la Repubblica, 2 marzo 2018
Due sole schede e attenzione alle croci. Come evitare gli errori nell’urna
Roma La partita elettorale si giocherà tutta in 16 ore, dalle 7 di domenica prossima 4 marzo, quando apriranno i seggi, alle 23 dello stesso giorno quando, chiuse le urne comincerà lo spoglio, prima per il Senato poi per la Camera. Oltre 46 milioni gli elettori, esattamente 46.604.925 per la Camera, dove si vota da 18 anni in su, 42.871.428 per il Senato, dove servono 25 anni. 61.552 le sezioni allestite.
Il sistema elettorale
Si eleggono 618 deputati ( più i 12 della circoscrizione estero) e 309 senatori ( altri sei all’estero) con un sistema misto, il cosiddetto Rosatellum: un terzo dei parlamentari viene scelto con il maggioritario e due terzi con il proporzionale. Alla Camera, dunque, 232 deputati verranno eletti in altrettanti collegi uninominali dove si sfidano più candidati (uno per ogni lista o coalizione) e vince solo quello che prende più voti, mentre altri 386 seggi saranno assegnati con metodo proporzionale, cioè in base ai voti conquistati dalle singole liste o coalizioni. L’elezione di questa quota avverrà in 63 collegi plurinominali ( creati dall’accorpamento di più collegi uninominali). Le liste, ciascuna con proprio simbolo, sono bloccate e composte da un minimo di due a un massimo di quattro nomi. L’elezione scatta a seconda dei voti presi dalla lista in base all’ordine di presentazione. Al Senato col maggioritario saranno assegnati 116 seggi, mentre i restanti 193 verranno attribuiti col proporzionale alle singole liste o coalizioni in 33 collegi plurinominali.
Coalizioni e sbarramenti
La legge prevede la possibilità per i partiti di presentarsi in coalizione. Questa scelta è stata fatta dal Pd e dai suoi alleati, cioè +Europa, Insieme e Civica Popolare, ma anche dal centrodestra che riunisce le liste di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia. Da soli, in una lista singola, corrono invece i 5Stelle, Liberi e Uguali e tutte le altre forze minori. le soglie di sbarramento per entrare in Parlamento sono del 3% per le singole liste e del 10% per le coalizioni. Al Senato esistono anche soglie regionali.
Come si vota, la scheda Le schede sono due, rosa per la Camera, gialla per il Senato. I nomi dei candidati dell’uninominale sono scritti con un carattere grande in un rettangolo collocato sopra il simbolo della lista collegata o i simboli delle liste coalizzate collegate allo stesso candidato (ciascuna di esse riporta anche i nomi, in carattere più piccolo, dei candidati nel proporzionale, che seguono il destino della lista). Il modo più semplice di votare è barrare il simbolo: in quel caso il voto andrà, oltre che al partito prescelto, anche al candidato. Si può anche fare la croce sia sul nome che sulla lista collegata o su una delle liste collegate. L’effetto sarà lo stesso. Ma esiste anche una terza possibilità, quella di barrare solo il nome del candidato: il voto andrà anche alla lista collegata. Ma se si tratta di una coalizione allora sarà suddiviso tra i partiti che ne fanno parte in misura proporzionale ai voti ottenuti da ciascuno nel collegio. In altre parole se una coalizione fosse formata da due partiti e A prendesse il 60% nel proporzionale e B il 40%, il voto dato al candidato, oltre ad essere conteggiato per la sua elezione, sarà poi diviso tra le due liste in quella proporzione. Vietato il voto disgiunto: non è possibile votare un candidato e una lista che non sia a lui collegata. Vietato anche scrivere sulla scheda nomi di candidati.
Scheda al presidente È una delle novità di queste politiche. Ogni scheda sarà dotata di un tagliando anti-frode removibile, con un codice che verrà annotato al momento della consegna all’elettore. Dopo il voto si deve dare la scheda al presidente che rimuove il codice e verifica che corrisponda a quello annotato.
Elezioni regionali
Urne aperte anche in Lombardia e nel Lazio per eleggere i due presidenti delle Regioni e i consigli. Si può votare solo il presidente, mentre se si barra la lista il voto andrà anche al candidato presidente collegato. Qui è ammesso il voto disgiunto e si possono esprimere fino a due preferenze per il consiglio, purchè siano un uomo e una donna.
Malati e disabili
Gli elettori con gravi impedimenti possono essere accompagnati nella cabina elettorale. Si può votare anche in ospedale.
DAL MESSAGGERO
La legge stabilisce che possono votare per il Senato solo gli elettori che hanno più di 25 anni. Questo elemento determina due corpi elettorali diversi. Gli elettori della Camera sono circa 47 milioni, quelli del Senato poco meno di 42,5 milioni. Ed è possibile che nelle due Camere si formino maggioranze diverse. Anche perché il meccanismo di distribuzione dei seggi fra Camera e senato è leggermente diverso: mentre per la Camera i voti sono suddivisi fra 29 circoscrizioni, per il Senato le circoscrizioni sono 20.
CORRIERE
Milano Quello che succede nella cabina elettorale resta nella cabina elettorale. E, per rispettare la segretezza del voto e tutelarne la libertà, è vietato portare il telefono nella cabina, così da non cedere alla tentazione di scattare una foto: «Dev’essere consegnato ai componenti del seggio. Sono previste sanzioni», si legge nelle avvertenze del Viminale. Lo prevede la legge e lo ha ribadito due giorni fa la Cassazione, confermando un’ammenda di 15 mila euro a un 77enne fiorentino che, cinque anni fa, immortalò la scheda. Inutili le proteste dell’avvocato, che ha sottolineato come nessuno lo avesse invitato a lasciare il cellulare.
Figli e cani al seggioA poco vale dire di non essere stati avvertiti, ecco allora alcuni consigli per la sopravvivenza elettorale. Se vi siete accorti di aver fatto un errore, sulla scheda, e volete porvi rimedio, non fate correzioni a matita. Di alcun tipo: qualsiasi segno che non sia il voto porta all’annullamento della scheda. È possibile chiederne una nuova al presidente del seggio, che cestinerà la vecchia tra le «deteriorate» mentre voi potete rientrare nella cabina. Dove, prevede la norma, si deve stare da soli: si fa eccezione solo in casi di «voto assistito», mentre genitori anziani e figli minorenni non sono ammessi. E i cani? Un divieto espresso non c’è, in teoria nulla vieta di entrare al seggio col quattro zampe al guinzaglio, ma l’ultima parola spetta al presidente: è lui che può opporsi. Quello che dovete sempre portare alla sezione è, invece, il documento di identità (valido, è bene controllare) e la tessera elettorale. I seggi, domani, sono aperti dalle 7 alle 23.
No al voto «disgiunto»Aperta la scheda, è bene affrontare la complessità della legge elettorale con il massimo della semplicità possibile. Due sono, in sostanza, le modalità. Si può barrare il nome del candidato all’uninominale (così il voto va anche alla lista collegata o alla coalizione, in questo caso è diviso tra i partiti in proporzione ai risultati nel collegio). Oppure si può porre la «x» sul simbolo: il voto va anche al candidato dell’uninominale (si possono barrare nome e simbolo, ma non fa differenza). L’importante è ricordare che non è ammesso il voto disgiunto ( nel grafico ).
Il tagliando antifrodeLa scheda, che custodisce ripiegata il voto espresso a matita copiativa, non va subito nell’urna appena fuori dalla cabina. Deve essere consegnata al presidente, che deve staccare il «tagliando antifrode». Novità del Rosatellum, è un codice scritto su un adesivo rimovibile sulla scheda. Il presidente di seggio lo annota prima che l’elettore entri in cabina e poi, quando questo esce, controlla che coincida. Per evitare il voto di scambio, che spesso avviene attraverso schede precompilate. Prima di inserire la scheda nell’urna il tagliando viene rimosso. Perché quello che succede nella cabina resta nella cabina.