Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  marzo 13 Martedì calendario

Macron privatizza gli aeroporti. I Benetton in corsa per comprare

Emmanuel Macron ha urgente bisogno di soldi per finanziare il Fondo per l’innovazione delle imprese, promesso durante la campagna elettorale e lanciato all’inizio dell’anno. Ma i dieci miliardi di euro necessari mancano all’appello. Ebbene, il presidente avrebbe già deciso come fare: privatizzando. Comincerebbe da Adp, gli aeroporti di Parigi: Charles de Gaulle e Orly, i due scali che insieme costituiscono il secondo polo in Europa. E, secondo il vortice di voci che circola ormai a Parigi, Atlantia, controllata dalla famiglia Benetton, potrebbe farsi avanti.
Lo Stato francese controlla attualmente il 50,6% di Adp. Ma una legge sulla quale sta lavorando assiduamente il governo di Edouard Philippe dovrebbe consentire all’amministrazione pubblica di scendere sotto la soglia del 50% della società. Il progetto di legge sarà presentato il 18 aprile al Consiglio dei ministri e, se tutto va bene, verrà approvato in autunno, per dare poi il via alle danze a fine anno. Adp sarebbe la prima a essere privatizzata, ma lo Stato potrebbe cedere anche una parte (probabilmente una quota fra il 30 e il 40%) del 72% che detiene nella Française des jeux (Fdj), che controlla il Loto, la lotteria nazionale, e scendere ancora, come già fatto nel settembre 2017, nel capitale del colosso Engie, mentre, secondo quanto dichiarato da fonti del governo al quotidiano Le Monde, il 15% di Renault ancora in mani pubbliche resterebbe tale.
In ogni caso si partirebbe da Adp. Perché? L’azione è lievitata di quasi il 70% negli ultimi dodici mesi e le prospettive, borsistiche e non, restano molto positive, per un settore in forte espansione. L’anno scorso il gruppo ha realizzato un fatturato di 3,6 miliardi, con margini netti pari al 18,2%. Ed è possibile che lo Stato decida di cedere tutta la sua quota, per liberarsi una volta per tutte di quella spada di Damocle del finanziamento del Fondo per l’innovazione che grava sul collo di Macron. Sì, perché, con la quotazione attuale, lo Stato incasserebbe fra gli 8 e i 9 miliardi, quasi il totale del necessario per il fondo. Non solo: non sarebbe difficile trovare gli acquirenti.
Uno potrebbe essere proprio Atlantia, che già in Francia possiede lo scalo di Nizza (e in Italia Aeroporti di Roma). Sulla Costa azzurra sono soddisfatti della privatizzazione (invece, quella dell’aeroporto di Tolosa, voluta nel 2014 dall’allora ministro dell’Economia Macron, a favore di un gruppo cinese, è stata un mezzo disastro). Fra l’altro qualche giorno fa Atlantia è diventata con il 15,5% del capitale uno degli azionisti forti di Getlink, la società di Eurotunnel. E la possibilità ormai alta che proceda all’opa sulla spagnola Albertis con il rivale Acs le consentirebbe di mantenere più risorse per poi partecipare alla privatizzazione di Adp.
Anche per questa operazione sono possibili alleanze tra gruppi diversi. I candidati più probabili a mettere le mani sugli aeroporti parigini sono il francese Vinci (che già detiene l’8% di Adp), gli spagnoli di Ferrovial (che gestiscono Heathrow a Londra), l’assicuratore francese Prédica (questa filiale di Crédit Agricole è già azionista al 5,1% dei due scali della capitale francese). E potrebbero farsi avanti pure dei fondi d’investimento, come Maquarie e la Cassa depositi del Quebec.