Corriere della Sera, 3 marzo 2018
«Disconnettersi è la cura per ritrovarsi». Intervista a Jack McCollough e Lazaro Hernandez
Di profumi e di moda si parla con Jack McCollough e Lazaro Hernandez, alias Proenza Schouler che sono i nomi delle loro due mamme da signorine. Quarantunenni, Jack, quello biondo e con gli occhi azzurri, è newyorkese doc; Lazaro, quello moro e con gli occhi castani, è nato a Miami. Si sono conosciuti (e amati da subito) nel 1998 alla Parson’s School Design a New York. Nel 2002 hanno fondato la griffe forti del successo della collezione che avevano preparati per la tesi, acquistata in toto e venduta da Barney’s.
Le fragranze si sa, hanno fatto grandi (e ricche) tante case di moda. Loro ci provano ora, dopo il successo di uno stile. L’occasione è il lancio di «Arizona»: cominciano da lì la loro storia di coppia fatta anche di compromessi. Immediato il parallelo con il modo di lavorare sugli abiti.
Due anni per arrivare a un profumo: avete forse litigato parecchio?
Ridono e si guardano complici. Lazaro: «Non è forse la percezione dell’odore diversa, per tutti, per via del fatto che l’olfatto è il senso più legato alla memoria? A me piaceva una cosa, a Jack un’altra. Come sempre. Ma non volevamo un compromesso, questa volta. Doveva piacere ad entrambi, al 100%. Un dialogo che si è evoluto a furia di annusare».
Jack: «Volevamo una storia vera da trasmettere come con un abito. Ci piace l’idea di evadere, partire: natura, sole, sale, minerali. E volevamo tutto questo, in una boccetta, e che non fosse mai stato fatto prima! Per forza ci abbiamo messo 2 anni perché poi c’erano le sfilate e tutto il resto».
Evasione? E come si fa in un mondo tanto connesso?
Lazaro: «Troppo caotico, sì: social, email, cellulare. Disconnettersi ci sembra la cura più moderna per ritrovarsi. Lo vedi col cibo, con la salute, il fitness... Tutti cercano in qualche modo di trovare pace in tutta questa follia».
Jack: «È stato spaventoso: un profumo deve durare nel tempo, la moda è un continuo divenire. La natura ci sembrava la risposta giusta».
Profumo di donna è?
Jack: «Arizona! – e ride – No, scherzo. Né fiori, né frutti. Ma terra. Qualcosa che senti quando lei si avvicina e non a chilometri di distanza».
Lazaro: «È l’oceano, la sabbia e il sole della Costa Rica».
Meditazione, yoga, polvere di ashwaganda gli ingredienti della vostra vita: per rinforzarvi o proteggervi?
Jack: «Credo siano per entrambe le cose. Ci aiutano ad affrontare il caos del mondo e ci danno la forza per continuare a lottare. Così ogni mattina nei frullati mettiamo la polvere di ashwaganda».
Jack voleva fare il medico e Lazaro il soffiatore di vetro, eppure siete fra gli stilisti giovani più vicini ai couturier europei di un tempo.
Jack: «Negli anni 80 gli uomini di successo erano l’avvocato, il dottore o l’architetto. Non c’era molta scelta. Oggi i giovani sognano di diventare artisti, musicisti, stilisti! Ci sono più opzioni. Io sono cresciuto in una famiglia molto conservatrice. Volevo essere un ginecologo, il che è interessante perché c’era già la connessione con le donne, poi volevo diventare chirurgo plastico e poi stilista di moda. L’estetica della bellezza sempre al centro. Sembro un pazzo, ma ha senso!»
Lazaro: «Mi piaceva soffiare il vetro e creare. Mi sentivo un artista. Ho scoperto la moda a New York, sino ad allora lo vedevo come un mondo superficiale. Poi ho incontrato l’arte di un Alexander McQueen e ho capito la connessione».
Dare tempo alle cose che meritano è il vostro mantra. Per questo avete deciso di togliervi dai calendari frenetici e sfilare fuori, a Parigi?
«A New York ci eravamo scoraggiati, un calendario troppo lungo e stupido. Ci siamo detti: perché dobbiamo subire, abbiamo il nostro brand, possiamo fare quello che vogliamo, cambiamo. Sfiliamo a giugno e a dicembre. O a gennaio. L’abbiamo fatto e altri ci hanno seguito. Creatività, produzione e distribuzione ci hanno guadagnato».
La moda di New York vista da due americani a Parigi?
Jack: «Prima c’era differenza. Ora è un confine sottile. Resta che qui in America c’è meno attenzione alla creatività, perché è un Paese più giovane fondato su una società capitalista che ha il cuore nel business. Abbiamo cercato di allontanarci da questo. Ma non siamo neppure stilisti europei: una via di mezzo».
Lazaro: «Il nostro cuore è molto più europeo. In America la moda è nata durante la guerra con uno scopo funzionale. In Europa è sempre stato sogno, misticismo».
Marilyn raccontava di andare a letto con due gocce di Chanel N5, chi andrà a dormire con Arizona?
«Georgia O keeffe». Ah, però.