Corriere della Sera, 7 marzo 2018
La cinese WeChat sfonda quota 1 miliardo
Il colosso cinese della messaggistica istantanea – WeChat – tallona da vicino i concorrenti occidentali, a cominciare da WhatsApp e Facebook. Ieri Pony Ma – il proprietario della app-all-in-one che mette insieme messaggistica, social media, pagamenti mobili, giochi, notizie prenotazioni e altri servizi – ha annunciato, a margine di una sessione parlamentare in corso a Pechino, che gli «account» di WeChat attivi su base mensile nel mondo hanno superato la quota critica di un miliardo. Un dato che porta la società, controllata da Tencent, il gigante tecnologico che in Borsa vale più di 530 miliardi di dollari (oltre 420 miliardi di euro) a rivaleggiare con i «competitor» statunitensi. WhatsApp raggiunge infatti 1,3 miliardi di utenti mensili, mentre Facebook supera quota 2,1 miliardi.
Il Financial Times, nel dare risalto alla notizia, tende a ridimensionare in parte questi numeri, precisando che il totale degli «account» attivi, oltre un miliardo, per l’appun to, non corrisponde ad altrettante persone fisiche, visto che spesso i singoli utenti posseggono più un «account». In base a calcoli della società di ricerca eMarketer gli utilizzatori individuali si fermerebbe a 494 milioni di persone, nella sola Cina.
Al di là di queste precisazioni l’annuncio di ieri fotografa un fenomeno in piena espansione, visto che secondo fonti WeChat la crescita degli «account» su base annua è stata del 15,8% (dati di settembre).
WeChat – Weixin in cinese mandarino – è diffusa principalmente sul territorio metropolitano cinese dove 753 milioni di persone si connettono al web attraverso il loro portatile. La metà degli utilizzatori trascorrono circa 90 minuti al giorno su WeChat che non smette di ampliare l’offerta di nuove funzionalità.
Dal punto di vista dei pagamenti elettronici WeChat è in forte competizione con Alipay, il sistema alternativo sviluppato dal colosso dell’e-commerce Alibaba. Il successo di WeChat, tuttavia fa leva sulla molteplicità dei servizi offerti oltre che sulla diffusione delle comunità di cittadini cinesi residenti all’estero. Tanto più che le imprese che desiderano promuovere prodotti indirizzati alla comunità cinese utilizzano sempre di più WeChat come piattaforma per raggiungere i clienti anche al di fuori dei confini della Cina. La dimensione «captive», nazionale, (a Facebook è interdetta l’operatività in Cina) limita tuttavia il potenziale di sviluppo estero di WeChat. La società nel 2013 ha lanciato la versione globale della sua piattaforma, che tuttavia fatica a diffondersi in Paesi già dominati da altri operatori. A cominciare da Facebook e WhatsApp nei Paesi occidentali, ma anche da Line in Giappone e da Kakao Talk in Corea del Sud. Un ulteriore limite alla diffusione internazionale di WeChat deriva dallo stretto controllo e dalla censura esercitata dalle autorità di Pechino sui contenuti e sui dati personali dell’utente. Mentre sul piano strettamente tecnico i messaggi sono registrati unicamente sul telefono (non esiste un database centralizzato) per cui l’utente in caso di smarrimento del telefono perde la totalità dei dati e dei messaggi. Lo stretto legame che unisce il social network cinese con le stanze del potere di Pechino è del resto evidenziato dal fatto che Pony Ma è membro del Parlamento, oltre che il più ricco deputato dell’Assemblea.
Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, la cui creatura è stata superata da Tencent a novembre dello scorso anno in termini di capitalizzazione di Borsa, si è mostrato cavalleresco nel riconoscere il traguardo raggiunto da WeChat. «È un risultato significativo, una bella performance che fa di WeChat il più diffuso social network a livello mondiale non appartenente al gruppo Facebook», ha commentato.