il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2018
Quelli che…
Quelli che è fatta. “Grillini ridimensionati, Salvini dietro Berlusconi… per sfangarla domenica e ripartire da lunedì con una certa tranquillità” (Claudio Velardi, Twitter, 1.3). Dormi tranquillo, Vela’.
Quelli che l’Apocalisse. “Dopo sei mesi di un governo 5Stelle-Lega, magari con reddito di cittadinanza e aliquota unica, rischiamo che arrivi il Fondo Monetario” (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 7.2). “Un governo fatto da amministratori inadeguati quali si sono dimostrate le sindache Raggi e Appendino sarebbe una catastrofe” (Corrado Augias, Repubblica, 17.2). “Il polo grillino è affetto da una patologia bipolare sempre più evidente… Lo sgomento di fronte all’ipotesi Di Maio premier non è per me tanto relativo alla sua incompetenza tecnica, quanto al gesto personalissimo dell’aver accettato questa investitura… È il polo chiaramente maniacale… Mi chiedo: ma avrà avuto o avrà almeno una crisi di panico, un momento di vertigine o di angoscia? Glielo auguro” (Massimo Recalcati, Repubblica, 20.2). “Siamo a una svolta… L’Italia è ripartita, ci sono aree del Paese tornate a crescere con forza, ma il miglioramento non è ancora percepito… Da una parte c’è il ritorno al passato con B. e Salvini, dall’altra il salto nel buio con Di Maio. Illudersi che esistano uomini della provvidenza è pericoloso. Il risveglio sarà ancora più amaro e pieno di rancore” (Mario Calabresi, Repubblica, 3.3). “Argine ai grillini. Solo il voto può fermare gli incapaci” (Alessandro Sallusti, il Giornale, 2.3). E niente, è andata così. Come dice Renzi, è tutta colpa degli elettori. Aboliamoli.
Quelli che non cambia niente. “Nessuno mi ha mai mostrato preoccupazione per la possibilità, a cui nessuno crede, che il M5S possa arrivare al governo dell’Italia” (Paolo Gentiloni, Il Foglio, 21.1). “Al momento certe rilevazioni demoscopiche indicano la possibilità di un’Italia divisa in tre: centrodestra al Nord, Pd al Centro, M5S al Sud. Grazie al cielo i pronostici, con una certa frequenza, non colgono nel segno” (Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 28.2). “Questo Paese non apprezza gli estremisti, mai: non si consegnerà al leghismo, non si consegnerà al grillismo” (Matteo Renzi, Repubblica, 9.2). Dài, ragazzi, non è successo nulla.
Quelli che portano buono/1. “Facciamo come la Germania. La campagna elettorale è deludente, ma il suo esito prevedibile. Possiamo passare 5 mesi a fare una Grande coalizione… e Marco Travaglio lo chiudiamo in gattabuia” (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 9.2).
“Domenica voterò Gentiloni e la Emma” (Ferrara, ibidem, 27.2). Diciamo la verità: dopo il bacio della morte di Ferrara, non ce la poteva fare nemmeno Churchill. Figurarsi il Pd e la Emma.
Quelli che portano buono/2. “Il partito del premier Gentiloni potrebbe ottenere un buon risultato, sorretto dall’alleanza con Bonino e con Casini… Gentiloni avrebbe la facoltà di cambiare alcuni ministri, mantenendo… Minniti, Calenda e Franceschini. Renzi avrebbe ancora la guida del suo partito, che potrebbe rafforzare nominando presidente Veltroni… La nuova legislatura durerebbe fino al 2023” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 4.3). Matteo e Paolo gliel’avevan chiesto in ginocchio: “Eugenio, pietà, attaccaci almeno una volta”. Ma lui niente.
Quelli che portano buono/3.“Ho come l’impressione che Grillo, con Dibba, si stia preparando ad arrivare al 5 marzo nella posizione di chi potrà dire: scusate, Di Maio chi?” (rag. Claudio Cerasa, il Foglio, 25.1). “Un movimento nato per sostituire la democrazia rappresentativa che non sa tenere in vita un albero di Natale, che non sa organizzare una votazione online e che non sa cercare nemmeno i nomi dei candidati su Google. Non fermatevi, vi prego” (rag. Cerasa, 30.1). “Siamo pronti a tutto, ma il governo Travaglio-Paragone-Davigo-Salvini anche no, grazie” (rag. Cerasa, 27.2). “Il mostro da evitare il 4 marzo. Salvini e Di Maio… Un mostro atroce e pericoloso” (rag. Cerasa, 3.3). “Solo le larghe intese ci possono salvare da un pericoloso governicchio sfascista” (rag. Cerasa, 4.3). Ormai, quando incontrano il rag. Cerasa, i gatti neri si grattano.
Quelli che Di Maio è una pippa. “Esplosivo: i 5Stelle crollano sotto il 15%” (Giuseppe Turani, Uomini e Business, 5.1). “Il 4 marzo il M5S può implodere” (Matteo Renzi, Il Foglio, 30.1). “Impresentabili, ricorsi e dimissioni è caos M5S” (Messaggero, 3.2). “Senza Grillo, M5S nel caos” (Repubblica, 3.2). “Pd e M5S ai minimi. Grillo arretra” (Repubblica, 4.2). “Alle primarie M5S non vota nessuno” (Libero, 5.2). “Caso rimborsi, fuga da M5S” (Messaggero, 14.2). “È come se Di Maio si stesse consumando e per lui fosse iniziato il conto alla rovescia verso una vittoria che lo seppellirà… Rimpicciolisce nella solitudine, abbandonato da Grillo, Casaleggio e Di Battista” (F. Merlo, Repubblica, 24.2). “Grillo è scappato vergognandosi come un ladro” (Paolo Guzzanti, il Giornale, 3.3). “Ma vaffa… Più tecnici con Di Maio che con Monti. Grillo: sono disperato” (Libero, 2.3). Ancora piange.
Quelli che B. è grande. “Brunetta: ‘Arriviamo al 51%” (Libero, 16.10). “Tra Di Maio e Berlusconi scelgo Berlusconi” (Eugenio Scalfari, Dimartedì, 22.11). “Berlusconi accelera e fissa l’obiettivo: ‘FI al 30%’” (il Giornale, 7.12). “Senato, centrodestra verso la maggioranza assoluta” (La Stampa, 6.1). “Berlusconi accarezza l’idea del Colle nel 2022” (Repubblica, 20.2). “Berlusconi, un anno per fare il premier” (il Giornale, 28.2). “Silvio non si ferma più” (Libero, 26.2). “Sul web Berlusconi ha già vinto: Internet parla solo di lui” (Libero, 1.3). “Napoli acclama Berlusconi: ‘Basta tasse, ora salvaci tu’” (il Giornale, 4.3). Gli sia lieve la terra. Una prece.
Quelli che Renzi c’è. “Centrodestra lieve calo, il Pd recupera” (Messaggero, 26.1). “Renzi vuole recuperare il 2-3%: ‘Tè e aperitivi, convincete la gente’” (Corriere, 6.2). “Renzi, la carta antifascista per recuperare a sinistra” (Messaggero, 16.2). “Noi sopra il M5S” (Gentiloni, Corriere, 2.3). “Matteo ora fa squadra, la Lombardia darà sorprese” (Giorgio Gori, 3.3). Non fiori, ma opere di bene.
Quello che arrivo uno. “Nei collegi Grillo non toccherà palla. Col 40% riuscirò a evitare le larghe intese” (Renzi, 17.10). “Renzi euforico per i sondaggi vuole una coalizione light” (La Stampa, 9.11). “Una coalizione ci sarà e varrà almeno il 30%” (Renzi, 10.11). “L’ottimismo di Renzi carica i democratici: ‘A Torino si può vincere quasi ovunque’” (Repubblica, 26.2). “Non posso dire in quale, ma il Pd è primo in un ramo del Parlamento: siamo a un passo dalla maggioranza assoluta, non credete a chi dice cose diverse” (Renzi, 27.2). “Siamo ancora in corsa come primo partito” (Renzi, 27.2). “Comunque vada, sarò segretario fino al 2021. All’opposizione ci andrai tu, Di Maio, principe degli impresentabili! Grillo, ci fai schifo!” (Renzi, 2.3). Nostradamus gli fa una pippa.
Quelli che Emma Superstar. “Bonino porta voti, Renzi se lo ricordi e trovi un’intesa” (Michele Serra, Il Venerdì, 26.1). “Gara di testimonial per lanciare Bonino. La sfida è superare il 3%. Da Calenda a Gentiloni. E arriva Staino: ‘Compagni delusi dal Pd, votate Emma’” (La Stampa, 4.2). “La campagna (indomita) di Emma” (Corriere, 11.2). “Voci di un’offerta di premierato da B. a Bonino” (La Stampa, 25.2). “Bonino guida del Senato. Il nuovo piano di FI” (Corriere, 26.2). “La Bonino è di sinistra” (Emanuele Macaluso, Il Dubbio, 28.2). Da quando all’Europarlamento stava con Le Pen. Non Marine: Jean-Marie.
Quelli che Gentiloni resta. “Prodi spinge Gentiloni: ‘Il centrosinistra è lui’” (Repubblica, 18.2). “Anche Napolitano tifa Gentiloni: ‘È essenziale per la stabilità’” (Repubblica, 22.2). “Con Gentiloni in squadra possiamo fare la differenza” (Maurizio Martina, 22.2). “Mattarella sa come assicurare la governabilità affidando a Gentiloni un governo di ordinaria amministrazione che andrà avanti sei mesi o anche di più” (Scalfari, Repubblica, 25.2). “Renzi-Gentiloni, sprint unitario: ‘Nel Pd tanti possibili premier’” (Repubblica, 28.2). Peccato, tanto bendidio alle ortiche.