Libero, 2 marzo 2018
Cosmetici talvolta inutili spesso perfino dannosi
I cosmetici non essendo farmaci non possono avere o vantare proprietà terapeutiche, eppure chiunque di noi usa ogni giorno prodotti per la bellezza di ogni tipo come fossero miracolose medicine per il viso e per il corpo, senza sapere cosa contengono, ma confidando, senza ombra di dubbio, di ottenere in breve tempo i risultati che promettono.
Sedotti come siamo dal marketing e dalle speranze di eterna giovinezza affidate a poche centinaia di euro, ne acquistiamo mensilmente di ogni marca senza convinzione di causa, dagli antirughe ai prodotti snellenti, rassodanti, contro la cellulite, dai saponi agli shampoo rivitalizzanti, sottovalutando che dentro i rossetti, i rimmel e i profumi si nascondono luci ed ombre, che finiscono col riflettersi sulle nostre aspettative, se non sulla nostra salute.
Gli studi scientifici, le ricerche e le analisi di riferimento spesso sfatano le leggende sugli effetti dichiarati di molti cosmetici, puntando il dito sui messaggi menzonieri, sulle falsità delle pubblicità e sulle verità promesse dai prodotti delle multinazionali, colossi della cosmetica che negli ultimi decenni sono cresciuti inglobando via via aziende più piccole e compensando con fatturati stellari.
IN FARMACIA
Anche perché molti di questi composti vengono venduti nelle farmacie, ed una crema idratante acquistata nel tempio delle medicine elimina ogni spirito critico, ed una volta applicata sulla pelle la si percepisce più efficace di un’altra seppur di marca, ma pagata al supermercato.
Anche un dentifricio, nonostante sia un cosmetico per la pulizia dei denti e la prevenzione dalle carie, se acquistato in farmacia psicologicamente assume un effetto terapeutico, cancellando ogni insicurezza sugli ingredienti dello stesso. Pensiamo ai prodotti sui quali campeggia l’etichetta “nichel tested”, la cui presenza non garantisce una minore concentrazione del metallo, ed i produttori non si prendono la briga di sottolineare che escluderlo del tutto è impossibile, perché ovviamente andrebbe contro i loro interessi.
I PARABENI
Oggi poi dobbiamo fare i conti con la moda del “senza”, come per i parabeni, che sono stati demonizzati con conseguente proliferazione di prodotti che dicono di esserne privi, un fenomeno che si è affermato in seguito ad uno studio del 2004 che li accusava di essere correlati allo sviluppo del tumore al seno, una ipotesi che però non è stata mai verificata scientificamente.
Ma quando un allarme parte, è praticamente impossibile fermarlo, poiché sul web oggi si trova di tutto ed il contrario di tutto, e purtroppo quello che manca è sempre una corretta informazione.
Fortunatamente nel mondo della cosmetica gran parte delle leggende che circolano almeno sono innocue, dallo shampoo che fa cadere i capelli al rasoio che rende i peli più spessi, tutti falsi miti che prima si diffondevano con il passaparola ed oggi sono il pane quotidiano in rete.
Queste storie però contribuiscono ad indebolire le difese dei consumatori, e garantiscono un lavoro più facile a chi si occupa di marketing, al punto che in diverse recensioni lette sulle riviste si evince spesso che alcune condizioni possono guarire grazie ad una crema, quando spesso non è così.
Una pomata antibiotica per la cura dell’acne è infatti un farmaco, mentre una crema cosmetica specifica, non contenendo un principio attivo farmacologico volto a curare il problema, può al massimo avere un effetto detergente. Per non parlare delle centinaia di preparati in commercio contro la cellulite, le cui prime ricerche risalgono a più di cento anni fa, che non è considerata una malattia ma un semplice inestetismo, anche se sui media passa il messaggio opposto, e per la quale si spendono migliaia di euro all’anno in creme, i cui componenti non hanno alcun effetto e combattono ben poco quei detestati avvallamenti cutanei dei glutei, dei fianchi e delle cosce di molte donne, ed i miglioramenti temporanei che a volte si osservano, sono dovuti solo alla maggiore idratazione cutanea che arrecano tali prodotti.
Inoltre bisogna sottolineare che non esiste alcuna correlazione tra il prezzo di un cosmetico e la sua qualità, perché non per forza una crema che costa ottanta euro vale più di una che costa cinque, e su tutte le confezioni ci sono delle informazioni obbligatorie che bisognerebbe leggere, come gli ingredienti, la data di scadenza e un riferimento chiaro e preciso a chi ha prodotto quel preparato, per non lasciarsi influenzare dai luoghi comuni, poiché tutti i cosmetici in vendita in Europa devono sottostare a determinate norme, ed è importante superare l’assunto secondo cui quello che compriamo in farmacia sia più sicuro di quello che troviamo al discount.
IL LIBRO
Ne sa qualcosa Beatrice Mautino, esperta di biotecnologie industriali, che ha scritto “Il trucco c’è e si vede” (edito da Chiarelettere) un libro che smonta uno ad uno i falsi miti che girano intorno alla cosmetica.
Fornisce una informazione critica sul tema, soprattutto sui prodotti e make-up che promettono effetti mirabolanti ed incredibili, perché non sono appunto credibili, ma l’autrice, nel mondo nebuloso della cosmesi che descrive dettagliatamente, ci lascia una speranza, perché salva solo un prodotto che non dovrebbe, secondo lei, mai mancare sui nostri scaffali: la crema solare, che non solo protegge la pelle dai danni dei raggi del sole, ma è considerata la migliore pomata idratante che ci sia per prevenire le rughe, non perché le curi, ma perché le mantiene idratate, e quindi distese in profondità per tutto il giorno.
Insomma, le fake news nel campo della cosmetica sono ovunque e spesso risultano difficilissime da sradicare, basterebbe informarsi meglio e non farsi catturare dalla pubblicità dei prodotti che promettono miracoli sulle homepage di Facebook.
Perché ormai lo sappiamo tutti: i miracoli non esistono.