Corriere della Sera, 9 marzo 2018
In Italia più lettrici che lettori. Ma tra gli autori solo una su tre
Il nastro di Tempo di Libri, anno secondo, è fucsia, non rosa. Perché la prima giornata, l’8 marzo, dedicata alle donne, vuole anche essere un manifesto contro stereotipi e luoghi comuni. E così, Sofia, 9 anni, taglia il nastro. Poco più in là, nella nuova sede di Fieramilanocity, la scrittrice e poetessa Silvana Lattmann parla del suo romanzo autobiografico Nata il 1918 (Casagrande). Mentre poco prima dell’ora di cena (quest’anno la rassegna chiude più tardi) la filosofa Francesca Rigotti, autrice di un novello De senectute (Einaudi), discute della vecchiaia femminile.
In mezzo ci sono diverse generazioni di donne che la kermesse di Milano racconta con format variegati: incontri con le scrittrici, ma anche ricerche, documentari come L’altra America su Fernanda Pivano (Sky Arte), reading come quello di Chiara Gamberale tratto dal suo Qualcosa (Longanesi), concorsi letterari come quelli dell’editore indipendente Le Mezzelane, dopo che al mattino il sindaco Giuseppe Sala ha presentato il Patto per la parità e contro la violenza di genere.
Piena la sala – seduto per terra il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), Ricardo Franco Levi – per Laura Donnini, amministratore delegato di HarperCollins Italia, ed Elena Salvi di Pepe Research. Con la società di ricerca, l’Osservatorio Aie sui consumi editoriali ha condotto uno studio sulle differenze di genere: Leggere è donna. Scrivere è maschile. Si conferma il dato che le lettrici sono più dei lettori. In Italia legge il 48,9% delle donne e il 35,9% degli uomini (dati Istat, 2015, campione dai 6 anni in su). Cifre che salgano se tra i libri consumati si annoverano tutte quelle pubblicazioni che non sono strettamente narrativa o saggistica, ad esempio i fumetti, e se si includono i volumi mai finiti: in questo caso, tenendo conto che si modifica in parte il campione (14-75 anni, dati Osservatorio Aie), la forbice tra i generi resta comunque stabile: legge il 69% delle donne e il 56% degli uomini. Quanto ai guadagni, aggiunge la ricerca, più della metà del mercato dei libri è sostenuto dalle donne, che acquistano (e regalano) più volumi rispetto agli uomini. Eppure le percentuali si invertono se si parla di chi scrive (il 36,3% è donna, il 63,7% è uomo) e di ruoli dirigenziali ai vertici delle case editrici (22,3% contro 77,7%, per quanto le donne crescano rispetto al 2010, quando erano il 16,6%). «È ora di finirla – commenta Donnini – di dire che la percentuale attorno al venti è positiva. Tanto più che nel computo entrano tante piccole case editrici mentre, se considerassimo i grandi gruppi, le figure femminili al vertice sarebbero ancora meno. Serve una presa di consapevolezza e una grande rivoluzione culturale. Vi do però la notizia che il primo mega trend internazionale del 2018 è proprio il nuovo femminismo». Speranza ce n’è. Per quanto nelle classifiche annuali prevalgano autori uomini, diversi casi degli ultimi anni sono scrittrici: J. K. Rowling, presumibilmente la misteriosa Elena Ferrante, E. L. James, che Donnini rivendica di aver contribuito a pubblicare: «Il fatto che Cinquanta sfumature sia uscito per Mondadori lo ha sdoganato». Esistono, secondo l’ad, ancora tanti pregiudizi sui libri «considerati di genere femminile, spesso bollati come romanzi rosa: una fetta di mercato che in Italia è valsa, nel 2017, 30 milioni». Nella sua casa editrice, spiega, «proponiamo una varietà di libri che riguarda le donne, su temi diversi, titoli ispirazionali, sulla lotta contro una malattia, non solo storie d’amore».
Citato il caso di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, le autrici di Storie della buonanotte per bambine ribelli (Mondadori), ora in libreria con il secondo volume e oggi a Tempo di Libri (ore 18, Sala Volta) in una sorta di staffetta che dalla giornata delle donne porta a quella della ribellione. Che la costruzione di una società in equilibrio passi dai più piccoli, lo sottolinea pure la pedagogista Irene Biemmi (Università di Firenze), autrice di Educazione sessista (Rosenberg&Sellier). «Ho analizzato – testimonia alla presentazione del Patto per la parità e contro la violenza di genere – i manuali per la quarta elementare. “Coraggiosi, fieri, furiosi” sono tra gli aggettivi con cui vengono definiti i maschi, “docile, apprensiva, pettegola” tra quelli usati per le bambine. Anche la scuola deve farsi motore di cambiamento». Varie le proposte nel programma ragazzi (quest’anno i corridoi sono affollati di alunni delle scuole). Diverse attività puntavano ieri sul rapporto delle giovani con la scienza, contro il pregiudizio che siano più capaci nelle materie umanistiche. Un esempio: il laboratorio DeAgostini sul libro illustrato Rosie Revere. L’ingegnera, cui ha partecipato una cinquantina di bambine e bambini.