’ambasciatore Stevens a Bengasi nel 2012. Fece parte di una commissione di inchiesta, chiese e ottenne una forte reprimenda dell’allora Segretario di Stato Hillary Clinton per la gestione dell’attacco e della ricaduta politica.
kim jong un
Definirlo una spia di professione oggi che viene nominato segretario di stato e’ quindi inesatto, certo ha tessuto, e saputo in quest’ultimo anno tenere in piedi, nonostante lo Sturm und drang della Presidenza Trump, buoni rapporti con l’intelligence internazionale.
E’ invece una spia, e che spia, la signora che da oggi è capo della Cia, dando una bella capocciata al soffitto di cristallo delle conquiste femminili.
61 anni, 32 di carriera nell’agenzia, periodi importanti nei cosiddetti Black Sites dove sono stati interrogati e sottoposti alla pratica, poi abbandonata, del waterboarding, l’annegamento che si ferma un attimo prima della morte, i terroristi islamici.
Ci saranno sicuramente polemiche forti al momento della conferma in Senato, molte di più per lei che non per lui.
WATERBOARDING
Come vi dicevo, è molto apprezzata. dagli Insider di Washington, che si sono immediatamente diffusi in dichiarazioni positive, compreso l’ex direttore della CIA e del National Intelligence di Obama, Michael Hayden. Ma è detestata da una parte del partito democratico, e dalle associazioni per i diritti civili. Il waterboarding lo consenti’ nel 2002 da direttore di un blacksite in Thailandia. Nella prigione segreta della CIA furono torturati due famosi terroristi, Abu Zubayadah e al Rahim al-Nashiri. Qualche anno dopo la Haspel finì di nuovo sotto accusa per aver ordinato la distruzione di video che provavano torture.
La pratica del finto annegamento ripudiata durante l’amministrazione Obama, almeno ufficialmente perché Guantanamo non è mai stata chiusa, e’ invece difesa tanto dal neo segretario di Stato quanto dal presidente Trump, che anche di recente ha ribadito che:
WATERBOARDING 3
"We’re worried about waterboarding as our enemy, ISIS, is beheading people and burning people alive. Time for us to wake up," . Ci stiamo a preoccupare del waterboarding mentre il nostro nemico l’isis decapita la gente la brucia viva. È l’ora di svegliarsi.
A quanto pare sono arrivati quelli svegli.
REPUBBLICA.IT
WASHINGTON - Terremoto alla Casa Bianca. Donald Trump ha rimosso dal suo incarico il Segretario di Stato (cioè il nostro "ministro degli Esteri") Rex Tillerson, e lo ha sostituito con l’attuale direttore della Cia, Mike Pompeo, innescando così un domino di nuove nomine. Una decisione confermata da Trump in un tweet, che ha poi aggiunto: "Ho deciso da solo, ora Tillerson sarà più felice. Con Rex Tillerson non ci trovavamo d’accordo su alcune cose. Sull’accordo iraniano non la pensiamo allo stesso modo". Difatti Tillerson ha sempre creduto che i negoziati sul nucleare con Teheran fossero meglio di una linea dura. Al posto di Pompeo, in ogni caso, arriva Gina Haspel, sua numero due e soprattutto prima donna a ricoprire la massima posizione nell’agenzia.
Mike Pompeo, Director of the CIA, will become our new Secretary of State. He will do a fantastic job! Thank you to Rex Tillerson for his service! Gina Haspel will become the new Director of the CIA, and the first woman so chosen. Congratulations to all!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 13, 2018 Subito dopo l’annuncio, Mike Pompeo si è ripromesso di lavorare per garantire "che la nostra nazione sia per sempre sicura, forte ed orgogliosa e potente e libera": il direttore uscente della Cia scelto per sostituire Rex Tillerson si è detto "profondamente grato al presidente Trump: la sua leadership - ha dichiarato - ha reso l’America più sicura e non vedo l’ora di rappresentarla e di rappresentare il popolo americano davanti al resto del mondo per portare avanti la prosperità americana". Pompeo è considerato un "falco" in politica estera, soprattutto per quanto riguarda il dossier Corea del Nord.La scheda - CHI E’ MIKE POMPEO
Nonostante fosse inizialmente uno dei fedelissimi del presidente (e con solidi legami con la Russia), da tempo i rapporti tra Trump e Tillerson erano molto tesi, tanto che i giornali americani più volte avevano parlato di dimissioni imminenti a causa di numerose frizioni sulla strategia estera degli Stati Uniti Per esempio: Trump voleva una linea più dura sulla Corea a differenza di Tillerson, il quale era contro l’uscita dagli accordi di Parigi. Inoltre, la Nbc lo scorso dicembre aveva parlato di un insulto di Tillerson a Trump ("imbecille") che non sarebbe andato già al Presidente. Secondo il Washington Post, comunque, la decisione sarebbe arrivata già venerdì scorso, costringendo il segretario di Stato ad accorciare improvvisamente il suo viaggio in Africa. Un sorriso e camicia vietnamita: la stretta di mano tra Trump e Putin Navigazione per la galleria fotografica 1 di 8 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow Il presidente, da tempo in battaglia con Tillerson ritenuto "troppo parte dell’establishment", ritiene "il cambio importante ora che sono in corso i preparativi per l’incontro con il leader della Corea del Nord Kim Jong-un e mentre sono in corso le trattative per le modifiche" del Nafta, l’accordo di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico. Un assistente di Tillerson ha detto alla Associate Press: "Rex non sa perché è stato licenziato, non gli è stato comunicato". Nord Corea, Tillerson: "Tutte le opzioni sul tavolo, ma preferiamo il dialogo" Condividi Per quanto riguarda Gina Haspel, invece, nel 2002 sarebbe stata coinvolta in due casi di torture nei confronti di due prigionieri sospettati di terrorismo. Ciononostante, qualche settimana fa era stata nominata vice di Pompeo, ritrovandosi così in rampa di lancio per il grande salto di oggi. La sua promozione, secondo il quotidiano americano, è il segno di come l’amministrazione Trump tratti con più indulgenza i casi di tortura negli alti ranghi della Difesa e della Sicurezza americana.
ARCHIVIO - Numero due della Cia la discussa Gina Haspel, coinvolta in casi di tortura
Sessant’anni, una veterana dell’agenzia, Haspel diresse infatti uno dei primi "black site" aperti dagli Usa, un compound in Thailandia dal nome in codice "Cat’s Eye", all’interno del quale i sospetti terroristi di Al Qaeda. Abu Zubaida e Abd al-Rahim al-Nashiri, furono sottoposti a waterboarding ed altre pratiche di tortura. La Haspel era inoltre capo dello staff di Jose Rodriguez, alla testa del Centro antiterrorismo, quando questi, successivamente, ordinò la distruzione di centinaia di video girati nel centro di detenzione in Thailandia. Nelle sue memorie Rodriguez scrisse che fu Haspel a impartire l’ordine della distruzione delle registrazioni nel 2005, in un momento in cui il programma era sempre più oggetto di attenzioni critiche. Nell’allora comunicato, il direttore dell’agenzia, Mike Pompeo, definì Haspel "una funzionaria esemplare e intelligente, una patriota con più di 30 anni di esperienza nell’agenzia". Donald Trump in passato ha spesso speso parole positive per la tortura, ma è sempre stato ripreso dal Segretario alla Difesa Mattis.
Intanto anche l’assistente personale del presidente Donald Trump, John McEntee, è stato allontanato dalla Casa Bianca perché sotto indagine del dipartimento di Sicurezza nazionale per gravi reati finanziari. Lo afferma la Cnn, citando una fonte vicina al caso. Le accuse, precisa l’emittente, non sono legate al presidente Donald Trump. McEntee era stato scortato fuori dalla Casa Bianca lunedì senza che venisse indicata chiaramente la ragione del suo allontanamento: fonti avevano riferito che non era riuscito a ottenere il nulla osta di sicurezza permanente, e la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders non aveva voluto commentare. A distanza di ventiquattro ore, però, la campagna di Trump per le elezioni del 2020 ha già annunciato che McEntee è entrato nello staff elettorale come consulente.
Dopo tante avvisaglie, Donald Trump ha deciso di rimuovere l’oramai ex segretario di Stato Rex Tillerson, che sarà sostituito dal direttore della Cia, Mike Pompeo, il quale a sua volta sarà rimpiazzato dalla sua vice Gina Haspel.
CHI E’ MIKE POMPEO
Di evidenti origini italiane (la sua famiglia proviene da Caramanico Terme, Abruzzo), 54 anni, ex militare, Pompeo è stato membro della Camera dei Rappresentanti (Kansas) per i repubblicani dal 2011 al 2017 e direttore della Cia dal 23 gennaio 2017 al 13 marzo 2018, prima di essere nominato a Segretario di Stato.
Consigliere di Trump molto ascoltato su intelligence e politica estera, è considerato un "falco", cioè dalle posizioni radicali, su vari aspetti della politica estera americana, come il caso della Corea del Nord (verso la quale tuttavia c’è stata di recente una piccola apertura). Pompeo ha un approccio duro anche sulla questione Iran e ha più volte dichiarato che fosse per lui straccerebbe l’accordo nucleare raggiunto con l’Occidente, a cui però l’Europa non vuole assolutamente rinunciare.
Al contrario, Pompeo ha una posizione piuttosto indulgente sul caso Russiagate. Secondo lui, come ha già fatto ieri la Commissione intelligence della Camera dei rappresentanti (controllata dai repubblicani), non è una novità che Mosca provi a influenzare, senza successo, il voto americano. Inoltre, in passato ha avuto dei colloqui con alcune spie russe nel quartier generale della Cia, cosa che aveva generato sospetti e polemiche.
La nomina alla Cia di Gina Haspel. Il presidente ha poi nominato il nuovo numero 2 della Cia un altro personaggio molto discusso: Gina Haspel, 60 anni, una veterana dell’agenzia, coinvolta in casi di tortura. Diresse infatti uno dei primi ’black site’ aperti dagli Usa, un compound in Thailandia dal nome in codice ’Cat’s Eye’, all’interno del quale i sospetti terroristi di Al Qaeda. Abu Zubaida e Abd al-Rahim al-Nashiri, furono sottoposti a waterboarding ed altre pratiche di tortura.
RITRATTO DI GINA HASPEL
La Haspel era inoltre capo dello staff di Jose Rodriguez, alla testa del Centro antiterrorismo, quando questi, successivamente, ordinò la distruzione di centinaia di video girati nel centro di detenzione in Thailandia. Nelle sue memorie Rodriguez scrisse che fu Haspel a impartire l’ordine della distruzione delle registrazioni nel 2005, in un momento in cui il programma era sempre più oggetto di attenzioni critiche. Il Dipartimento alla Giustizia ha indagato per anni sui presunti abusi compiuti nel quadro dei programma di interrogatori e la distruzione dei video, ma nessuna accusa è stata mai formalizzata. Nel comunicato ufficiale di nomina, il direttore dell’agenzia, Mike Pompeo, definisce Haspel "una funzionaria esemplare e intelligente, una patriota con più di 30 anni di esperienza nell’agenzia". Donald Trump ha ribadito una settimana fa che "la tortura funziona", ribaltando così la posizione di Barack Obama che ne aveva proibito l’uso.
LASTAMPA.IT
Si congeda con la maglia numero 20 Rex Tillerson, ovvero quella del 20 esimo funzionario dell’amministrazione di Donald Trump che lascia il proprio incarico in circa 14 mesi di governo. La motivazione è lapidaria e indiscutibile, così come l’ha fornita lo stesso presidente degli Stati Uniti: «Non ci trovavamo d’accordo su alcune cose. Sull’accordo iraniano - ad esempio - non la pensiamo allo stesso modo».
Così come altrettanto lapidaria è stata la spiegazione della scelta quale sostituto alla guida del dipartimento di Stato, ovvero Mike Pompeo, attuale direttore della Cia: «Con Pompeo siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Fin dall’inizio c’é stata una buona chimica».
Secondo il Washington Post, Trump ha chiesto a Tillerson di farsi da parte venerdì scorso, costringendo il numero uno di Foggy Bottom ad accorciare il suo viaggio in Africa. La motivazione ufficiale del ritorno anticipato è stata quella di un improvviso malessere dell’ex petroliere. Il malessere c’era, ma in realtà era quello che nutriva il presidente nei confronti del suo ministro (e viceversa) perché ritenuto «troppo integrato nell’establishment», forse anche per il suo passato alla guida di Exxon Mobil. Pertanto un «turn over» era necessario, dice il quotidiano della capitale «specie ora che sono in corso i preparativi per l’incontro con il leader della Corea del Nord Kim Jong-un e le trattative per le modifiche» del Nafta, l’accordo di libero scambio fra Usa, Canada e Messico.
Non è chiaro invece se la mossa di Trump abbia a che fare con la vicenda dell’avvelenamento della spia russa e di sua figlia avvenuto in Inghilterra, per il quale si ritiene presunto responsabile il Cremlino. Il capo della diplomazia Usa si era schierato a fianco di Londra concordando con le conclusioni della premier britannica Theresa May che la Russia è «molto probabilmente responsabile» dell’avvelenamento. «Concordiamo - aveva detto il segretario di Stato - sul fatto che i responsabili, sia quelli che hanno commesso il crimine sia quelli che l’hanno ordinato, debbano avere serie conseguenze».
Anche la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders ieri si era dichiarata a fianco di Londra, ma senza pronunciarsi sulle responsabilità dell’avvelenamento. Negli ultimi giorni Tillerson era sembrato anche tagliato fuori dall’evoluzione del dossier nordcoreano.
«Con la sua leadership Trump ha reso l’America più sicura», sono state le prime parole di Pompeo da capo della diplomazia statunitense. Sempre su Twitter, il presidente ha reso noto chi sostituirà Pompeo. «Mike Pompeo, direttore della Cia, diventerà il nostro nuovo segretario di Stato. Farà un lavoro fantastico! Grazie a Rex Tillerson per il suo servizio! Gina Haspel diventerà il nuovo direttore della Cia, e la prima donna scelta. Congratulazioni a tutti», entranti e uscenti. E il rimpasto continua.
La mossa era in realtà attesa da mesi. Già in dicembre il New York Times aveva scritto che la Casa Bianca aveva un «piano già operativo» per sostituire Tillerson con Pompeo. Il rapporto tra il presidente e il suo capo della diplomazia era infatti ormai ridotto ai minimi termini. Almeno da quando una gola profonda rivelò ai media americani della sfuriata di Tillerson al margine di una riunione: in quell’occasione avrebbe definito Trump un «moron», ossia un idiota. E il presidente reagì sfidando il segretario di Stato in un test sul quoziente di intelligenza.
Le differenze di vedute, a livello di politica internazionale, sono state in effetti molte. A partire dall’Iran e dalla Corea del Nord: Tillerson ha invano invitato a più riprese il presidente ad usare toni più pacati e a favorire comunque la via negoziale a quella dello scontro verbale.
Il nuovo segretario di Stato è considerato un «falco». Sotto la sua direzione, ad esempio, la Cia ha declassificato documenti che rivelano come Teheran abbia dato ospitalità a uomini di al Qaeda in passato. Secondo il Washington Post, che ha parlato con alcuni alti funzionari della Casa Bianca, Trump vuole creare una nuova équipe per affrontare i negoziati sul commercio mondiale, dopo aver varato i dazi su alluminio e acciaio, ma anche lo storico incontro con il leader della Corea del Nord, annunciato a sorpresa e di cui ancora non si conosce né la data né il luogo dove si svolgerà. «Mike ha meritato gli elogi dei nostri due partiti rafforzando la capacità dei servizi segreti e modernizzando le nostre capacità offensivi e difensive e stringendo stretti legami con i nostri alleati», ha aggiunto Trump con un comunicato ufficiale. Da parte sua, Mike Pompeo si è dichiarato «profondamente riconoscente».
Anche Gina Haspel, nuova direttrice della Cia, è considerata una «trumpiana» di ferro. Haspel è stata a lungo un’agente sotto copertura. Nel suo passato, secondo quanto riferito dall’Associated press al momento della sua nomina a vice-direttore, c’è anche qualche ombra: durante la sua attività operativa avrebbe infatti diretto un black site in Thailandia, ossia uno dei centri in cui venivano praticato il programma «extraordinary rendition», che prevedeva l’uso di torture durante gli interrogatori, poi chiuso ufficialmente da Barack Obama .
Trump aveva ammesso in campagna elettorale che sarebbe stato bene reintrodurre l’uso delle torture contro i sospetti terroristi e Pompeo nel 2014, allora deputato del Kansas, disse che gli agenti che le avevano compiute erano dei «patrioti».
GINA HASPELGina Haspel è una veterana e una insider della Cia. È stata sul campo, ha partecipato alla lotta brutale al terrorismo, ha guidato le operazioni coperte. Un tipo di lavoro dove ci si sporca. E parecchio. Infatti, non appena, è stata annunciata la sua promozione al vertice dell’agenzia è riapparso il suo passato controverso. Da agente segreto.
La funzionaria, 61 anni, è stata al centro di non poche polemiche in quanto ha diretto uno dei «black sites», le prigioni create dalla Cia all’estero dopo l’11 settembre, luoghi dove poter torturare elementi legati ad al Qaeda e in qualche caso anche degli innocenti. Haspel era tra le responsabili del centro noto come Cat’s Eye, in Thailandia, dove vennero sottoposti alla tecnica del waterboarding (la simulazione dell’annegamento) numerosi terroristi. Tra loro Abu Zubayda, considerato - forse esagerando - una figura centrale dell’organizzazione eversiva. Dopo una di queste sessioni, piuttosto dure, lo stato fisico dell’estremista era in condizioni pessime, al punto che pensavano fosse morto. Sempre la Haspel è stata poi coinvolta nella decisione di distruggere i video che documentavano il «trattamento» riservato ai prigionieri. Passo deciso dall’intelligence senza averne il permesso. Infatti nel 2013 la sua carriera ha subito uno stop proprio per quelle storie, ma in seguito è riemersa scalando le gerarchie fino arrivare alla nomina a numero due nel febbraio dello scorso anno.
La nuova direttrice, che ha trascorso anche un periodo a Londra e si è occupata del dossier russo, gode dell’appoggio dell’apparato. Viene dai ranghi dell’agenzia, conosce corridoi e persone, dettagli e profili, ma anche il «lato oscuro» di una macchina immensa. I suoi estimatori le riconoscono grande professionalità e determinazione, i suoi critici - anche al Congresso - non le perdonano la partecipazione alle rendition, un tipo di azione che ha coinvolto anche l’Italia con il caso di Abu Omar. Come per altre nomine di Trump, bisogna aspettarsi indiscrezioni, fughe di notizie, veleni. Sarà battaglia, in tutti i sensi.
SARCINA SU CORRIERE.ITa cosa che stupisce di più è proprio lo... stupore di Rex Tillerson. Da mesi l’ex Segretario di Stato fluttuava ai margini dell’amministrazione di Donald Trump. Il suo parere sulle grandi questioni era totalmente irrilevante, se e quando veniva chiesto. L’ultima prova giovedì 8 marzo. In una sola giornata il presidente ha sterzato bruscamente su due temi vitali nelle relazioni internazionali. La mattina ha imposto i dazi su acciaio e alluminio, colpendo anche gli alleati Nato; il pomeriggio ha accettato l’invito al negoziato diretto offerto dal dittatore nord coreano Kim Jong-un. Tillerson, ignaro di tutto, era sull’aereo in viaggio verso l’Africa. Una delle sue tante, inutili e infruttuose missioni. Nuovo Segretario di Stato Usa, Trump caccia Tillerson: al suo posto Mike Pompeo
L’ex numero uno della Exxon Mobil non è mai riuscito a prendere in mano il timone della politica estera americana. O meglio, il clan di Donald Trump e i suoi consiglieri più stretti non glielo hanno mai consentito. «The Donald» lo ha sistematicamente delegittimato, via Twitter. Jared Kushner lo ha escluso dal quadrante del Medio Oriente e ha intralciato i suoi rapporti con la Cina. I leader degli altri Paesi hanno capito l’anomalia. Un solo esempio: la cancelliera Angela Merkel ha preferito agganciare e blandire Ivanka Trump, anziché esplorare i canali diplomatici presieduti dal Segretario di Stato.
Tillerson ha ricambiato con gli interessi la sfiducia della Casa Bianca. A fine luglio dello scorso anno ci fu una complicata riunione al Pentagono, ospitata dal Segretario alla Difesa James Mattis, con Tillerson e il presidente. Alla fine il Segretario di Stato tirò le fila con alcuni dei suoi collaboratori: «Trump è proprio un deficiente». La frase fu spifferata ai giornali praticamente in tempo reale. Un segnale che Tillerson non era molto popolare neanche al Dipartimento di Stato. La sua riorganizzazione non è mai andata in porto e anzi, ha subito il taglio di risorse del 20-30% previsto dal bilancio federale senza opporre resistenza. In queste condizioni, allora, c’è piuttosto da chiedersi come abbia fatto Rex a resistere così a lungo.
Il piano per sostituirlo era noto dalla fine di novembre.L’uomo nuovo è Mike Pompeo, 53 anni, del Kansas, parlamentare per sei anni, repubblicano e iper conservatore. Il direttore della Cia dovrà ora essere confermato dal Senato, prima di prendere il posto di Rex Tillerson. Ma dovrebbe farcela senza troppi problemi. Il paradosso è che Trump ha citato tra le priorità i possibili colloqui con Kim Jong-un, percorrendo la strada più volte indicata da Tillerson. Sarà Pompeo, adesso, a negoziare i preparativi. E oggettivamente è un fatto positivo per gli Stati Uniti. Il team di Trump dovrà dimostrarsi innanzitutto compatto in una partita che coinvolge il rapporto con gli alleati Corea del Sud e Giappone e le relazioni con la Cina.
Da mesi, ogni mattina, Pompeo, insieme con i capi degli altri servizi segreti, va a rapporto dal presidente. E, da quello che si è visto, Trump ha tratto ispirazione più da questi colloqui che dai numerosi pranzi con Tillerson. Le scelte più rocciose di Trump, dall’Iran al «climate change», dai dazi alla Siria, sono state come minimo condivise da Pompeo. C’è, però, un punto di debolezza: il Segretario designato diffida della Russia. È convinto che il Cremlino abbia manovrato per interferire nelle elezioni presidenziali. Vedremo come Pompeo gestirà questa posizione critica in pieno «Russiagate».
Il rimpasto di Trump taglia fuori il senatore dell’Arkansas Tom Cotton, 40 anni, avvocato e veterano delle guerre in Iraq e in Afghanistan. Cotton era dato per sicuro come nuovo direttore della Cia, al posto dello stesso Pompeo. Trump gli ha preferito Gina Haspel, l’attuale vicedirettore dell’agenzia. Le spiegazioni possibili sembrano due: il presidente ha valutato che Cotton sia più utile in Senato, dove la maggioranza dei repubblicani è risicata e in costante affanno; oppure lo ha tenuto di riserva in caso di ulteriori scossoni. A Washington, anche in questo caso da mesi, si pensa che il prossimo nella lista dei partenti sarà il generale Herbert Raymond McMaster, il consigliere per la sicurezza nazionale.