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 2018  marzo 02 Venerdì calendario

Modello Gattuso. Gioco e carica: in tre mesi ha trasformato il Milan Bonucci

Il carro trainato da Rino Gattuso è ormai stracolmo. Addetti ai lavori, tifosi o semplici curiosi del pallone hanno trovato l’allenatore del momento e Ringhio sorride. «Non sono un guru, ma uno che osserva e studia e, magari, fa copia e incolla. Non sono un guru, ma nemmeno uno sprovveduto...», la sua riflessione nelle ore in cui il Milan conquistava la prima finale dell’era cinese.
Gattuso è bravo e simpatico. Fa simpatia quel modo di vivere la panchina senza atteggiamenti politicamente corretti e, soprattutto, sempre allo stesso modo: a Pisa, ultima tappa prima di Milano, ha lasciato il vuoto nel cuore di una piazza che l’ha amato, e seguito, attraverso una promozione in B, una crisi societaria ed un ritorno in Lega Pro, il tutto in due anni. «In campo non sono amico dei giocatori, ma fuori mi piace ascoltarli e scherzare con loro: quando ho il fischietto in bocca – dice – siamo nemici...». Nemici, si fa per dire. Uniti, sicuramente. Il modello Gattuso non è ancora sconfinato nel «Gattusismo» e chissà mai se accadrà: di sicuro c’è un modo, insolito, di vivere il calcio dentro al nuovo mondo rossonero.
«Qualità e carattere»
I «coppini» sono una specialità della casa. Coppino sta per scappellotto dietro la testa, o qualcosa di simile. Ringhio li faceva al suo di guru, quel Marcello Lippi più volte strattonato durante le nostre ansie mondiali in Germania nel 2006. Ora il gesto è diventato un tormentone e, a turno, tocca a tutti. «Il mister – racconta capitan Bonucci a Sky – mi ricorda tanto Conte. La dote che più mi ha stupito è la sua capacità di trasmettere a noi giocatori la fame e la cattiveria, caratteristiche che lo hanno contraddistinto anche quando andava in campo. E – continua il difensore rossonero – ha dimostrato, nonostante la giovane età e la poca esperienza in panchina, di avere grande carattere e di saper far giocare bene la squadra...».
Questo è il punto: far giocare bene la squadra. Gattuso si definisce un non sprovveduto perché convinto di avere già gli strumenti per portare avanti la sua rivoluzione: difesa come un piccolo bunker (da sei partite Donnarumma non prende reti), corsa e palla in verticale appena si apre lo spiraglio giusto, la sintesi di movimenti (quasi) imparati a memoria.
Rinnovo a fine stagione
Gattuso come Conte è, forse, il paragone più azzeccato. Almeno per ora: entrambi espressione di un calcio, da calciatori, fatto di grinta, coerenza, attaccamento alla causa. Entrambi sono fedeli e ascoltati: Conte prese una Juve da ricostruire e l’ha ricostruita sentendosi a suo agio in una realtà amata, Ringhio è stato chiamato a fare lo stesso e ci sta riuscendo.
Il suo carro è stracolmo e ora che il derby è alle porte anche di più. In un girone è cambiato il mondo: ad ottobre l’Inter vinceva e vinse (3-2), il Milan arrancava perché la notte della stracittadina di San Siro segnò la quarta sconfitta in appena otto duelli di campionato (i rossoneri di Montella avevano già perso con Lazio, Sampdoria e Roma). Gattuso guarda al presente dicendo di «essere orgoglioso e fortunato di allenare qua». Il futuro, però, è già scritto: Ringhio rimarrà a Milanello ancora. Quanto? L’appuntamento con il club è fissato quando i giochi saranno fermi: a fine stagione si tireranno le somme e si metterà nero su bianco per un nuovo contratto che significa cominciare una storia appena partita.