il Fatto Quotidiano, 8 marzo 2018
La Boccassini torna: sarà capo del pool contro la corruzione
Il da Boccassini torna a guidare un dipartimento della Procura di Milano: quello sulla corruzione, che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione, erede del pool di Mani pulite. Era stata costretta a lasciare la guida della Direzione distrettuale antimafia dalla norma (spesso criticata perché disperde esperienze) che impone la rotazione dopo otto anni. Ed era decaduta anche dalla carica di procuratore aggiunto. Ma ora, da “sostituto procuratore anziano”, coordinerà il dipartimento forse più cruciale della Procura milanese.
È l’effetto più visibile della riorganizzazione degli uffici varata dal procuratore della Repubblica Francesco Greco. Boccassini prende il posto della collega Giulia Perrotti, costretta ad allontanarsi dal lavoro per motivi personali, ed è finalmente soddisfatta, dopo l’ipotesi di essere “confinata”, con la sua esperienza investigativa, alla sezione Misure di prevenzione. Coordinerà un gruppo composto, tra gli altri, da Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, dai pm dei casi Telecom e Mps, Stefano Civardi e Giordano Baggio, da Piero Basilone, con una lunga esperienza in reati di terrorismo, da Maurizio Ascione, autore di numerose indagini sui morti per amianto, da Luca Poniz, esperto di reati contro la pubblica amministrazione. Non entreranno nel dipartimento Luca Gaglio, il pm del caso Ruby, “bocciato” perché troppo giovane di servizio, e Gianluca Prisco, perché a giudizio del procuratore “non ha attitudini specifiche per le materie trattate”.
A sostituire Ilda Boccassini al dipartimento antimafia è già andata Alessandra Dolci, che ora ha nella sua squadra Silvia Bonardi e il pm rugbista (in serie B) Stefano Ammendola. “Bocciata” la pm Paola Pirotta, che si è occupata di indagini sull’ambiente e sul terrorismo internazionale.