Corriere della Sera, 4 marzo 2018
L’ingegnere con l’hobby delle armi che era diventato il sicario dei clan
CATANZARO Un avviato studio di consulente finanziario, la passione per le moto e le auto di lusso. Dietro questo professionista modello, con la laurea di ingegnere informatico, si nascondeva il volto di un sicario.
Uccideva su commissione Marco Gallo, 33 anni, che ieri è stato raggiunto da un nuovo ordine di cattura per l’omicidio del penalista di Lamezia Terme Francesco Pagliuso, ammazzato la notte tra il 9 e il 10 agosto 2016, a colpi di pistola, nel cortile della sua abitazione. Particolare ancora più inquietante, però, è che almeno per un omicidio, Marco Gallo – frequentatore abituale del poligono di tiro – si è avvalso della complicità della moglie, Federica Guerrisi, 31 anni, infermiera, anche lei detenuta. Per incastrare i due coniugi sono servite tecniche investigative d’avanguardia che hanno permesso alla Procura di Catanzaro di svelare modalità e movente di alcuni delitti. Tra questi quello di Francesco Pagliuso, tra i più noti avvocati penalisti di Lamezia Terme, segretario della camera penale. Il professionista è stato ucciso per vendetta, ha pagato con la vita la difesa di Domenico e Giovanni Mezzatesta, padre e figlio, accusati della strage di Decollatura, avvenuta a gennaio del 2014. Nell’agguato morirono i cugini Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, considerati vicini alla famiglia di ‘ndrangheta Scalise. Sarebbero stati loro – secondo la Procura distrettuale di Catanzaro – a ordinare la morte dell’avvocato. Pagliuso sapeva di essere sulla «lista nera», l’aveva confidato ai suoi parenti poco tempo prima di essere ucciso. Altre due persone, prima e dopo la sua morte, avrebbero pagato con la vita per quell’agguato avvenuto sulle montagne del Reventino: Luigi Aiello e Gregorio Mezzatesta, uccisi rispettivamente il 21 dicembre del 2014 e il 23 giugno del 2017. Ed è stato proprio l’omicidio di Gregorio Mezzatesta, fratello di Domenico, a fornire ai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e al Ros gli elementi utili per individuare l’omicida.
Le telecamere posizionate in città, avevano filmato Marco Gallo mentre seguiva la vittima a bordo di una moto. Confrontando le immagini riprese in più punti gli inquirenti hanno avuto la certezza che si trattasse del killer che ha ucciso l’impiegato delle Ferrovie. Gallo è stato arrestato nel giugno scorso. C’era da capire, però, il motivo che aveva spinto il consulente finanziario a premere il grilletto contro Mezzatesta. La faida di Decollatura è stata la prima pista seguita dagli investigatori. E alla fine l’omicidio di Mezzatesta ha aperto la strada per arrivare a identificare anche il killer dell’omicidio Pagliuso. Il penalista era riuscito a far annullare dalla Cassazione l’ergastolo a Domenico e Giovanni Mezzatesta, ottenendo il rinvio alla Corte d’Assise per un nuovo processo. Mezzatesta ha spiegato ai magistrati che questa è stata la causa che ha condannato a morte Pagliuso.
Per uccidere l’avvocato – hanno confermato le telecamere di sicurezza – Marco Gallo, in tenuta da jogging la sera prima del delitto, ha fatto un sopralluogo alla villa del penalista. La sera dopo sempre in tenuta ginnica e zainetto in spalla, si è nascosto nel giardino, ha atteso l’arrivo di Pagliuso e lo ha ucciso mentre l’avvocato era ancora al posto di guida. L’anno prima assieme alla moglie aveva pianificato ed eseguito l’omicidio di Francesco Berlingieri, fruttivendolo di etnia rom.