il Giornale, 7 marzo 2018
Francia, il sesso sotto i 15 anni sarà «stupro». Così Macron rivoluziona il codice penale
Alla fine ha prevalso la linea del presidente, con il sospetto che la sua storia personale con la première dame Brigitte possa avere inciso sulla scelta finale: Emmanuel Macron era un liceale di 15 anni e la sua prof, sposata, ne aveva 24 di più, quando lui si innamorò di lei. Ora il governo francese ha fissato proprio a 15 anni l’età del consenso, sotto la quale un atto sessuale sarà considerato «aggressione sessuale» o «stupro». La ministra per le Pari Opportunità Marlène Schiappa si allinea al capo dello Stato e sceglie la parte alta della forbice, con il beneplacito di sette esperti fra giuristi, medici e professionisti dell’infanzia incaricati dal governo di esprimere un parere. Ma lo fa nonostante il disaccordo del procuratore della Repubblica di Parigi e dell’Alto Consiglio per la parità uomo-donna, che avevano consigliato di fissare il limite a 13 anni.
Il progetto di legge approderà oggi in Consiglio dei ministri, per poi essere sottoposto al voto dell’Assemblea nazionale a fine mese ed essere prevedibilmente approvato prima dell’estate. Il presidente Macron, che a novembre ha lanciato una «battaglia culturale a favore dell’eguaglianza» e contro «il sessismo, le molestie e le violenze», intende così colmare una lacuna dell’attuale codice penale, in base al quale per sostenere l’accusa di stupro su uno/una minore di 15 anni oggi è necessario dimostrare che sia stata esercitata «costrizione, violenza o minaccia».
«Credo che si tratti davvero di una questione di civiltà – dice la ministra Schiappa – Quel che caratterizza una civiltà sono anche i divieti. Deve esistere il divieto di incesto e anche il divieto di rapporti sessuali di un adulto con un bambino. La legge deve affermare che c’è stupro ogni volta che c’è pedocriminalità».
Eppure, nella patria della libertà sessuale, a pronunciarsi contro la decisione di fissare una soglia minima per i rapporti sessuali consenzienti era stato appena un mese fa il gruppo di lavoro del Senato, creato nell’ottobre scorso per discutere dei reati sessuali e composto da rappresentanti di tutti i gruppi politici. Stabilire un’età minima, secondo i senatori, avrebbe un «carattere brutale e arbitrario» perché introdurrebbe «un automatismo nella legge penale che non permetterebbe di prendere in considerazione la varietà delle situazioni». Il gruppo di senatori portava a esempio un diciottenne coinvolto in una relazione sessuale con una quattordicenne e che sarebbe accusato di stupro anche nel caso tra i due ci fosse consenso. Un caso diverso da quello che di recente ha fatto dibattere la Francia, dove un uomo di 28 anni non era stato finora processato per stupro su una ragazzina di 11 anni per varie ragioni: lei sembrava molto più grande della sua età, lui non ha mai esercitato violenza fisica nei suoi confronti, niente botte, nessuna imposizione. Un tema scottante nell’epoca del #metoo (il movimento anti-molestie esploso dopo il caso Weinstein) e che spinge inevitabilmente a qualche domanda: può una 11enne avere un rapporto sessuale che si consideri completamente consenziente? O rischia in ogni caso di essere «raggirata», condizionata da un adulto? La legge francese ora risponderà a questa domanda, con un numero: 15, l’età minima per il consenso. Intanto anche la procura di Pontoise, dove si dibatte il caso del 28enne a processo, ha riformulato il reato, da semplice aggressione a violenza sessuale. Un passo avanti dopo l’assoluzione di un altro trentenne, lo scorso novembre, che aveva avuto anche lui un rapporto sessuale con una undicenne.