La Stampa, 7 marzo 2018
Hyperloop, ecco l’ibrido treno-aereo
«Non lo definirei treno. È un mezzo del tutto nuovo, che rivoluzionerà i trasporti. È una capsula subsonica a sospensione magnetica: l’abbiamo chiamato Hyperloop». In effetti, è una sorta di aereo che viaggia su binari. Lo spiega, dall’India, una delle nazioni destinate ad accogliere Hyperloop, Bibop Gresta, imprenditore italiano, tra i fondatori della società HyperloopTT e di Digital Magics, il più importante incubatore di startup digitali «made in Italy».
La società ha siglato accordi con 11 governi e ora il sistema si appresta a decollare negli Usa: viaggiando in un maxi-tubo alla velocità del suono, percorrerà oltre 500 km in 28 minuti. Così collegherà Cleveland e Chicago. «Abbiamo firmato accordi con la Northeast Ohio Coordination Agency e il dipartimento dei Trasporti dell’Illinois per lo studio di fattibilità che ci permetterà di creare il primo collegamento interstatale negli Usa», conferma Gresta, un passato da artista prima di mettere in pratica la sua passione per l’ingegneria e l’informatica. Ora vive ad Abu Dhabi, «un’altra regione dove c’è interesse per il progetto».
Ma cos’è Hyperloop? È un «siluro» che si libra, sospeso, in un tubo a bassa pressione: l’aria viene convogliata verso la parte posteriore del mezzo grazie a un compressore, raggiungendo prestazioni che mandano in soffitta l’alta velocità ferroviaria. «Se il record è 570 all’ora, oltre non è possibile. Al di là di una certa velocità l’aria fa da barriera. Hyperloop, invece, può arrivare a 1200 km l’ora. E con un basso consumo di energia».
«Non ci sono più binari e niente elettricità, per terra o sopra il treno, a vantaggio della sicurezza. Mi sento – conclude – come quelli che hanno creato le prime ferrovie».