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 2018  marzo 12 Lunedì calendario

Non pensate di sbarazzarvi facilmente del latino

Non si è parlato mai di latino e greco come negli ultimi anni. Più il corpo linguistico della cultura classica dà segni di cedimento, più intorno al morente si animano taumaturgici dibattiti per tentare di resuscitarlo. Appelli di intellettuali in difesa dei licei classici in crisi di iscrizioni, riflessioni intorno all’importanza delle lingue morte come memoria culturale della lingua viva, proposte di nuovi metodi didattici. Intanto latino e greco vanno per la loro strada, adattandosi al nuovo mondo, a quel diabolico universo tecnologico che avrebbe dovuto fagocitarli. Ora la Commissione europea ha scelto di finanziare con circa due milioni di euro un progetto scientifico che porta il latino sul web. Il progetto si chiama Lila, che sta per “Linking Latin” ed opera di Marco Passarotti, ricercatore della facoltà di Scienze linguistiche e straniere della Cattolica. Grazie alla linguistica computazionale online potranno crearsi connessioni tra dizionari, testi, lessici e strumenti di analisi a livello mondiale.
Anche sui social, dove non si studia ma si passa tempo, l’archelingua latina o addirittura il greco risbuca dentro la neolingua tecnologica e diventa un tendenza tra i giovani. Andrea Marcolongo, autrice de La lingua geniale: 9 ragioni per amare il greco (Laterza), prima in classifica in Francia e tradotta in tutto il mondo, è guarda caso una trentenne.
Che il vento fosse a favore, è stato chiaro quando Mark Zuckerberg ha dichiarato di amare il latino, la lingua pionieristica del fondatore Enea. Il web si è subito riscoperto classicista. Il potere persuasorio di Zuckerberg non ha risollevato certo le sorti del latino, ma lo ha reso giovane, di moda, al passo con i tempi. Un po’ come le camminate a piedi nudi nel parco del tecno-mistico Steve Jobs. E che la lingua viva un revival lo attesta il fatto che è diventata uno skill da curriculum in Germania, Austria, Gran Bretagna. In Germania è addirittura la terza lingua più studiata dopo inglese e francese. In Cina la Beijing Foreign University per essere competitiva con l’Occidente sul mercato della cultura si è dotata invece dell’istituto Latinitas Sinica.
Non stupirebbe se Jack Ma, il fondatore del gigante dell’e-commerce cinese Alibaba, bocciato due volte all’esame di ingresso all’università, confessasse che di sera legge Virgilio.
Sappiamo tutti che non è vero ma al latino non può far male: è comunque pubblicità.