Corriere della Sera, 9 marzo 2018
Alberto di Monaco: «Charlène è entrata nel ruolo di principessa. Il problema? Trovare momenti di intimità»
Sette anni fa, nel luglio 2011, il sì con Charlene e (a dispetto delle fake news) nessuna ombra all’orizzonte. «Direi proprio di no», dice Alberto e sorride mentre getta lo sguardo oltre i vetri della torre, al Palais. Le nubi sono solo fuori, nel cielo plumbeo di un marzo che ha portato la neve anche a Monaco. «È vero che al settimo anno di nozze si dice che, per evitare tensioni nella coppia, sarebbe il caso di prendere fiato...». Già, la chiamano crisi del settimo anno. «Ma invece con Charlene è una storia d’amore che non ha bisogno di fermarsi a respirare. Certo non è facile calarsi nei panni di una principessa, Charlène ha dovuto entrare nel ruolo, e c’è stato un periodo di preparazione, ma c’è riuscita benissimo. Anche se...».
Anche se? «È complicato trovare momenti di vera intimità, di privacy, quando si vive in un palazzo, sempre affollato, con degli spazi ufficiali, allora il segreto è ritagliarci momenti tutti nostri, magari a Roc Agel, sopra Monaco dove i piccoli si divertono nella natura, con la fattoria (tra pony, asini e oche; e poco distante, nella tenuta di zia Stéphanie, pure i due elefanti che la principessa ha salvato, ndr.), o a Marchais in Francia. O con fughe nel weekend in cui assaporare solo la vita di famiglia».
Due anni fa aveva detto al Corriere di voler dedicare più tempo ai principini Jacques e Gabriella. C’è riuscito? «Mi sforzo di riservare tempo per loro, serate libere da impegni per stare con i piccoli che cerco di vedere anche alla mattina, con Charlène».
Qual è la principale qualità della Princesse ? «Una straordinaria empatia. Con la gente, riesce a entrare subito in contatto emotivo. Così prende spesso l’iniziativa di andare a visitare persone che avrebbero piacere di averla ospite al loro compleanno, anziani o scolaresche. Mi aiuta con le iniziative della Croce Rossa di Monaco ed è molto impegnata con la sua fondazione». Alberto e Charlène hanno inaugurato in Burkina Faso un centro polifunzionale con piscina per corsi di water safety, l’insegnamento del nuoto è l’obiettivo della fondazione. E il centro è nato dal riuso del padiglione Monaco all’Expo di Milano. «È una battaglia, quella della Fondation Princesse Charlène, a cui dedica molte energie, anche se i nostri piccoli ne prendono tante di energie. Però a settembre andranno all’asilo come tutti i bimbi. Non ho ancora spiegato loro come funziona la vita a palazzo, la sala del trono e il resto, lo farò nei prossimi due anni, ma credo abbiano già capito che c’è qualcosa di speciale. Penso a quando si affacciano al balcone con noi... di certo, per ora sono più interessati ad altro: Gabriella parla molto, mi dà sempre ordini “papà siediti qui, fai questo, quello”, Jacques è più riflessivo».
Somiglianze A Monaco si dice che l’erede Jacques assomigli, nei tratti del viso, a Ranieri bambino. Nella sala del Palais, alle spalle del principe, non c’è più il ritratto di Ranieri che avevo notato in passato. Al suo posto un Andy Warhol che ritrae Grace. «Il ritratto di papà è in prestito per una mostra», spiega. E ammette: «Sì, Jacques ha una certa somiglianza con mio padre, e come lui adora le macchine. E l’elicottero, mi chiede sempre “quando prendiamo di nuovo l’elicottero papà”?». Fino ad ora però nessun viaggio ufficiale, «non avrebbero capito, ma ora sono più grandi e presto ci seguiranno. Intanto li abbiamo portati sulla neve di Courchevel: ho fatto dei video delle loro prime lezioni di sci. Poi sono partito per le Olimpiadi invernali in Corea». Non ha avuto paura del freddo di Pyeongchang? «Sono membro del Cio, credo molto nello sport e poi non ho mai sofferto il freddo». Già è stato olimpionico di bob.
Relazioni A proposito di Asia, nel Principato ci sono sempre più turisti cinesi, un 5% della Sbm, la cassaforte turistica del Principato è in mano al gruppo cinese Galaxy (l’altro 5% è di LVMH). «Con la Cina le relazioni si sono intensificate e dopo la mostra sulla Città Proibita di Pechino, l’estate scorsa al Grimaldi Forum, a settembre sarà Monaco a portare un pezzo della sua storia a Pechino: anche il mio trono volerà fino in Cina. Alcuni quadri (indica alle pareti Cezanne, Monet), gioielli e abiti delle principesse Grimaldi saranno esposti in una mostra nella Città Proibita, che inaugurerò con una delegazione di esponenti di governo e imprenditori».
Un principe, un piccolo Principato, e la grande Cina comunista. «Non ci sono più piccoli Stati, ciascuno, indipendentemente dalle dimensioni ha la possibilità di dare un contributo sullo scenario globale. È quello che stiamo cercando di fare a Monaco, penso al lavoro sulla sostenibilità con un energy transition plan per essere carbon neutral nel 2050. Stiamo pensando a una funivia, dai giardini esotici a Fontvieille, per togliere traffico dal centro. Come principe ho il dovere di indicare la rotta, preparare il domani. E la sostenibilità è la mission della FPA2, la Fondation Prince Albert II».
Progetti Di certo, oggi Monaco è un cantiere: si scava al largo per l’estensione in mare, si costruisce nel Carrè d’or il complesso One Monte-Carlo firmato Rogers Stirk Harbour and Partners. E si lavora all’Hotel de Paris. «È un grande cantiere e questo genera anche difficoltà quotidiane per chi vive qui, ma è il prezzo per costruire il futuro: l’estensione in mare ci farà guadagnare 6 ettari e costerà 1-2 miliardi di euro. Poi aggiorneremo la passeggiata a mare del Larvotto, ne sto discutendo con Renzo Piano che firmerà anche parte degli edifici sull’estensione in mare. Amo il suo senso della luce così importante per un Paese mediterraneo come il nostro, ci siamo visti anche nel suo ufficio a Genova». Genova, dove – Deo Juvante, come dice il motto di Monaco – iniziò la storia dei Grimaldi nel 1297, «c’è sempre stata una forte identificazione tra il Principato e i suoi principi, ed è una “grande famiglia monegasca”». A proposito di famiglia, Louis, il figlio di Stéphanie, si è fidanzato con Marie Chevallier. Contento? «Felicissimo, è un ragazzo meraviglioso, ha grandi qualità e con Marie il legame che va avanti da anni. Quando il sì? Non è ancora deciso, credo nel 2019».
Il 14 marzo spegnerà 60 candeline, principe. Come festeggerà? «Con un concerto alla cattedrale e una festa in famiglia… festeggeremo più in grande in estate, Charlène ha compiuto 40 anni, con i miei 60, saranno 100 tondi».