La Stampa, 6 marzo 2018
Londra, in fin di vita per una sostanza ignota l’ex spia del Cremlino
Ecco la trama perfetta per un romanzo di John Le Carrè. Una domenica pomeriggio in una tranquilla cittadina di provincia della campagna inglese. Siamo a Salisbury, contea di Wilthshire, un paio d’ore di treno a Ovest di Londra. Su una panchina di fronte a un centro commerciale giace una coppia. Lui è un uomo corpulento, dai capelli grigi, sulla sessantina. Lei ha una trentina di anni di meno, è accasciata su di lui e sembra svenuta. L’uomo rotea gli occhi in maniera strana, agita le mani verso il cielo. «Sembrava che abbiano preso qualcosa di abbastanza forte» dirà poi alla Bbc una testimone oculare.
Quando la polizia arriva, i due sono in stato di incoscienza. L’ambulanza, la corsa in ospedale, dove i due arrivano ancora vivi, ma in coma. Li blindano nel reparto di terapia intensiva. «Sono stati esposti a una sostanza sconosciuta» dice il referto medico. La polizia del Wiltshire dice che «non riportano ferite evidenti» e il vice capo Craig Holden dichiara: «Poiché siamo ancora agli inizi delle indagini, non siamo in grado di accertare se ci troviamo di fronte a un reato».
Ma i due sono russi e subito la mente degli investigatori va agli avvelenamenti con il polonio, la sostanza radioattiva con cui è stato ucciso nel 2006 Aleksander Litvinenko, ex spia russa, poi dissidente che aveva trovato rifugio a Londra. Tracce di polonio erano state ritrovate nel suo sangue e in vari locali frequentati dall’uomo e in particolare al Sushi bar Itsu di Piccadilly, nel pieno centro della capitale britannica. Assassinato – si è sempre detto – su mandato del suo ex collega all’epoca del Kgb Vladimir Putin, ora incidentalmente presidente della Federazione russa.
L’uomo della panchina di Salisbury è anche lui una ex spia. Si chiama Sergei Skripal, secondo i documenti ha 66 anni. È stato avvelenato? Il sospetto è alto. Subito scatta il cordone sanitario: la panchina e le aree limitrofe vengono delimitati e bonificati. Lo stesso per l’ambulanza e il Pronto soccorso dove i due sono stati accolti. Se è polonio, potrebbe essere letale per chiunque vi entra in contatto.
Ma chi è Sergei Skripal? È un ex colonnello dell’esercito russo che negli Anni Novanta è stato accusato di essere una spia al servizio di sua maestà. Un traditore, insomma. L’accusa viene dagli eredi del Kgb, ossia dal servizio di sicurezza russo, il terribile Fsb. È un’accusa pesante: Skripal sarebbe stato pagato 100 mila dollari per aver fornito agli inglesi del MI6 i nomi degli agenti russi operanti in Gran Bretagna sotto copertura. Processato per «alto tradimento sotto forma di spionaggio» dal tribunale militare di Mosca nell’agosto del 2006, era stato condannato e sbattuto in cella, dove rischiava di marcire per i 13 anni della condanna.
Ma nel luglio 2010 Skripal viene graziato e insieme ad altri 3 prigionieri è scambiato con 10 spie russe in mano agli americani. Niente di rocambolesco, un asettico scambio di prigionieri all’aeroporto internazionale di Vienna, ma di certo Le Carrè ci ricamerebbe qualcosa di avvincente. Anche senza ricorrere troppo alla fantasia la realtà fornisce materiale in abbondanza. Una delle spie scambiate era Anna Chapman, che ha vissuto anni in Gran Bretagna e ha addirittura ottenuto il passaporto di Sua Maestà. È una bionda mozzafiato, che i media definiscono «l’agente segreto più affascinante della Russia» e quando arriva a Mosca fa la modella, lavora come presentatrice in un programma della tv russa e viene assunta dal governo come responsabile di un consiglio giovanile.
Quindi nel 2010 Skripal arriva nel Regno Unito, dove per questi otto anni mantiene un basso profilo. Probabilmente si aspettava di vivere defilato e al sicuro il resto dei suoi anni, ma per i russi a Londra, specie se ex spie, il passato ritorna sempre.