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 2018  marzo 02 Venerdì calendario

Da Mosca a Pechino Transiberiana low cost

Ogni viaggio è una sfida. Che diventa ardua quando, ad esempio, pensate di percorrere la Transiberiana da Mosca a Pechino passando per la Mongolia. Se poi il badget per il treno deve stare sotto i 300 euro, allora stiamo rasentando la mission impossible. I chilometri totali del percorso sono 7925 e il nome giusto con cui chiamarla è Transmongolica. Perché giunti a Irkutsk sul lago Baikal, a circa 5 mila chilometri da Mosca, si devia verso Sud per arrivare a Ulan Bator e poi dritti verso la Cina. Invece il tronco che termina a Vladivostock, più a Nord, misura 9300 chilometri interamente sulla terra degli Zar. Da sette a dieci giorni il tempo minimo per compierla. Eppure qualcuno è riuscito nell’impresa spendendo per i biglietti esattamente 287 euro. Sono Ilaria Cazziol milanese 26enne e Marco Mignano 28 anni marchigiano. Di loro ci siamo già occupati a inizio dicembre perché hanno girato mezzo mondo in cinque mesi spendendo una media di soli 24 euro al giorno. Adesso i globetrotter del low cost ci raccontano come hanno fatto una delle tratte più iconiche del pianeta con un budget così ridotto.
Se andate su Internet e googlate «Transiberiana» escono una sfilza di link verso agenzie viaggio che si occupano dell’acquisto dei biglietti. «Ed è stata la prima mossa tentata – spiega Ilaria – ma il prezzo totale che ci chiedevano per l’intero percorso era di almeno 1500 euro a persona». A questo punto i due ragazzi hanno deciso di tentare il fai da te. Primo passo trovare il sito ufficiale delle Ferrovie Russe RZD, dove procedere all’acquisto online dei biglietti. Perché su un percorso così lungo che interessa tre Stati bisogna muoversi per tratte, prevedendo soste in varie città. Prima tappa Ekaterinburg, a 1670 chilometri dalla capitale. Siamo sulla catena degli Urali dove passa il confine tra Europa e Russia. Ai tempi dell’Urss si trovavano le grandi industrie meccaniche per la produzione di cannoni e carri armati dell’Armata russa. Ma la notorietà del luogo arriva dall’eccidio del 17 luglio 1918 dello Zar Nicola II perpetrato assieme all’intera famiglia Romanov. A compierlo furono i bolscevichi rossi, per paura che le armate dei Bianchi, guidate dai conservatori della nobiltà, li liberassero. Così dopo averli fucilati nella cantina dove erano prigionieri, li hanno cosparsi di acido e incenerito i corpi per renderli irriconoscibili. La famiglia imperiale fu canonizzata nel 1981 come martiri dalla Chiesa ortodossa russa, quello che rimane dei loro resti è visitabile nella Cattedrale sul Sangue di Ekaterinburg.
Essenziale per chi vuole costruirsi il viaggio una pianificazione meticolosa. «Consigliamo di creare un foglio Excel mettendo in ordine cronologico le date di arrivo e partenza in ogni stazione con i costi relativi – dice Marco – perché ogni convoglio della tratta ha fermate, tempistiche e prezzi differenti». E poi esiste il problema di lingua e orari presenti sulle tabelle di marcia. La prima si supera in parte ricorrendo alla traduzione, seppur maccheronica di Google. Per la seconda va ricordato che oltre al cambio di sette fusi, l’ora è sempre regolata su Mosca. 
Prossima tappa Novosibirsk, di fatto la capitale geografica della Siberia. Città fondata a fine ‘800 quando per la Transiberiana fu necessario costruire un gigantesco ponte sul fiume Ov. Da questa regione arriva il 90% del carbone russo, ma nelle miniere si trova anche a stagno, piombo, oro e diamanti. Nove mesi di freddo soffia dalla tundra polare con punte di –40 gradi. In compenso caldo umido e nugoli di zanzare d’estate.
Bisogna sostare per almeno un paio di giorni a Irkutsk, sulle sponde del lago Baikal. Siamo a 5 mila chilometri da Mosca, vista dai locali come terra lontana. Il termine lago è riduttivo. Parliamo di un «mare» lungo 600 chilometri e largo 80. E grazie a 1600 metri di profondità contiene un quarto di tutta l’acqua dolce del pianeta. Sul Baikal si trovano gli insediamenti dei villaggio cosacchi, che dal 17esimo secolo iniziarono a colonizzare la Siberia. In nome degli Zar riscuotevano tasse e gestivano l’ordine pubblico. «Arrivati qui avete superato metà del viaggio e siete vicini alla Mongolia – continua Ilaria – il confine per comodità si può passare con 21 euro anche in autobus fino alla capitale Ulan Bator, dove in due-tre giorni si procede spediti verso Pechino». 
Le ferrovie RZD prevedono tre classi, un po’ come avveniva sui bastimenti diretti in America nel ‘900. La più economica è la terza da 287 euro con cuccette lungo i corridoi, a contatto diretto col popolo russo. I gabinetti comuni sono affollati, ma comunque puliti più volte al giorno. Se spendete circa 400-450 euro potete optare per scompartimenti a 4 posti di seconda classe. Chi invece vuole viaggiare con le comodità della prima, spenderà circa 900 euro. Su molti treni è presente la carrozza ristorante, ma bisogna salire a bordo con cibo sufficiente per il viaggio. In ogni carrozza è garantita la presenza del samovar, un boiler per preparare the e bevande calde a volontà. 
Tutti i consigli di viaggio e le istruzioni per ottenere i visti, Ilaria e Marco li hanno pubblicati nella guida «Transmongolica e Transiberiana fai da te» sul sito viaggiosoloandata.it.