la Repubblica, 9 marzo 2018
Domande e risposte sulle buche di Roma
• Perché Roma ha un’emergenza buche che dura da dieci anni?
Dal 2008 i finanziamenti all’assessorato ai Lavori pubblici del Comune si sono ridotti e si è preferito iniziare a riparare le buche stradali invece che rifare le strade. Si è speso di più e impoverito un patrimonio pubblico. Lo spiega Antonio D’Andrea, preside di Ingegneria all’Università La Sapienza di Roma e responsabile del laboratorio materiali stradali del dipartimento.
• Le cattive strade sono frutto di dolo o noncuranza?
Spesso, semplicemente, il cantiere non funziona bene: per passare il rullo, la decisiva fase della costipazione, si sbagliano i tempi. Alcuni operatori credono che lasciare il bitume meno stipato, quindi più alto, consenta al manto di durare di più. Si risparmia qualcosa, ma l’asfalto degrada rapidamente.
• Quanto deve durare una strada realizzata ad opera d’arte?
Una strada si realizza su tre strutture a strati. La base deve reggere 20-25 anni, il blind va rifatto dopo 10-15 anni e l’usura, lo strato più superficiale, dopo 7-10 anni.In una città grande come Roma al massimo si interviene sull’ultimo strato, alto quattro centimetri, senza controllare le zone più profonde. Alcune strade sono un’accozzaglia di strati messi alla bene e meglio a partire da massicciate dei tempi della guerra. Servirebbero strutture organizzate come si fa per le arterie di grande percorrenza.
• Come è possibile che dopo una forte nevicata i romani abbiano scoperto buche più larghe?
A Roma è piovuto molto, prima della neve: l’acqua è penetrata nel manto stradale, nel bitume, ha diminuito la portanza degli strati inferiori, frantumato l’asfalto. Il ghiaccio, poi, ha aperto nuove fessurazioni. I carichi stradali hanno deformato lo strato superiore: il passaggio degli autobus, per esempio, sbriciola ciò che resta. La buca si approfondisce, aumenta l’urto e nuovo asfalto salta.
• Esistono controlli sui cantieri stradali?
L’Università La Sapienza ha avuto un mandato per realizzare controlli a campione. Quando le aziende asfaltatrici, perlopiù locali e medio-piccole, si sono accorte delle verifiche la qualità dei conglomerati bituminosi posati e dei materiali ha iniziato a migliorare. La diffusione dei controlli elimina i ribassi estremi delle gare d’appalto.
• Come se ne esce?
Con un forte investimento iniziale e una manutenzione che sia questa volta programmata e seria.