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 2018  marzo 02 Venerdì calendario

Il business della cannabis che fa rinascere il Quebec

Weedon, un piccolo villaggio di circa 2700 abitanti nella campagna del Quebec (Canada), da più di un decennio stava vivendo un declino demografico ed economico. In pochi mesi però potrebbe cambiare vita, rinascendo dalle ceneri grazie alla produzione della cannabis medicale: il paese vorrebbe diventare la più grande piantagione di erba al mondo. E ha già gettato le basi per il suo successo.
D’altra parte, sembrava destino che Weedon diventasse la capitale della marijuana: “weed” in inglese significa “erba,” e il fatto che questo luogo a sud di Quebec City sia stato scelto dalla compagnia che promuove il progetto non è una coincidenza. Fra pochi mesi qui sorgerà un impianto di 13 ettari per la produzione della cannabis, che dovrebbe portare 400 posti di lavoro diretti e 1100 nell’indotto.
Inoltre la città ospiterà un museo della marijuana medicale, un nuovo auditorium, una scuola, una libreria e un albergo di lusso, che trasformeranno radicalmente l’economia del villaggio, dove finora gli unici impieghi possibili erano nel declinante settore forestale, in una sartoria e nel negozio di alimentari.
I cittadini di Weedon sono entusiasti del progetto, anche se non nascondono dubbi e invitano alla prudenza. Josyanne Lemieux è nata e cresciuta nel paesino. Lavora come infermiera a 15 chilometri. Delle 20 persone che abitano nella sua stessa via, solo una lavora a Weedon: è il proprietario del negozio di alimentari.
La città più vicina dista 45 minuti. Il salario medio a Weedon è di 10.000 dollari canadesi l’anno. «Per chi lavora come un pazzo nella segheria sarà un bel cambiamento. Potare l’erba sarà meno stressante e cambierà le condizioni del loro lavoro», dice.
La società che ha lanciato il progetto, Mym Nutraceutical, ha iniziato una campagna di pubbliche relazioni l’estate scorsa, per convincere gli abitanti di Weedon dei benefici che avrebbero ottenuto. Ma la gente sembra convinta. In estate la società ha organizzato una grigliata per presentare il progetto e raccogliere eventuali curriculum. La partecipazione ha superato le attese, al punto da costringere gli organizzatori a cambiare location. «Penso che tre quarti del villaggio abbia portato il curriculum», scherza Josyanne Lemieux.
Fabien Garcia, che coordina il progetto per conto della municipalità, dice che finora ha ricevuto 350 curriculum da tutta la provincia del Quebec.
Il consumo di marijuana doveva diventare legale nel Canada il 1 luglio, ma il progetto è stato rinviato ad agosto, contribuendo comunque ad alleviare il pregiudizio intorno a quelli che lavorano nell’industria dell’erba. La cannabis a scopi medici è legale dal 2001, ora lo sdoganamento totale avrà un effetto volano su tutto il settore.
Per l’economista Philippe Hurteau di Montreal, il progetto Weedon, per ora unico nel suo genere in Canada, può rilanciare la città. L’idea, dice, è quella di arrivare a creare un «cluster», un distretto. Esattamente quel che i manager cittadini (e della società privata che sta investendo) intende fare.
La stima dei profitti dalla legalizzazione della marijuana in Canada è ancora oggetto di dibattito. Hurteau valuta il mercato in circa 3,64 miliardi di euro, che salgono a 4,47 miliardi se si conteggiano anche le cifre legate alla marijuana per uso farmaceutico. Per Hurteau, l’unico limite ai benefici dalla legalizzazione per villaggi come Weedon saranno l’oscillazione del prezzo una volta che l’erba diventerà legale a 360 gradi, la competizione per i permessi di coltivazione e il fatto che per ora il mercato è molto limitato. «Non esiste un mercato internazionale di cannabis legale, quindi i produttori canadesi non possono esportare il loro raccolto. Forse un giorno la cannabis diventerà legale in tutti gli Stati Uniti, e allora il mercato potrà espandersi», dice Hurteau.
L’obiettivo è anche quello di insegnare ad altri Paesi come trarre benefici dal settore della cannabis medicale. «Siamo convinti che l’esperienza canadese susciterà un grande interesse internazionale, e vogliamo esportare l’esperienza che accumuleremo nelle nostre serre», dice Fabien Garcia. Anche il sindaco Richard Tanguay spera che la cittadina ritornerà a vivere grazie a questo progetto: «Si tratta di un rilancio economico che ci permetterà di sviluppare l’economia dei servizi e del commercio. Contiamo di vedere arrivare nuovi abitanti, perché la nostra popolazione sta invecchiando, e i giovani vanno via. Speriamo che grazie a questo progetto qualcuno di loro tornerà a Weedon».
Traduzione di Anna Zafesova