La Stampa, 3 marzo 2018
Eva Cantarella e le donne tra storia, diritto e molestie
«Chi uccide queste povere donne sono uomini italiani. Mariti e fidanzati italiani. Altro che paura degli stranieri», sottolinea la giurista e storica Eva Cantarella. «Questo atteggiamento del maschio proprietario e predatorio ha radici profonde e lontane nell’antica Grecia e a Roma. Gli uomini greci avevano il terrore della sessualità femminile; la violenza sessuale non era punita, se volevano una donna la possedevano punto e basta magari travestendosi da cigno: Zeus era un vero molestatore seriale! A Roma stupro non significava violenza ma un rapporto sessuale illecito ovvero per la donna avere rapporti prima di sposarsi, o da adultera o da vedova. Questa la storia. Oggi non credo che il femminicidio sia un problema solo giuridico – però è ora di smettere di sottovalutare allarmi e denunce – ma un dramma sociale aggravato dalla crisi tremenda che stanno vivendo i maschi».
Milleottocentosettanta donne vittime in 10 anni. Prima ancora della strage di Cisterna di Latina avevo cercato Eva Cantarella, donna sempre affascinante nei suoi dichiarati 81 anni («Trovo patetico toglierseli, meglio farmi dire che non li dimostro. Cosa faccio? Molto dipende dai geni. Mia madre Maria è morta a 80 anni senza una ruga»), celebre docente d’istituzioni di diritto romano e di diritto greco antico in diverse università italiane e a Austin in Texas e alla New York University Law School. Eva autrice di una quindicina di fortunati libri di storia tradotti in diverse lingue su donne, famiglia e sessualità (dal celebre «L’ambiguo malanno, la donna nell’antichità greca e romana» pubblicato nel 1981 a «Come uccidere il padre. Genitori e figli da Roma a oggi», Feltrinelli 2017) non aveva commentato #Me Too la campagna virale contro le molestie sessuali nata a Hollywood e rimbalzata in tutto il mondo tra documenti di solidarietà, denunce, distinguo e polemiche anche fra le donne.
Vedova dal 2012 del sociologo Guido Martinotti (nel 1963 lo seguì a Berkeley condividendo quell’appassionante stagione americana) e ormai in pensione («Faccio esattamente tutto come prima salvo il corso di lezioni») Cantarella sta scrivendo un nuovo libro. «Vorrei intitolarlo “L’amore degli altri”. Chi sono? Quelli che riteniamo diversi. Per i greci tutti gli stranieri erano barbari e con l’editto di Pericle la cittadinanza veniva data solo a chi nasceva da padre e madre ateniesi. L’economia però si reggeva sul lavoro degli schiavi e dei meteci che pagavano persino una tassa, il metoikion, ma non ebbero mai la cittadinanza. Quanto a Pericle aveva una concubina straniera e dei figli da lei. Atene durò molto meno del più inclusivo Impero Romano...». Altra lezione della storia.
Ma veniamo a oggi. Cosa pensi di #Me Too? «Sinceramente penso che ci sia una grande confusione tra stupro e molestie. Sullo stupro non c’è da discutere. È un crimine orrendo che va punito pesantemente però come tutti i crimini non bastano le pene ci vuole prevenzione, educazione. Quanto alle molestie cerchiamo di capire, distinguere. Noi europei siamo diversi dagli americani. Dolce stil novo, donna angelicata: nella nostra storia c’è il corteggiamento, una pratica molto importante per il rapporto tra sessi. Quello che non mi piace di #Me Too è rappresentare uomini e donne come categorie diverse: gli uomini necessariamente maiali e le donne tutte angioletti. No. Un conto è l’attrice che rischia una parte altro la commessa con 7 figli che rischia il posto. Vivendo in Usa dai racconti delle mie studentesse ho imparato che non esiste il flirt. Da loro è tutto codificato. Per i primi appuntamenti usano i termini del baseball: 1st base un bacio, 2nd petting e così via. Poi c’è il «One night stand» (rapporto sessuale occasionale ndr) e per non avere problemi non chiedono neanche il nome al partner.
E ancora. Un giorno alla Nyu il preside chiese a un mio collega d’indossare occhiali da sole alla lezione perché una sua allieva sosteneva che lui la guardava. L’uomo predatore è sempre esistito e purtroppo esisterà però credo che questo clima di diffidenza e divisione non solo sia controproducente ma anche pericoloso per i rapporti tra sessi e in particolare per noi donne».