La Stampa, 6 marzo 2018
Appendino e Raggi. L’effetto sindache sorprende il Movimento
Sospiri dalle sfumature opposte si posano sulle urne chiuse delle due capitali pentastellate, Roma e Torino. C’è sollievo in Campidoglio, delusione sotto la Mole. Luigi Di Maio temeva un effetto-Raggi, sperava in un effetto-Appendino, e invece il voto ha ribaltato auspici e paure. Il Movimento 5 stelle si è disfatto tra le mani di Chiara Appendino, ottenendo a Torino il 23,5% a fronte del 32% di media nazionale, mentre ha tenuto nella martoriata Roma di Virginia Raggi, con il 31% dei voti (ma crollando al 27% delle preferenze per Roberta Lombardi alle Regionali). Sono le periferie, ancora una volta, a spostare gli equilibri. Nelle sfide per i collegi uninominali, dove si pesano i risultati, il Movimento torinese argina l’emorragia solo a Collegno, alla Camera, dove viene eletta Celeste D’Arrando. È la Lega che dilaga in tutto il Piemonte e che sbarca sorprendentemente anche a Roma, ma con una forza d’urto minore. Il Movimento romano riesce infatti a tenere nelle periferie, pur perdendo in sette collegi su quindici. Ma Raggi, nell’eterno confronto con la collega torinese, per una volta può sorridere. Il M5S di Appendino doveva vincere e ha perso, mentre a Roma la disfatta è stata evitata. Praticamente, una vittoria.
Sospiri dalle sfumature opposte si posano sulle urne chiuse delle due capitali pentastellate, Roma e Torino. C’è sollievo in Campidoglio, delusione sotto la Mole. Luigi Di Maio temeva un effetto-Raggi, sperava in un effetto-Appendino, e invece il voto ha ribaltato auspici e paure. Il Movimento 5 stelle si è disfatto tra le mani di Chiara Appendino, ottenendo a Torino il 23,5% a fronte del 32% di media nazionale, mentre ha tenuto nella martoriata Roma di Virginia Raggi, con il 31% dei voti (ma crollando al 27% delle preferenze per Roberta Lombardi alle Regionali). Sono le periferie, ancora una volta, a spostare gli equilibri. Nelle sfide per i collegi uninominali, dove si pesano i risultati, il Movimento torinese argina l’emorragia solo a Collegno, alla Camera, dove viene eletta Celeste D’Arrando. È la Lega che dilaga in tutto il Piemonte e che sbarca sorprendentemente anche a Roma, ma con una forza d’urto minore. Il Movimento romano riesce infatti a tenere nelle periferie, pur perdendo in sette collegi su quindici. Ma Raggi, nell’eterno confronto con la collega torinese, per una volta può sorridere. Il M5S di Appendino doveva vincere e ha perso, mentre a Roma la disfatta è stata evitata. Praticamente, una vittoria.