Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  marzo 06 Martedì calendario

Finlandesi da 10 e lode. Tutto merito dei loro insegnanti

Da Elsinki a Rovaniemi sono un modello studiato in mezzo mondo: le scuole finlandesi riescono a piazzare i loro allievi in testa a tutte le classifiche di rendimento condotte a livello internazionale. Se si guarda, per esempio al cosiddetto «Pisa», una ricerca dell’Ocse che valuta le performance scolastiche dei ragazzi quindicenni, ai primi posti per competenze scientifiche, matematiche e linguistiche ci sono gli ipercompetitivi giovani di Singapore, Giappone e Taipei. Subito dopo, più o meno alla pari con i colleghi in arrivo dall’Estonia, ci sono, da anni, proprio i finlandesi. Eppure gli istituti del Paese nordico sono lontani anni luce dal modello «militarizzato» che va per la maggiore in Asia e che dà buoni risultati con costi umani, però, altissimi. Tutt’altro. In Finlandia, a dominare è un atteggiamento che appare, visto da lontano, persino rilassato: si inizia la scuola primaria a sette anni (12 mesi dopo che nella maggior parte degli altri Paesi), si fanno tante vacanze (dalle 10 alle 11 settimane in estate, a cui si aggiungono lunghi periodi di riposo in inverno), i compiti a casa sono quasi un’eccezione e non certo la regola. 
A fare la differenza, secondo molti osservatori, è il modello di reclutamento dei professori. Secondo i sondaggi di opinione i finlandesi considerano l’insegnamento la professione più prestigiosa, i più apprezzati sono in particolare gli insegnanti elementari. La stima nasce non tanto dai livelli retributivi (come risulta anche dai grafici pubblicati sopra i docenti finlandesi sono pagati bene, ma meno che in altri Paesi), quanto piuttosto dal fatto che la docenza è il completamento di un percorso formativo d’eccellenza. Il professore, insomma, rappresenta un’autorità intellettuale riconosciuta e consacrata, sinonimo di creatività e capacità innovativa. 
In tutto il Paese sono otto le università che possono rilasciare la laurea in Scienze educative. Per essere ammessi è necessario ottenere un buon punteggio all’esame di maturità (in finlandese si chiama Ylioppilastutkinto), bisogna sostenere un test che valuta le capacità logiche e di pensiero critico (Vakava), poi si viene sottoposti a un’intervista sulle motivazioni personali e alla valutazione di un’ora di lezione simulata. Alla fine solo un candidato su dieci riesce ad ottenere il via libera per i corsi. Gli studi durano cinque anni e prima della laurea lo studente deve per almeno 12 mesi affiancare i docenti di ruolo in scuole-laboratorio legate alle facoltà, in cui si sperimentano ricerche e nuovi modelli educativi. 
Un percorso altrettanto impegnativo è quello per diventare presidi. Una delle strade più battute è la frequenza di un Master universitario in «Leadership educativa», che di solito viene seguito con la formula del part-time, durante gli anni di insegnamento. Superato il corso si può ambire all’incarico, che viene assegnato dalle autorità locali competenti sulle scuole del territorio.