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 2018  marzo 04 Domenica calendario

L’Olanda nasconde i nuovi problemi legati a Ema

L’Ema, l’agenzia del farmaco che da Londra, causa Brexit, dovrà traslocare ad Amsterdam torna a far parlare di sé. Dopo che l’Olanda si è aggiudicata al sorteggio la sede soffiandola a Milano, sono emersi molti elementi tali per cui la città dei tulipani non sarebbe idonea a ospitare l’Ema, quando invece a Milano ci sarebbe già un grattacielo, il Pirelli, pronto alla bisogna. 
Tra tutti i problemi, il primo è che l’edificio temporaneo dove ci sarà la sede è troppo piccolo. Per questo è partita la gara alla costruzione del Vivaldi Building, ma una delle due aziende rimaste a partecipare alla gara d’appalto si è ritirata il 3 febbraio scorso, una ventina di giorni prima del sopralluogo della delegazione del Parlamento Europeo. Fin qui potrebbe sembrare tutto normale: l’azienda ha fatto i conti, si è resa conto che rischia di non consegnare il lavoro per tempo e ha comunicato il suo passo indietro. Il ministro della salute, Hugo de Jonge, però si è tenuto la cosa per sé. Nessuno quindi, né l’Ema né la delegazione del Parlamento europeo che chiedeva precise garanzie sullo stato dei lavori, è stato messo al corrente del ritiro della Züblin Nederland. I motivi, a detta della stessa azienda sono ben chiari: «Tempi troppo stretti, scadenze impossibili da rispettare, penali troppo alte per completare i lavori». 
I tempi infatti stringono, e la data ultima di consegna è il novembre 2019, ma i lavori non sono nemmeno iniziati. Il Commissario agli Affari costituzionali dell’Europarlamento Mercedes Bresso sostiene che l’Olanda abbia dato «risposte false», dal momento che Amsterdam ha «assicurato che tutto era a posto, che la gara era stata fatta, che c’erano dei candidati e che il lavoro stava per essere assegnato». Inoltre Bresso afferma che la Commissione chiederà di «sospendere il voto sull’atto legislativo e premeremo perché si riapra il caso». 
A questo punto aleggia il sospetto che il governo olandese venga tenuto in pugno dall’unica società rimasta ad aggiudicarsi l’appalto, la Dura Vermeer, che potrebbe far lievitare alle stelle i costi di costruzione dal momento che la rigida normativa Ue non consente in questa fase di aprire il bando per un nuovo appalto. Il grattacielo di 18 piani che dovrà ospitare i 900 dipendenti dell’Agenzia del Farmaco potrebbe venire a costare ben di più dei oltre i 200/300 milioni di euro preventivati. Una duplice figuraccia per il governo di Mark Rutte, poiché il Rijksvastgoedbedrijf, l’ente che gestisce il patrimonio immobiliare pubblico olandese si rifiuta di pagare la cifra che potrebbero sparare dalla Dure Vermeer. 
Nella disputa italo-olandese, con Amsterdam che pare sia stata disposta a tutto pur di avere sul suo suolo l’Ema, a farne le spese più di tutti potrebbe essere la continuità del lavoro di coloro che tra le altre cose, certificano la validità dei farmaci in commercio. Intanto Milano resta alla finestra, in attesa della valutazione del ricorso presentato alla Corte di Giustizia Ue. Anche se l’esame del ricorso spetta al vice Marc van der Woude, che è un cittadino olandese.