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 2018  marzo 08 Giovedì calendario

Le brutte cose di pessimo gusto

Silvio impagliato e il busto di Renzi, di Gentiloni, i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!), il Napolitano un po’ tetro, le scatole senza confetti, i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro, un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve, l’amaca di Serra col mònito +Bonino, +sinistra, le noci di cocco, Rignano ritratta a musaici, gli acquarelli un po’ scialbi, le stampe e La Stampa con l’allarme fake news russe, i cofani ammaccati da Giuliano Ferrara, gli albi dipinti d’anemoni arcaici e d’oracoli d’Eugenio Scalfari, le tele di Massimo d’Alema, le miniature del ragionier Cerasa, i dagherrotipi di Calabresi e Cerno sull’onda nera fascista che tracima. Calenda sognanti in perplessità, il gran lampadario vetusto con su Ferrara che si schianta a mezzo il salone e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto, il cùcu Cazzullo dell’ore che canta gli allarmi dei mercati, le sedie parate a damasco chermisi finchè non si siede Giuliano Ferrara. Il water closed con Sgarbi sopra. L’Italia che riparte. Berlusconi che torna alla grande. Scalfari sceglie Silvio e non Di Maio. Severgnini sceglie Silvio e non Di Maio. Scalfari vota la nuova grande sinistra di Di Maio. Severgnini non pervenuto. Il boom animalista della Brambilla. I voti moderati della Lorenzin. Il partito del morbillo contro il partito dei vaccini.
Nevica, Raggi ladra. Tira vento, Raggi ladra. Piove, Raggi ladra. I treni si fermano in tutta Italia, Raggi ladra. Spelacchio si spelacchia, Raggi ladra. La fuga dai 5Stelle per Rimborsopoli. Il golpe di Scafarto contro il Pd. Il golpe di Woodcock contro il Pd. Il golpe del Fatto contro il Pd. Il golpe della Sciarelli contro il Pd. Il Falso quotidiano. Grillo pregiudicato per l’incidente d’auto del 1984 (copyright Renzi). Il governo Davigo-Di Matteo-Di Maio. Il nuovo predellino di Silvio. Gentiloni tranquillizza l’Europa. L’endorsement di Prodi a Santagata (Tony? No, Giulio) e alla lista Insieme (insieme a chi? A Santagata). L’endorsement di Prodi a Gentiloni. L’endorsement di Veltroni a Gentiloni. L’endorsement di Napolitano a Gentiloni. L’endorsement Ue a Gentiloni. L’endorsement di Gentiloni a Gentiloni. L’endorsement di Calenda alla Bonino. L’endorsement di Gentiloni alla Bonino. L’endorsement di Napolitano alla Bonino. L’endorsement di Saviano alla Bonino. Guai a consegnare l’Italia agli incompetenti. I mercati ci guardano. Lo spread pure. L’attentato di Di Maio a Mattarella via mail. L’Agcom sulla par condicio degli opinionisti. Le pensioni a mille lire. Anzi, a un milione di euro.
I cinque colpi di Stato contro Silvio. Matteo nuovo Macron (o Micron). En Marche (in marcio). Grasso apre ai 5Stelle ma la Boldrini chiude (salutame a soreta). “’Grillini for dummies’. Il M5S aperto con l’apriscatole e spiegato agli italiani. Ovvero, cosa succede quando l’incompetenza, miscelata a una truffa chiamata democrazia diretta, si candida a guidare il paese. Il nuovo libro del Foglio, dal 1° febbraio a 0,90 euro con il quotidiano. Prenotalo dal tuo edicolante di fiducia” (transennate le edicole). “Firma anche tu l’appello del Foglio #nosfascisti” (accorriamo numerosi e festanti). Ci salveranno le larghe intese. Non disperdiamo questi anni di riforme. Ci salverà l’Europa. I paraculi col paracadute. I paraculati senza paracadute. La buona legge del Rosatellum. La Boschi passa dall’etrusco al tedesco. E quella lì, come si chiama? Ah sì, Ruby, l’hanno inventata i giornalisti, vergogna Severgnini! L’allarme populismi. Il tavolo di Calenda per Roma. Il tavolo di Calenda per l’Ilva. L’ira di Calenda per la gentaglia di Embraco. La sera delle elezioni si saprà già chi ha vinto. I congiuntivi di Di Maio. Rimbocchiamoci le mani (copyright Matteo Ricci). Civati avverte che “ogni voto dato a Renzi è un voto a Renzi”, ma si dimentica di chiedere un voto a Civati. Il governo di scopo. Il governo di decantazione. Il governo del presidente. Il governo tecnico. Il governo di transizione. Il governo della non sfiducia. Il governo di minoranza. Il governo delle convergenze parallele. Il governo di responsabilità. Comunque Gentiloni resta. O magari Calenda. O forse Minniti.
D’Alema ricandidato perchè glielo chiedono i pugliesi che poi non lo votano. Il monito di Juncker. Il nuovo contratto con gli italiani, stesso Vespa, stessa scrivania di ciliegio, stesso B. ma con più capelli di 17 anni fa. Sono una vittima della mafia, altro che. Il report quindicinale di Renzi sulle fake news. La task force del Viminale anti-fake news. La task force europea anti-fake news con Riotta. I clandestini ti entrano in casa, corrono al frigo e si attaccano alla bottiglia dell’olio: ci sono le impronte delle labbra sul collo della bottiglia, me l’ha detto la signora (copyright B.). Basta impresentabili (sempre lui). Gli evasori devono andare in galera (tranne lui, sempre lui). Aboliremo il canone Rai (copyright Renzi). Berlusconi da Chenot. Berlusconi all’autogrill. Di Maio bacia la teca col sangue di San Gennaro. Partecipa anche tu al concorso Vinci Salvini per una telefonata con Salvini. Aboliamo la Fornero, intesa come legge. Il presepe della Meloni. Casini non si ricandida come Di Battista, ma viene rieletto. Aiutiamoli a casa loro (copyright Salvini). Aiutiamoli a casa loro (copyright Renzi, da non confondere). Scommetto una bistecca alla fiorentina che saremo il primo partito (sempre Renzi). Chiudiamo le frontiere e riapriamo le case chiuse (copyright Salvini). Il ciaone di Carbone. Il ciaone a Carbone. È giunta è giunta in vacanza da Bolzano la grande sorella Maria Elena con la compagna Emma. E nessuno se n’è accorto. Ti fisso nell’albo con tanta tristezza, ov’è di tuo pugno la data: quattro di marzo del due mila diciotto.