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 2018  marzo 03 Sabato calendario

Felici in condominio

La torta della signora Giovanna del terzo piano, le patate arrosto della Stefania, il tavolo l’ha messo Fulvio del quinto piano e la tovaglia di cotone rossa è di Ernesto. Brindando nell’androne dello stabile di via Petrarca ad Ancona, la signora Paola ha scoperto che quella del sesto che esce il mattino presto (la sente che scende le scale) è una dottoressa dell’ospedale. «Pure mio figlio è medico, non ce lo siamo mai dette», «ci incrociamo da anni e non parliamo mai», si dicono incrociando i bicchieri. In realtà le volte che hanno scambiato qualche parola è stato per ribadire ragioni opposte nelle assemblee condominiali. «Meno liti, più dialogo e cooperazione», racconta Simona Bastari che ad Ancona amministra un centinaio di palazzi. Giardinaggio, scambio di vestiti e giocattoli o aperitivi pre o post assemblea di condominio sono gli strumenti che mette in campo per creare relazioni stabili tra le persone, principio base della felicità condominiale. «Fa sorridere o può sembrare semplicistica, ma non è impossibile. Si tratta di garantire che le questioni organizzative, legali e amministrative procedano al meglio e allo stesso tempo mediare tra le persone. Più che dirimere i conflitti, gli aperitivi condominiali sono l’occasione per ricostruire la socialità che abbiamo perduto. L’obiettivo è aiutare gli abitanti di uno stabile e riconoscersi come gruppo in modo che quando si troveranno ad affrontare una decisione siano già abituati a confrontarsi, proprio perché si conoscono». 
Una laurea in giurisprudenza e successivi corsi di couching, da un anno Simona ha trasformando la sua professione. «Volevo costruire il rapporto con mia madre, quello che ho imparato per me lo sto applicando nel costruire rapporti tra gli altri». La sera dell’appuntamento l’amministratrice arriva con le bottiglie. «Brandizzate da etichette con il nome del palazzo. Mezzora-quaranta minuti, a casa propria non in sale anonime. Le liti si sono ridotte del 30%. In uno stabile avevamo approvato una nuova canna fumaria, ma l’impatto visivo non era quello immaginato. Abbiamo trovato una soluzione che teneva le esigenze di tutti. A lavori ultimati gli stessi condomini hanno organizzato una cena: una di loro ha portato a tutti una bottiglia d’olio di Narni prodotto dalla sua famiglia. In un altro palazzo si è deciso di organizzare una mostra per l’artista che sta nei fondi e intanto è passato il sì all’ascensore per quello del quinto piano colpito da ictus. Ci si racconta. E con il racconto ci si capisce». 
Dalle chiacchiere alle storie personali, grimaldello della costruzione di rapporti di comprensione. L’intuizione dell’amministratrice marchigiana non è isolata. A fronte delle circa 200 mila cause ogni anno, in diverse parti d’Italia stanno nascendo iniziative per affrontare la vita e le decisioni di condominio con l’empatia e la relazione prima che con il diritto, la burocrazia, la contabilità. A Milano in via Rembrandt la portineria in disuso è diventata la biblioteca di condominio con scaffali, poltrone, tavoli e oltre mille volumi. «I libri sono stati un veicolo – racconta Roberto Chiappella, antennista in pensione —. E ora c’è sempre qualcuno che passa, per prendere un libro, bere un caffè, scambiare qualche idea. In tre anni su 72 famiglie gli invisibili sono 4: nel palazzo non si litiga e anche la decisione di aprirla al quartiere è stata presa mettendoci a confronto. Come l’imbiancatura appena fatta». 
A Trento, invece, con diramazioni in Lombardia ed Emilia, l’idea è nata da tre urbanisti sociologi. Migliorare la convivenza condominiale e dare valore al capitale relazionale è l’obiettivo del progetto Abito con cui hanno vinto un bando europeo nel 2014. Il grimaldello qui è il risparmio. «Siamo partiti dall’idea di sviluppare la partecipazione attiva tra i cittadini, il condominio è il primo grado di aggregazione – racconta Tania Giovannini, la più giovane dei fondatori —. Cerchiamo di creare un modello di socializzazione e comunicazione tra i vicini, attraverso il comunity manager che affianca gli amministratori». Si parte dall’analisi di costi e abitudini di consumo e si traccia un profilo per ogni stabile. «Dal riuso del sale con coniglio arrosto per tutti alla lettura delle bollette, tocca il portafoglio, con scambi di consigli per risparmiare – racconta Tania —. Proponiamo la condivisione di beni o servizi o gruppi di acquisto per l’edificio o per le famiglie. In un palazzo a Bergamo stiamo sperimentando le ripetizione di scala: i bambini scendono in pigiama. E ora si stanno attrezzando per ospitare anche i ragazzini dei palazzi di fronte». A Napoli, nel 2015 è nata l’associazione Garante Condominio che mette insieme psicologi, sociologi, criminologi e volontari e offre consulenze gratuite online. «Leggiamo sempre più spesso di risvolti tragici delle liti, è urgente un cambio di prospettiva – dice Raffaella Galati —. Abbiamo lanciato il progetto-ricerca +Vicini per approfondire le ragioni della conflittualità. Stanno rispondendo da tutta Italia. Per esser più vicini alla comprensione dei problemi abbiamo lanciato una web serie. Dalla spazzatura al parcheggio, dai rumori agli animali: le affrontiamo ridendo. A dare indicazione concrete, regole e leggi è Patrizio Rispo di “Un posto al sole”».