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 2018  marzo 04 Domenica calendario

Quel referendum che può oscurare la tv di Stato svizzera

BERLINO, GERMANIA È un referendum promosso dalla destra svizzera, ma in Europa potrebbe rappresentare un precedente storico. Oggi la Confederazione elvetica decide, attraverso un referendum, se abolire il canone per la società che gestisce la televisione e radio pubblica SRG SSR. Se vinceranno i “sì”, l’azienda dovrà mantenersi senza il contributo pubblico e ha già fatto sapere che è impossibile.
Senza il canone annuo da 450 franchi (390 euro) che garantisce il mantenimento di sette canali televisivi, diciassette canali radio, dieci siti web e produzioni in quattro lingue, tedesco, francese, italiano e romancio, SRG SSR dovrà reperire i suoi 1,6 miliardi di franchi (circa 1,4 miliardi di euro) di bilancio annuale da risorse private. SRG SSR ha fatto notare che l’87% degli svizzeri di lingua tedesca guardano i suoi canali tv almeno una volta a settimana; e senza il suo canale in romancio, la minoranza nei Grigioni rimarrebbe senza un’emittente dedicata. Lo scorso dicembre la presidente svizzera, Doris Leuthard, ha già fatto appello contro il referendum. I media pubblici, ha argomentato, hanno un ruolo cruciale nel sostegno del pluralismo e della diversità culturale che caratterizza da secoli la Svizzera. «Un’offerta mediatica varia è importante per un Paese piccolo, poliglotta come la Svizzera, con la sua democrazia diretta», ha sottolineato. Gli ultimi sondaggi prima del voto fatidico di oggi davano i voti contrari attorno al 60-63 per cento, ma secondo gli esperti è un margine troppo risicato per sentirsi sicuri.