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 2018  marzo 12 Lunedì calendario

Pd, spariti mille circoli. E molti sono “muti”

Calano i voti, si riducono gli iscritti, ma si sgretola anche l’ossatura della militanza Pd: i circoli. Erano 7mila i circoli nell’era Bersani. Oggi il Nazareno – che solo al congresso di aprile contava 6.648 circoli – dà cifre oscillanti tra i 5800 e i 6mila. Nemmeno così male, sulla carta. Quando però il responsabile organizzazione Pd Andrea Rossi inviò un questionario ai segretari di circolo per conoscere lo stato del Pd sui loro territorio, soltanto 2mila circoli risposero. Gli altri 4mila restarono “muti”. Non raggiunti o irraggiungibili. Comunque senza voce.
Un segnale da cogliere, perché lo scheletro dei circoli Pd sulla mappa dell’Italia si sovrappone a quella delle ( poche) vittorie dei dem il 4 marzo. Toscana ed Emilia Romagna, insieme, calano ma reggono, e contano 1365 circoli. Oltre la metà dei 2mila “attivi” sull’intero territorio nazionale. L’Emilia Romagna oggi ne ha 596. Erano oltre 700 prima del 2013, ma l’emorragia di iscritti che in cinque anni ha dimezzato i tesserati nella ex regione rossa, dai 76mila di allora a poco più di 40mila, ha reso necessari tagli e accorpamenti. Le sezioni sono aperte anche poche ore a settimana, ma ci sono. In Toscana va un poco meglio, con 769 sezioni e 46mila iscritti. Tutti i circoli sono aggrappati alla rete Andromeda, software che nasce 15 anni fa ma che non è stato ancora esteso a tutta Italia, che ti dice nomi, numeri e storie di ciascuno. Nelle sezioni ci sono segretari, gruppi dirigenti, discussioni e liti. A Milano ci sono anche idee. Il segretario metropolitano Pietro Bussolati ha 10mila iscritti stabili da qualche anno, e ha addirittura aperto 10 nuove sezioni, trasformandole da territoriali in tematiche. «In questo modo abbiamo raggiunto i 164 circoli in città, rendendoli più flessibili, legandoli ai temi». Non è un caso, forse, che a Milano città il Pd sia il primo partito.
Altra storia da Roma in giù. La capitale aveva 110 sezioni nel 2015. Oggi ne ha una settantina, dopo che il commissario Matteo Orfini – subentrato a seguito di Mafia Capitale – scovò diverse decine di sedi fantasma. In Sicilia – dove il Pd è al lumicino – s’è dimesso il segretario regionale Fausto Raciti, e il suo responsabile organizzazione Antonio Rubino contava tra i 250 e i 300 circoli in regione prima di fondare il movimento “Partigiani del Pd”,in polemica con le candidature alle politiche. Nelle province le sezioni siciliane ci provano. Ma nelle grandi città sono spesso scatole vuote, con le tessere in tasca ai capi corrente regionali. I circoli esistono, formalmente, ma spesso non hanno organismi dirigenti. Producono iscritti e voti ai congressi – come quello di aprile – ma non sono luoghi di aggregazione della comunità. «Vogliamo un partito con sedi anche piccole, ma con pareti e persone» spiega Rubino. Un partito che riallacci i fili con Roma, anche. Sul sito del Pd nazionale, dietro la grafica delle pagine di primo piano, si scova infatti la mappa delle sezioni Pd in Italia: dicci dove sei e ti diciamo dov’è il circolo più vicino a te. Basta provare a farlo, però, e ci si accorge che è una versione “beta”, di prova, e che non è stata mai finita. Infatti sulla mappa non s’accende nessuna luce.