Corriere della Sera, 3 marzo 2018
Il grande cinema tra Piano Marshall e Hollywood sul Tevere
Per festeggiare i primi due anni di vita sul Dtt, Paramount Channel ha presentato un documentario che rileva il singolare rapporto che lega la casa cinematografica americana al nostro Paese. The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia, scritto e diretto da Marco Spagnoli, racconta infatti come il nostro Paese abbia sempre goduto di un rapporto privilegiato con la major, fin dal 1912, quando venne girato a Roma il film The Eternal City. E poi, nel 1937, il primo contratto a un’attrice italiana, Isa Miranda (un mezzo fallimento), e poi ancora il grande supporto ad Anna Magnani per vincere l’Oscar con La rosa tatuata.
Ma il pregio più grande del documentario è di aver messo in luce le figure straordinarie di due executive italo-americani, Pilade Levi e Luigi Luraschi, arrivati in Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale per rifondare la nostra industria cinematografica: l’idea di produrre film europei, finanziati da fondi americani, è nata in Italia con Paramount. Vasto programma: mettere assieme il Piano Marshall e Hollywood sul Tevere, da Alfred Hitchcock che infila la mano nella «bocca della verità» ad Audrey Hepburn che gira in Vespa. Le testimonianze di Gioia Levi e Tony Luraschi, figli dei due produttori, raccontano come i loro genitori non fossero soltanto uomini d’affari, ma come la loro vita fosse interamente dedicata al cinema. Rispetto a precedenti lavori di Spagnoli sul mondo del cinema, questo suscita qualche perplessità per l’uso di giovani attori nella costruzione del racconto e per la modestia di alcune interviste. E poi poteva essere la grande occasione per fare luce su un piccolo mistero: il profilo piramidale del Monviso assomiglia in modo incredibile al vecchio logo della Paramount. Leggenda vuole che sia stato un emigrante torinese, un operaio specializzato in scenografie, a sottoporre ai creativi della Paramount una foto del Monviso.