Libero, 4 marzo 2018
È Novara la città dei centenari
Ci dev’essere qualcosa di speciale nell’aria del Piemonte. Lungo il Ticino che bagna le risaie del Novarese, o sulla sponda occidentale del Lago Maggiore. Ad Asti, nel cuore del Monferrato, o ai piedi delle Alpi Biellesi. Per non parlare di Alessandria, con la sua Cittadella, o di Vercelli, protetta dalle sue sette torri. Piemonte, terra di vini, il Barolo e il Barbera, e di dialetti, ben sette quelli parlati in ogni angolo della regione più grande della penisola. Ma anche terra di centenari. Basti pensare che solo nel 2015, in Piemonte, hanno raggiunto la tripla cifra sulla carta d’identità ben 71 nonnini.
I SEGRETI PER CAMPARE
A Novara vive l’uomo più anziano d’Italia, Lorenzo Berzero (classe 1908), che venerdì ha compiuto la bellezza di 110 anni. E dire che nel ’50, poco più che quarantenne, s’è visto passare la morte davanti, con tanto di estrema unzione dal parroco. Quando quel camion l’ha travolto, a Quinto Vercellese, la sua vita era appesa a un filo. Ma dopo quasi 70 anni Lorenzo è ancora qua. Nella casa di riposo San Francesco di Novara, dove la figlia Maria Teresa e i nipoti passano ogni giorno a trovarlo da ormai vent’anni.
Il vecchietto sta bene, e a chi gli chiede qual è il segreto per campare così a lungo, risponde con semplicità: «Bisogna bere, mangiare e tirare il fiato». Lorenzo Berzero è nato a San Germano Vercellese, 1.800 anime attraversate dalla via Francigena, e qui ha vissuto fino al ’55, facendo il cavalant (conducente di cavalli), quando le macchine agricole ancora non solcavano gli sterrati. Prima di trasferirsi a Vercelli, nel ’55, dove ha trovato lavoro in una cooperativa. In questi 110 anni, ha visto due re, dieci papi e dodici presidenti della Repubblica diversi. Ora, però, Lorenzo ha nel mirino il record di Emma Morano, la donna più longeva del pianeta, nata a Civiasco nel 1899 e morta lo scorso 15 aprile a 117 anni e 134 giorni a Verbania. L’ultima persona in Italia ad aver partecipato seppur per pochissimo tempo all’Ottocento. Prima operaia tessile in una fabbrica di juta fino al ’45, poi impiegata nella cucina di un collegio marianista. E nel ’75 la pensione, durante gli anni di piombo che stavano insanguinando il Paese.
Tra i suoi “trucchi”, oltre a un dieta fatta di carne macinata e due uova fresche al giorno, anche «l’essere single è la ragione per cui sono ancora viva», aveva raccontato nel novembre del 2016. Già, perché dopo la morte prematura del suo unico figlio Emma non ci aveva pensato due volte a cacciare di casa il marito manesco. Senza più risposarsi. Ma nell’ultimo anno, oltre alla signora Morano, sono stati 10 i piemontesi che se ne sono andati dopo una vita durata più di un secolo.
IL PIÙ GIOVANE
Il più “giovane”, Giuseppe Castelli, originario del Veneto, è morto appena 18 giorni dopo aver festeggiato il compleanno numero 107, il 23 ottobre del 2017 a Torino. Mentre la più anziana, Maria Vittoria Paracchini, si è spenta a Borgosesia (Vercelli) un mese prima di spegnere le 110 candeline. L’ultima ultracentenaria ad andarsene, invece, è stata Clara Albertazzi Iore, morta il 29 gennaio scorso a 109 anni, nel suo letto della casa di riposo “Cerino Zegna” di Occhieppo Inferiore, a una manciata di chilometri da Biella. Era stata compagna di scuola di Rita Levi Montalcini e, in occasione dei cent’anni di entrambe, il premio Nobel per la Medicina le aveva fatto arrivare persino una mail d’auguri. Che aveva letto senza occhiali, così come faceva ogni mattina sfogliando il giornale. Riservata, ma decisa.
Le feste di compleanno con tante persone un po’ la infastidivano, forse perché le ricordavano gli anni che passavano e quelli che non sarebbero più tornati. E a chi le chiedeva cosa le sarebbe piaciuto tornare a fare, anche solo per un giorno, rispondeva senza esitazioni: «Una bella sciata». Nella Valle del Cervo, al confine con la Val d’Aosta, dove da ragazza infilava gli scarponi e si godeva la montagna.